Cosa abbiamo imparato nei 100 giorni di scuola da casa?

Un lavoro di squadra: i bisogni di tutti e di ciascuno

Valutare senza stress…

Ognuno ha il proprio cammino

Dalla valutazione dell&rsquo;apprendimento alla valutazione per l&rsquo;apprendimento

Nella seconda parte proveremo a indicare alcune buone pratiche di valutazione nelle classi multiculturali.

Da poco pi&ugrave; di due anni, con la legge 172/2020, anzich&egrave; utilizzare una stessa scala per tutti i bambini della classe, i docenti di scuola primaria sono stati invitati a ripensare alla valutazione in questo modo: tutti i bambini hanno una propria scala, o per sganciarci dall&rsquo;idea di salita, una propria strada da percorrere, obiettivi da raggiungere, consapevolezze da acquisire. L&rsquo;unicit&agrave; di tutti i bambini, infatti, non ci sta in un&rsquo;unica scala da 1 a 10 e il modo in cui ciascuno percorre la sua strada non sar&agrave; mai paragonabile a quello di un altro.

Grazie a questa legge, i docenti hanno l&rsquo;opportunit&agrave; di accompagnare tutti i bambini lungo il proprio percorso verso il raggiungimento degli obiettivi, passando da un&rsquo;idea di valutazione dell&rsquo;apprendimento a un&#39;idea di valutazione per l&rsquo;apprendimento, rimettendo l&rsquo;accento anche sulla responsabilit&agrave; progettuale degli insegnanti e spostando l&rsquo;attenzione dal risultato al processo.

Un lavoro del genere porta inevitabilmente a costruire percorsi progettuali e valutativi dotati di senso, capaci da un lato di sostenere i bambini attraverso una valorizzazione non generica ma ancorata a fatti concreti, e dall&rsquo;alto di diventare una bussola per compiere i passi successivi.

Sicuramente molti colleghi penseranno alla difficolt&agrave; di descrivere i processi di apprendimento con i vincoli dati dalla lingua che, nei casi dei bambini non italofoni e delle loro famiglie, certamente spesso si rilevano a scuola. Tuttavia, l&rsquo;unico vero vincolo nella valutazione &egrave; il rimanere dalla parte di chi valuta senza sentirsi coinvolti nel processo valutativo insieme ai bambini. Infatti, se &egrave; vero che la valutazione deve servire anche al docente, &egrave; altrettanto vero che il docente che ne ha capito il senso e la portata, trover&agrave; soluzioni per superare anche le barriere linguistiche e arrivare ai bambini e alle loro famiglie.

Per tanti, troppi anni abbiamo pensato alle classi scolastiche come &ldquo;reggimenti che marciano al passo&rdquo;, per usare le parole di Daniel Pennac. I bambini, anche in situazioni di difficolt&agrave;, dovevano misurarsi con quella scala utilizzata per tutti, e affrontare la triste realt&agrave; di essere posizionati spesso nella parte pi&ugrave; bassa.

Valutazione come bussola

A livello pratico, la valutazione &egrave; finalmente considerata come un atto di comunicazione che deve servire a chi lo riceve, per sostenere il dispiego delle proprie potenzialit&agrave;, e per individuare, con il supporto dell&rsquo;adulto, le possibili piste di lavoro per giungere al raggiungimento di un obiettivo.

La descrizione del percorso di apprendimento di ciascun bambino diviene sicuramente il modo pi&ugrave; coerente e inclusivo anche per andare incontro alle esigenze di quei bambini che, durante gli anni scolastici, si trovano ad affrontare difficolt&agrave; di vario genere, legate a cambiamenti, migrazioni, acquisizione di una nuova lingua, ecc. La valutazione descrittiva, infatti, permette di entrare analiticamente nel percorso compiuto da ciascun bambino, abbandonando l&rsquo;idea di sintesi, e raccogliendo evidenze sui loro progressi, rapportandoli alle quattro dimensioni (in particolare all&rsquo;autonomia e alle risorse impiegate nell&rsquo;affrontare le diverse attivit&agrave;).

FAQ 18. Si possono somministrare prove di valutazione diverse da quelle dei compagni (facilitate, semplificate, abbreviate...) nelle normali prove di verifica durante l'anno e nelle prove INVALSI? (ed. PLUS)

La valutazione descrittiva: vincolo o opportunità per tutti?

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