Io sono Nada e vivo in Marocco

La lingua polacca

Giochi e competenza interculturale

Didattica continua... | Il martedì della scuola dell'infanzia

Scuola dell'Infanzia e intercultura

Ripensiamo l'accoglienza

Scioglilingua multilingue<ul><li>Chiediamo ai genitori di registrare giochi di parole e scioglilingua nella loro lingua madre e proviamo a ripeterli con tutti i bambini. </li></ul>

CHE COSA SERVE Fogli, forbici, colla, pennarelli e colori. COME SI FA <ol><li>Proponiamo dei disegni stilizzati di oggetti di grandi dimensioni, coloriamoli e incolliamoli su un cartoncino.&nbsp; </li><li>Ritagliamo il margine esterno di ogni immagine e dividiamo ciascuna a metà. </li><li>Mischiamo le porzioni di immagini e scegliamone due di oggetti diversi. </li><li>Avviciniamo le due parti in modo che si formino nuovi oggetti e diamo loro un nome. </li><li>Stimoliamo i bambini a “leggere” le immagini procedendo dall’alto verso il basso e da sinistra a destra (come avviene nella lettura di un testo). </li><li>Conserviamo tutte le parti di immagini in una scatola per continuare a creare nuove parole.</li></ol>

Avviamo un percorso di riflessione sulle parole per stimolare in tutti i bambini competenze fonologiche e metalinguistiche, indipendentemente dal livello di padronanza lessicale della lingua italiana. Organizziamo il contesto<ul><li>Mettiamo a disposizione dei bambini riviste con grandi illustrazioni da tagliare e assemblare a piacere.</li><li>Applichiamo scritte in stampatello sopra arredi e oggetti perché il bambino si avvicini al codice scritto e associ il suono al simbolo grafico corrispondente.</li><li>Procuriamoci lettere in plastica e timbri per comporre liberamente parole e “non parole” e familiarizzare con la forma delle lettere.</li></ul>

Avviamo un percorso di riflessione sulle parole per stimolare in tutti i bambini competenze fonologiche e metalinguistiche, indipendentemente dal livello di padronanza lessicale della lingua italiana.Organizziamo il contestoMettiamo a disposizione dei bambini riviste con grandi illustrazioni da tagliare e assemblare a piacere.Applichiamo scritte in stampatello sopra arredi e oggetti perché il bambino si avvicini al codice scritto e associ il suono al simbolo grafico corrispondente.Procuriamoci lettere in plastica e timbri per comporre liberamente parole e “non parole” e familiarizzare con la forma delle lettere.

Le parole magiche<ul><li>Chiediamo ai bambini di inventare delle “non parole” che magicamente fanno accadere qualcosa. Stimoliamo ad assemblare sillabe a piacere e associamole a un gesto. Per aiutarli inizialmente facciamo degli esempi (“Se dico fatapa! mettiamo le mani sulla testa”).</li><li>Ripetiamo più volte fino a che tutti hanno memorizzato le “non parole” e i gesti corrispondenti.</li><li>Invertiamo il gioco e chiediamo di indovinare il suono corrispondente al gesto compiuto.</li><li>Trascriviamo le parole magiche e dividiamole in sillabe per poi provare a comporne di nuove.</li></ul>

Le s-parole

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 Raccontiamo o a
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Le s-paroleRaccontiamo o ascoltiamo la prima parte del racconto Il paese con l’esse davanti e fermiamoci ogni volta che incontriamo una parola con la “esse” davanti. Invitiamo i bambini a dare un significato allo “staccapanni”, alla macchina “sfotografica” e registriamo tutte le risposte. Inventiamo nuove parole mettendo una “esse” all’inizio del vocabolo e proviamo a ipotizzare le caratteristiche dell’oggetto alle quali corrispondono.

Racconto “Il paese con l’esse davanti” in: Rodari, G. (2010). Favole al telefono. Trieste: Einaudi Ragazzi.

Osserviamo se e in che modo il bambino: <ul><li>è in grado di articolare i suoni proposti; </li><li>trova parole in rima e con la stessa sillaba iniziale. </li></ul>Chiediamo: quale parola ti piace di più? Perché? Riflettiamo: che cosa è stato utile per stimolare la consapevolezza fonologica nei bambini?

Le s-parole<ul><li>Raccontiamo o ascoltiamo la prima parte del racconto&nbsp;Il paese con l’esse davanti e fermiamoci ogni volta che incontriamo una parola con la “esse” davanti. Invitiamo i bambini a dare un significato allo “staccapanni”, alla macchina “sfotografica” e registriamo tutte le risposte. </li><li>Inventiamo nuove parole mettendo una “esse” all’inizio del vocabolo e proviamo a ipotizzare le caratteristiche dell’oggetto alle quali corrispondono. </li></ul>

Il mischiaimmagini<ul><li>Ritagliamo da riviste delle figure di oggetti (per esempio gelato e pera) e denominiamole prima di dividere le immagini in due parti.</li><li>Proviamo ad avvicinare due porzioni di immagini diverse e a dare un nome all’oggetto che si crea (per esempio per/lato e gel/era).</li><li>Procediamo in modo simile con disegni di oggetti noti e creiamo le Bisparole (Per fare).</li><li>Chiediamo ai bambini di dare un nome a ciascuna immagine e poniamo domande per ipotizzare le caratteristiche dell’oggetto che si crea come se fosse reale: “A che cosa serve? Che gusto ha? A chi appartiene?”.</li></ul>

Le parole magiche

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