Sulla punizione: un sondaggio

Diversità: mai perdere la capacità di meravigliarsi

Il senso di sé cognitivo

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

Studi nell’ambito prenatale sui gemelli hanno evidenziato come, già durante la gestazione, il feto è capace di modulare la velocità e l’intensità del suo tocco, connotandolo con delicatezza, quando si approccia al gemello piuttosto che quando esplora l’ambiente uterino. L’orientamento alla socialità è pertanto estremamente precoce, più di quanto si tenda comunemente a pensare.

Studi nell’ambito prenatale sui gemelli hanno evidenziato come, già durante la gestazione, il feto è capace di modulare la velocità e l’intensità del suo tocco, connotandolo con delicatezza, quando si approccia al gemello piuttosto che quando esplora l’ambiente uterino. L’orientamento alla socialità è pertanto estremamente precoce, più di quanto si tenda comunemente a pensare.

Grazie al litigio con i pari, nel tempo, ciascun bambino può conoscere sé stesso e l’altro in modo più profondo, comprendendo un po’ per volta il proprio e altrui limite, acquisire il principio di realtà, imparare a gestire la frustrazione, il confronto e lo scontro in modo costruttivo.

L'ORIENTAMENTO ALLA SOCIALITÀPer chi opera all’interno del nido è evidente come, fin da piccolissimi, i bambini siano orientati verso i coetanei. Uno degli aspetti che più caratterizzano questa struttura è rappresentato dal suo essere una comunità all’interno della quale viene a crearsi una fitta rete di rapporti sociali, non solo tra adulti e bambini, ma anche e soprattutto tra bambini, fornendo ai piccoli una fertile opportunità di scambio tra pari che, diversamente dal passato, in famiglia di frequente non è più alla loro portata a causa della contrazione delle nascite. E proprio la motivazione al recupero della perduta socialità tra bambini spinge spesso i genitori a iscrivere i propri figli al nido, consci di quanto sia importante per i piccoli poter interagire tra loro. L’opportunità di vivere in una dimensione gruppale più ampia di quella familiare per una parte della propria giornata, arricchisce in modo rilevante l’esperienza di ciascun bambino, concorrendo a incontrare tanto il bisogno profondo di appartenenza che alberga in ciascun umano, quanto il bisogno di individuarsi, costruendo il proprio sé soggettivo grazie al confronto con l’altro da sé.

Grazie a un’intensa osservazione dei compagni e delle loro ricerche, i bambini apprendono e sperimentano.

IL RUOLO DEGLI EDUCATORIAgli educatori spetta il delicato compito di attivarsi con una sapiente regia, grazie alla quale apparecchiare condizioni favorevoli affinché i bambini possano trovare un terreno fertile per costruire la loro esperienza in relazione agli altri. Si tratta di osservare, riflettere e poi progettare spazi, tempi, materiali, in grado di coinvolgere, interessare, generare curiosità, piacere e stupore, da un lato e, dall’altro, di saper fare un passo indietro per interagire e promuovere senza interferire, permettendo ai bambini stessi di essere i protagonisti del loro percorso di crescita e di costruzione del loro sapere e del loro sé.

L'ORIENTAMENTO ALLA SOCIALITÀ


 Per chi opera all’interno del nido è evidente come, fin da piccolissimi, i bambini siano orientati verso i coetanei. Uno degli aspetti che più caratterizzano questa struttura è rappresentato dal suo essere una comunità all’interno della

L'ORIENTAMENTO ALLA SOCIALITÀPer chi opera all’interno del nido è evidente come, fin da piccolissimi, i bambini siano orientati verso i coetanei. Uno degli aspetti che più caratterizzano questa struttura è rappresentato dal suo essere una comunità all’interno della quale viene a crearsi una fitta rete di rapporti sociali, non solo tra adulti e bambini, ma anche e soprattutto tra bambini, fornendo ai piccoli una fertile opportunità di scambio tra pari che, diversamente dal passato, in famiglia di frequente non è più alla loro portata a causa della contrazione delle nascite. E proprio la motivazione al recupero della perduta socialità tra bambini spinge spesso i genitori a iscrivere i propri figli al nido, consci di quanto sia importante per i piccoli poter interagire tra loro.L’opportunità di vivere in una dimensione gruppale più ampia di quella familiare per una parte della propria giornata, arricchisce in modo rilevante l’esperienza di ciascun bambino, concorrendo a incontrare tanto il bisogno profondo di appartenenza che alberga in ciascun umano, quanto il bisogno di individuarsi, costruendo il proprio sé soggettivo grazie al confronto con l’altro da sé.

LA CO-COSTRUZIONE DEL SAPEREDurante la giornata al nido, poi, i bambini, nel fitto intreccio delle reciproche interazioni, co-costruiscono il loro stesso sapere, condividendo significati, integrando riflessione ed elaborazione cognitiva con e attraverso l’espressione della socialità. I bambini sono in grado di generare nuovi e continui apprendimenti grazie alle condotte esplorative e ludiche, tanto nel gioco parallelo che, successivamente, in quello complementare. La vita al nido rappresenta per i bambini una generativa possibilità di tessere rapporti significativi, spesso anche duraturi con i coetanei. La continuità nella frequenza e nella composizione del piccolo gruppo permette loro, infatti, di approfondire la conoscenza reciproca e di andare a costruire quelle prime fondanti amicizie, in grado di dare un senso più profondo e pieno all’esistenza.

IL RAPPORTO/SCONTRO CON L’ALTROIl rapporto con l’alterità è essenziale per lo sviluppo psichico. L’essere umano ha bisogno non solo di incontrare l’altro da sé adulto, ma anche bambino. Infatti, attraverso il rapporto con i coetanei, i bambini sviluppano alcune specifiche competenze e abilità socio-affettive ed emotive, cognitive, comunicativo-linguistiche, possibili solo all’interno di un rapporto paritario. Pensiamo, per esempio, a tutta la dimensione della conflittualità infantile che spesso mette alla prova l’educatore nella gestione della stessa.

Le relazioni tra pari al nido

Dove trovi questo contenuto