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La nascita delle abilità di studio

L&rsquo;evoluzione umana, fra tutti i campi contemporanei della ricerca scientifica, rappresenta una sfida del tutto particolare dal punto di vista educativo. &Egrave; infatti una scienza che solleva grandi domande di portata culturale generale e persino filosofica: qual &egrave; il posto dell&rsquo;umanit&agrave; nella natura? Quante specie umane sono esistite in passato e che cosa cambia nella nostra prospettiva sulla biodiversit&agrave; scoprire che fino a poche decine di migliaia di anni fa una pluralit&agrave; di specie umane convivevano sul pianeta? Che cos&rsquo;&egrave; la diversit&agrave; umana, quali le sue radici e come si &egrave; distribuita sulla Terra? Se le razze umane non esistono sul piano genetico e biologico, perch&eacute; continuiamo a usare il termine &ldquo;razza&rdquo; e non vi &egrave; alcun segno di riduzione del razzismo che si pu&ograve; considerare tra i pi&ugrave; deleteri comportamenti umani? Come interpretare evolutivamente il fenomeno delle migrazioni umane, che non sono certo un&rsquo;emergenza del momento ma un comportamento che contraddistingue le specie umane da due milioni di anni?

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Le opportunit&agrave; per la didattica

La portata formativa di questi interrogativi &egrave; resa ancora pi&ugrave; delicata dal fatto che l&rsquo;evoluzione umana &egrave; un campo di studi in rapidissimo aggiornamento: nuove scoperte si susseguono e altre specie ominine si aggiungono ogni anno; i modelli vengono rivisti e talvolta rivoluzionati; antiche convinzioni (come quella dell&rsquo;impossibilit&agrave; di ibridazioni tra Homo sapiens e altre specie umane) crollano sotto il peso di inedite evidenze (il genoma dei non africani di oggi contiene tracce di Homo neanderthalensis e del misterioso Homo di Denisova); i manuali scolastici sono da riscrivere (solo per fare due esempi: &egrave; stata scoperta arte rupestre a Sulawesi risalente a 40mila anni fa, quindi probabilmente non &egrave; vero che la rappresentazione artistica &egrave; nata in Europa con i Cro-Magnon; &egrave; stata scoperta in Africa orientale un&rsquo;industria litica risalente a 3,3 milioni di anni fa, cio&egrave; almeno mezzo milione di anni prima della tecnologia olduvaiana di Homo habilis, quindi probabilmente non &egrave; vero che la scheggiatura di pietre &egrave; iniziata con il genere Homo).

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Il metodo sperimentale e l&#39;esercizio del dubbio

Giustamente gli insegnanti sono sconcertati da questa situazione di perenne incertezza, come se avessero a che fare con una disciplina mobile, inafferrabile, insicura. Ed &egrave; vero, ma forse &egrave; proprio questa l&rsquo;opportunit&agrave; pi&ugrave; preziosa didatticamente. Incerti e rivedibili sono i contenuti di questa scienza (le scoperte, i modelli, le teorie), non il suo metodo, che &egrave; quello sperimentale e della ricostruzione storico-evolutiva sulla base di indizi convergenti (dai fossili alle molecole).

Grazie all&rsquo;esercizio del dubbio sistematico, la scienza si autocorregge costantemente, si aggiorna, aumenta le proprie conoscenze e corregge quelle del passato: un&rsquo;impresa collettiva di costruzione cumulativa del sapere che non ha eguali nella storia di Homo sapiens. Raccontando allora non i meri contenuti gi&agrave; prodotti e confezionati dalla scienza, ma il processo stesso di scoperta, cio&egrave; l&rsquo;evoluzione delle idee, si ottiene il doppio interessante risultato didattico di condividere con gli studenti sia i contenuti stessi sia, soprattutto, il metodo che ha permesso di conseguirli.

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Sulle tracce degli antenati (Editoriale Scienza) &egrave; la vicenda di un&rsquo;avventurosa indagine per scoprire l&rsquo;evoluzione del genere umano. In questa storia il giovane esploratore, Luca, dialogando con i suoi possibili antenati, si avvicina alla scienza per quella che &egrave; in realt&agrave;: un&rsquo;attivit&agrave; di revisione costante delle proprie idee e convinzioni, combattuta tra ipotesi alternative, immersa in discussioni.

Succede allora che il trono di Lucy, regina dell&rsquo;evoluzione umana, venga sfidato da un&rsquo;altra australopitecina. Neanderthal da par suo difende davanti a Luca la propria unicit&agrave;, rifiutando facili paragoni con Homo sapiens.

Il messaggio &egrave; che la diversit&agrave; umana implica la coesistenza di un mosaico di specie ciascuna unica a modo suo: non c&rsquo;&egrave; l&rsquo;arcaico contrapposto al moderno, il semplice al complesso, l&rsquo;inferiore al superiore che verrebbe dopo. Chi si &egrave; estinto non era inadeguato.

Dandosi appuntamento con gli antenati, il viaggio di Luca inverte la narrazione canonica sull&rsquo;evoluzione: si va dal presente al passato profondo, e il passato &egrave; un intricato cespuglio di forme.

Andando alla ricerca del fantomatico antenato comune di tutti gli ominini vissuto sei milioni di anni fa, e dandosi appuntamento nel mezzo del cammino con alcuni dei protagonisti della nostra evoluzione, Luca in fondo esplora il legame che abbiamo con il resto della natura. Guardando al zigzagante percorso che lo ha condotto in Africa, capir&agrave; che la nostra specie &egrave; soltanto l&rsquo;ultimo ramoscello di un folto albero di diversit&agrave;. Quella stessa diversit&agrave; che oggi i nostri simili stanno distruggendo.

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UNA STORIA PER FARE DIDATTICA

L’evoluzione delle idee

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