Attività per un percorso autobiografico - "Pillole" per star bene insieme

In classe con Marcel: per una pedagogia autobiografica

In classe con Marcel: i colori dei ricordi

Quando entra in classe, un bambino lo fa portando tutto quello che sente dire intorno a s&eacute;, in famiglia, alla televisione, nella citt&agrave; e nella comunit&agrave; in cui vive: vocabolario, rappresentazioni, gesti. E continua ad assorbire dai pari e dagli adulti altri termini che denotano e connotano la diversit&agrave;, immagini degli altri a volte svalorizzate, segnali volti a esprimere distacco o vicinanza.

Alcune parole, inizialmente neutre e solo descrittive, sono diventate con il tempo quasi delle pietre e vengono usate come oggetti contundenti per stabilire distanze. Coloro che sono percepiti come diversi sono denominati ed etichettati come un gruppo separato e la loro storia viene racchiusa dentro una definizione riduttiva che lascia poco spazio all&rsquo;auto-narrazione e ai reciproci racconti.

Non &egrave; giusto... Un albo per coltivare l&rsquo;empatia e il senso di giustizia

Quando gesti e parole escludono

Nelle classi si possono cogliere talvolta segnali di separazione silenziosa di fatto fra gli uni e gli altri, fra chi &egrave; ritenuto forte e popolare e chi &egrave; percepito e vissuto come vulnerabile. Questo accade in misura maggiore nei momenti e negli spazi informali e liberi della relazione tra pari, pi&ugrave; che nelle situazioni organizzate dell&rsquo;apprendimento comune, le quali sono pi&ugrave; sorvegliate e strutturate in maniera tale da includere.

Anche nei modi di rivolgersi gli uni agli altri, nelle aule e nei cortili, s&rsquo;intendono talvolta forme di etichettamento e termini che escludono e irrigidiscono le identit&agrave;, oltre che offendere e ferire. Pu&ograve; succedere in certi casi che i bambini pi&ugrave; piccoli non vogliano dare la mano, stare accanto o giocare con chi appare diverso ai loro occhi, per colore della pelle o perch&eacute; pi&ugrave; fragile e meno competente. Quando sono pi&ugrave; grandi, le forme di esclusione si palesano soprattutto e al momento delle scelte elettive, allorquando si formano nelle classi i gruppi e le cerchie degli amici. Oppure passano attraverso i mancati inviti a condividere attivit&agrave; e tempi extrascolastici e quindi anche a spartire i racconti e le narrazioni che successivamente scaturiscono e creano legami. L&rsquo;esclusione pu&ograve; assumere forme e modi pi&ugrave; diretti ed espliciti e si manifesta attraverso gli &ldquo;scherzi&rdquo;, le parole e le etichette ripetute, che diventano abitudine e producono stigma, segnando le relazioni fra pari e permeando negativamente i vissuti di autostima di chi si sente ai margini. &nbsp; &nbsp;

Gli albi illustrati sono uno strumento potente per promuovere l&rsquo;educazione interculturale e la convivenza delle differenze. Nella bibliografia Immaginari plurali, scaricabile in maniera gratuita, sono selezionati gli albi nei quali la presentazione delle differenze non &egrave; esplicita e didascalica ma si fa sottovoce. In questo modo, si d&agrave; spazio alla scoperta dei modi di vivere diversi e alle esperienze significative che accomunano, all&rsquo;esplorazione delle possibilit&agrave; di contatto con s&eacute; e con l&rsquo;altro nei contesti di vita quotidiana e nei paesaggi immaginari.

La bibliografia contiene anche proposte e piste di lavoro sull&rsquo;utilizzo degli albi per affrontare in classe il tema della rappresentazione delle differenze e delle interazioni fra uguali e diversi.

<a href="http://www.comune.bologna.it/centro-riesco/wp-content/uploads/2023/03/Immaginari-Plurali-BOE-2023-web.pdf" target="_blank">Immaginari plurali. Razza e differenze negli albi illustrati</a>, a cura di Centro Riesco, Comune di Bologna, 2023

Si pu&ograve; educare all&rsquo;empatia e al rispetto, a scuola e fuori dalla scuola, in maniera esplicita oppure in modo indiretto. Lo si fa in maniera diretta, proponendo informazioni, saperi e notizie sugli altri e sulla loro storia; presentando messaggi, principi e valori che fanno leva su un &ldquo;dover essere&rdquo; positivo; diffondendo racconti volti a sollecitare comportamenti e attitudini di riconoscimento. Lo si fa in maniera implicita e indiretta, grazie alla &ldquo;pedagogia dell&rsquo;esempio&rdquo;, fatta di gesti, parole, atti e sguardi degli adulti - educatori, insegnanti e genitori &ndash; che diventano cos&igrave; testimoni e modello di identificazione. E lo si pu&ograve; fare anche attraverso i numerosi racconti e le molteplici storie che attivano l&rsquo;empatia, il riconoscimento, la responsabilit&agrave;.

Un albo illustrato pubblicato di recente pu&ograve; sollecitare lo scambio, la responsabilit&agrave; e la presa di posizione. Si tratta di L&rsquo;alleanza dei bambini di Pija Lindenbaum (edizioni Terre di mezzo). Al centro, due gruppi di bambini separati e distanti e una capa inflessibile che detta le regole e veglia sull&rsquo;ordine stabilito. I Fiordasoli giocano e imparano; i Giralisi lavano i calzini, puliscono gli stivali, pelano le patate&hellip; Finch&eacute; qualcuno comincia a domandarsi se tutto questo sia giusto e se non sia possibile immaginare una convivenza diversa. Un libro da leggere insieme per suscitare domande che sono il primo passo verso un mondo pi&ugrave; equo e libero dalle ingiustizie.

Rappresentazioni e parole per dire il mondo

Immaginari plurali: una bibliografia ragionata e tante proposte

&Egrave; tempo di bilanci e di valutazione degli apprendimenti e dei passi avanti ed &egrave; anche tempo di racconti condivisi e di attenzione alle relazioni in classe, alle distanze e alle vicinanze tra gli alunni, agli episodi che hanno creato vicinanze e a quelli che hanno provocato distanze.

In questi mesi, si sono rinsaldati i legami fra le bambine e i bambini, si sono riannodate le amicizie e altre si sono inaugurate, si sono talvolta manifestate forme piccole o grandi di discriminazione. Alla fine dell&rsquo;anno scolastico, possiamo osservare i modi consolidati di stare insieme e dello scambio, porre attenzione alle interazioni fra i bambini. Tanto pi&ugrave; oggi, quando dentro l&rsquo;aula si ritrovano bambini con bagagli autobiografici non consueti, lingue e appartenenze variegate, fragilit&agrave; che interrogano, &ldquo;disturbi&rdquo; ed esigenze specifici. E tanto pi&ugrave; oggi, dopo i tre anni scolastici precedenti segnati dalla pandemia, dalla necessit&agrave; della distanza, dai timori del contatto e del contagio.

In questo anno, ricostruire i fili della relazione quotidiana, della cooperazione aperta e organizzata, della vicinanza senza paura ha richiesto cura paziente, mosse e strategie mirate, attivit&agrave; intenzionali per colmare distanze, timori, disagi.

L’alleanza dei bambini contro le disuguaglianze

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