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Oggetti ludici non identificati
È meglio avere poche cose significative, che tante cose insignificanti: la ricchezza di un ambiente educativo sta nel suo potenziale ludico.

La scena di bambini che giocano più con la scatola che con il gioco regalato è un classico.
Come mai il contenitore può risultare più interessante del contenuto?
Un motivo potrebbe essere perché una scatola di cartone è particolarmente aperta alle idee inaspettate dei bambini.
Fare l’elogio di oggetti e cose “impertinenti” per giocare, non significa negare l’importanza dei giochi in vendita. Anzi, può essere addirittura un incentivo a interessarsi a quanto offre il mercato, ma con uno sguardo attento, critico e ricercato.
Riconoscere quante idee si generano nel giocare a fare e rifare, a pensare e ripensare, con “materiali intelligenti”, porta a valorizzare il fluire delle idee dei bambini
ATTENZIONE AL TROPPO
Un ambiente pieno lascia pochi spiragli alla noia creativa e se gli oggetti sono affastellati è assai difficile autoregolarsi.
Facciamoci caso, più un ambiente è carico e poco ordinato, più i bambini tendono a relazionarsi in maniera aggressiva, fermo restando che un sano conflitto è necessario per crescere.
Anche a noi adulti risulta difficile regolarsi nel momento in cui si sta per prendere una cosa, ne spostiamo altre, non si trova ciò che cerchiamo, alcune cose cadono.
GIOCARE CON NIENTE
Quante volte sarà capitato di dire che i bambini passano ore a giocare con niente. Dove “niente” rimanda a ciò che non è stato costruito appositamente per l’infanzia.
Del resto, il giocattolo è sia ciò che viene creato appositamente per giocare, sia qualsiasi altra cosa con la quale si gioca. Ed ecco che quel niente diventa “tutto” e in quel tutto noi dobbiamo fare scelte ben precise per allestire un ambiente con oggetti aperti ai desideri ludici dei bambini.
Sappiamo quanto siano attratti dalle novità: ciò non significa “solamente” garantire una rotazione periodica fra i materiali di gioco, ma anche scegliere e predisporre oggetti “da niente” che possono diventare “di tutto” nel gioco dei bambini.
Un avanzo di catenella riposto in un pentolino d’acciaio si apre a mille possibilità. Può diventare simbolicamente pasta, brodo… incentiva l’esternazione di parole potenziando i discorsi fra i bambini. Può anche permettere un’ampia gamma sonora, con effetti che possono arricchire le storie che si sviluppano nei giochi di finzione.
SPAZIO A RICERCA E SPERIMENTAZIONE
Una piccola collezione di cucchiai, tutti diversi, disposti intorno a una zona scavo potrebbero rappresentare un’occasione inusuale per entrare nei segreti della tecnologia e del pensiero matematico: “Quale cucchiai(n)o posso usare per raggiungere il mio obiettivo?”.
Poiché ogni oggetto diverso può sollecitare azioni diversificate, ecco che possiamo assistere a un ventaglio di pensieri relativi alla risoluzione dei problemi.
Anche l’inflazionata plastica può generare novità se, per esempio, nel ricercare scarti industriali troviamo ritagli trasparenti. Un modo di recuperare un materiale inquinante che può dialogare con i raggi del sole.
In situazioni come queste possiamo osservare come il gioco autonomo dei bambini sia un po’ come l’agire degli scienziati incontrando i perché dell’ottica, degli equilibri…
Consapevoli che i giocattoli non ancora identificati si nutrono degli errori dei tentativi inaspettati.
SÌ, PERÒ NON È A NORMA…
Una volta raccolti materiali non strutturati con impegno e accuratezza, ci potrebbero dire che non si possono tenere perché non sono a norma.
Premettendo che nessuno vuole e deve mettere in pericolo i bambini, nel momento in cui scegliamo di predisporre cose senza il marchio CE, occorre garantirne la conformità, cioè il rispetto delle norme, anche con oggetti fuori catalogo.
È necessario sempre considerare i riferimenti normativi per garantire la sicurezza, per esempio mettere a disposizione oggetti con misure anti-soffocamento, che non provochino lacerazioni ecc.
Ciò significa avviare un dialogo con i tecnici della sicurezza, in modo che ci possano dire con esattezza i criteri da seguire per mettere a disposizione materiali di riciclo, oggetti di uso quotidiano, scarti industriali. Facciamo domande di questo tipo: “Poiché riconosciamo il valore educativo e didattico dei materiali non strutturati, ci dite come far sì che i bambini non perdano un’esperienza ricca come questa?”. Esplicitiamo le nostre competenze professionali nel ricercare soluzioni condivise.
SPAZIO AL PROCESSO
Giocare con “poco e niente” richiede un adulto che considera di pari importanza (durante le progettazioni e con i genitori) sia le esperienze condotte, che quelle spontanee.
Un adulto che si mette in ascolto con i bisogni dei bambini. Che sposta l’attenzione dal prodotto al processo, valorizzando ciò che avviene nel lasciare spazio, allestendolo in modo bello, essenziale e aperto alle prese d’iniziativa.
Giocare con niente necessita di un adulto che ha il coraggio di guardare l’infanzia negli occhi
- Di Pietro, A. (2020). Giocare con niente. Esperienze autonome con oggetti e cose “impertinenti”. Reggio Emilia: Junior-Bambini.
- Guerra, M. (a cura di) (2017). Materie intelligenti. Il ruolo dei materiali non strutturati naturali e artificiali negli apprendimenti di bambine e bambini. Reggio Emilia: Junior-Bambini.