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L’autodeterminazione del bambino

L’autonomia personale, di gioco e di lavoro, implica la possibilità di sperimentare ed evolvere il pro­prio agire sotto uno sguardo fiducioso e incoraggiante.

di Elena Fascinelli, Maurizia Butturini20 febbraio 20241 minuto di lettura
L’autodeterminazione del bambino | Giunti Scuola

Nella progettazione in itinere a noi insegnanti ed educatori sono richiesti alcuni essenziali cambiamenti rispetto: alla cura dei contesti, come luoghi che consentono scoperte ed espressione di idee da parte di tutti; alle strategie di relazione e di costruzione dei percorsi che non dipendono totalmente da noi adulti, ma si strutturano ed evolvono attraverso il lavoro di co-progettazione con i nostri allievi.
Di conseguenza cambiano anche le possibilità di partecipazione per bambine e bambini, il loro ruolo attivo, costruttivo, di interazione con l’ambiente, i materiali, i compagni e gli adulti.

 

IL RUOLO DI BAMBINE E BAMBINI

Riflettiamo su quanto accade al bambino o alla bambina quando si trova in un contesto nel quale poter muoversi liberamente e seguire i propri interessi, per un tempo adeguato, con i compagni che sceglie; quando ha la conferma che l’insegnante lo comprende e lo incoraggia a trasformare curiosità e idee in percorsi di ricerca condivisi, lo accompagna a elaborare le proprie scoperte mettendo a disposizione quanto serve per ampliarle e tramutarle in conoscenze e significati.

Nella progettazione in itinere tutti possono giocare in modo autonomo, sostenuti da motivazioni intrinseche, manifestando stili cognitivi, intelligenze personali, modi di affrontare le situazioni. Nel costruire insieme ai compagni e all’adulto l’evoluzione di un progetto, sperimentano la cooperazione e imparano non solo concetti e conoscenze, ma modi di fare le cose, strategie e metodi. Il piacere di esprimersi, di apprendere e di farlo insieme, in una realtà inclusiva, dove tutte le voci trovano posto, unisce le differenti dimensioni dell’essere: affettiva, emotiva, sociale, cognitiva e creativa.

Un aspetto fondamentale di questa modalità progettuale è la spinta continua a pensare insieme, a cambiare punto di vista, a dare valore alle idee e alle intuizioni di ognuno, a condividere la ricchezza del considerare il contributo di tutti.

 

CONCEDIAMO UNA BUONA AUTONOMIA

Perché tutto questo sia possibile, nella nostra mente di educatori deve essere chiaro che è prioritario consentire a bambine e bambini di muoversi senza ostacoli e divieti nei contesti che predisponiamo noi adulti o che allestiamo insieme a loro.

Innanzitutto, è a livello psicologico che occorre interrogarsi e chiedersi quanto siamo disposti a lasciare libertà, autonomia e possibilità di scelta; questo non significa anarchia o permissivismo, ma profonda consapevolezza e rispetto delle scelte e dei tempi, degli interessi e dei bisogni di ciascuno.

Avremo cura che i contesti di gioco e ricerca siano pensati per offrire a bambine e bambini ampie possibilità di incontro, adatti alle loro caratteristiche di sviluppo, alla fiducia in sé che sentono, alle abilità di movimento e di azione che esprimono.

Per fare da soli, ma mai soli, sotto il nostro sguardo attento e curioso verso i loro gesti, discorsi e pensieri.

 

PER SVILUPPARE AUTODETERMINAZIONE

Le esperienze che viviamo, in famiglia e nei contesti educativi e di vita, possono aiutarci in modo determinante a sviluppare una graduale consapevolezza di noi stessi, delle nostre qualità e preferenze, anche dei nostri bisogni e aspetti critici.

In partenza abbiamo tutti dei bisogni essenziali che riguardano:

  • le relazioni, con la necessità di sentirsi appartenenti e di sviluppare legami significativi;
  • le competenze, per poter fare e conoscere, conquistando molteplici abilità;
  • l’autonomia, come possibilità di agire in prima persona sui propri comportamenti ed effettuare scelte personali.

Se bambine e bambini hanno ampie possibilità di esperienza verso queste direzioni maturano la capacità di cercare, scegliere e condividere ciò che desiderano; se questo avviene attraverso relazioni e interazioni con altre persone che partecipano allo stesso cammino e fungono da sostegno incoraggiante, se sperimentano il benessere e la ricerca di senso, possono sviluppare autodeterminazione: imparare la libertà di scegliere e decidere per sé, secondo sentimenti autentici riconosciuti e valori fatti propri.

 

UN ESEMPIO: LO SPAZIO DEL BRICOLAGE

Bambine e bambini cominciano a realizzare dei piccoli progetti personali, costruendo in modo autonomo le cose che a loro interessano, risolvendo a volte problemi complessi.

Inizialmente lavorano ognuno da solo: cominciano a fare richieste di materiali, se non trovano tutto ciò che a loro serve nell’angolo dove sono collocate forbici, colle, carte di vari colori e dimensioni, vecchie riviste, colori…

Così Nicole costruisce libri, Sebastiano tablet e computer, Ferdinando invece macchine agricole, Maria lavora con la lana per farsi dei sandali…

Poi, bambini e bambine si scambiano idee e spiegazioni su quello che vogliono realizzare, coinvolgendo altri compagni.

Dopo aver visto le cose realizzate, averne avuta qualcuna in dono, decidiamo di allestire una mensola dove appoggiare i lavori e di aumentare i materiali a disposizione. Per approfondire alcune problematiche guardiamo libri e video tutorial…

Continua per mesi questa attività libera: stimoliamo a raccontare come hanno fatto e a coinvolgere altri amici, assistendoli nella realizzazione di simili o nuovi manufatti, documentiamo e scriviamo quanto raccontano…

Al momento opportuno introduciamo nuove tecniche da sperimentare, come la tessitura e il thinkering, cioè la possibilità di “armeggiare” con materiali consueti e nuovi, come batterie e luci, sempre per costruire qualche cosa che funzioni, come fanno gli artigiani.

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