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La strategia della stratificazione

Ci sono vari modi per rendere più semplice un compito complesso, noi proponiamo di procedere secondo un criterio linguistico

di Alan Pona, Sandra Martini20 novembre 20231 minuto di lettura
La strategia della stratificazione | Giunti Scuola

Nella nostra cassetta degli attrezzi riveste una posizione molto importante, per la sua efficacia nella classe plurale, la strategia della stratificazione dei materiali e dei compiti.

Ci sono vari modi per rendere più semplice un compito complesso, noi proponiamo di procedere secondo un criterio linguistico che vede la parola come unità linguistica più semplice da processare per poi passare ai costituenti della frase, i sintagmi, per giungere alle frasi e, infine, ai testi.

 

Che cosa è un’unità stratificata

L’unità stratificata permette di tenere tutta la classe insieme, perché le attività che sono sfidanti per chi ha bisogni linguistici specifici o bisogni educativi speciali risultano propedeutiche al lavoro per il resto della classe. Il percorso a tappe, nonostante possa apparire molto semplice nei primi strati, riesce tuttavia ad accompagnare ogni bambina e bambino al suo personale punto di sfida, rendendolo sostenibile grazie all’impalcatura creata con le attività precedenti: è proprio attraverso le attività più semplici che si potranno affrontare con successo i compiti più complessi. Qui di seguito, insieme alla presentazione del percorso a tappe, proponiamo delle attività che costituiscono un esempio di unità stratificata: un esperimento relativo alla coltivazione di un seme di fagiolo.

 

 

Stratificare vuol dire progettare tappe strutturate che vanno gradualmente dal semplice al complesso

 

Tappa 1: lo “strato” della parola

Nella tappa introduttiva recuperiamo le preconoscenze e condividiamole con il gruppo-classe, creando così un buon clima e anticipando a grandi linee i contenuti dell’unità.

Le attività centrate sulla parola rendono questa tappa particolarmente inclusiva per chi ha bisogni linguistici specifici e bisogni educativi speciali, ma sono anche un ottimo punto di partenza e di contestualizzazione per l’intero gruppo-classe.

Nella SCHEDA La parola giusta, che consigliamo di mostrare alla LIM per un lavoro in plenaria, sono presenti solo immagini e parole-chiave riferite all’unità proposta e il lavoro richiesto è quello di scegliere la parola giusta fra due possibili. Tra le tante tecniche da usare per lavorare sul lessico, oltre al matching qui proposto, possiamo usare anche il cruciverba con immagini e parole, la mappa con immagini da completare con parole ecc.

Tappa 2: lo “strato” del sintagma

Nella seconda tappa proseguiamo il lavoro di approfondimento sul lessico attraverso un focus sui sintagmi. Questa attività rende gradualmente più complessi i contenuti e le strutture linguistiche e può anche fornire l’occasione per una riflessione metalinguistica guidata sulle caratteristiche interne dei sintagmi (per esempio l’ordine degli elementi, l’accordo tra di loro ecc.).

Nella SCHEDA Un esperimento: luoghi e oggetti si chiede di lavorare a coppie per riordinare gli elementi dei sintagmi che costituiranno delle informazioni preziose per la comprensione dell’esperimento da proporre. Quando predisponiamo materiali per questa tappa del percorso didattico, ricordiamo di scegliere gruppi di parole significativi per la comprensione dei testi su cui vogliamo lavorare. Altre tecniche per lavorare sui sintagmi sono: l’abbinamento sintagma/immagine, le risposte vero/falso con sintagmi riferiti a un’immagine, la transcodificazione di sintagmi in disegni ecc.

Tappa 3: lo “strato” della frase

Procediamo con la tappa successiva: la frase, una struttura su cui focalizzare l’attenzione della classe ma, al contempo, il “mattoncino” costitutivo dei testi. La comprensione dei testi nella scuola primaria è un obiettivo da raggiungere, in divenire, su cui è necessario lavorare: passare dalla frase al testo può essere una facilitazione per tutta la classe.

La SCHEDA Un esperimento: procedimento lavora proprio sulla comprensione di un testo composto da singole frasi che, come un’impalcatura, permettono di ricostruire le fasi.

Consigliamo di lavorare sulla parte di comprensione del testo in plenaria per poi chiedere di rispondere alla domanda finale (“Che cos’è un esperimento?”) all’interno di gruppi cooperativi formati dall’unione di due coppie dell’attività precedente. Tra le tecniche per lavorare sulla frase suggeriamo: le domande a scelta multipla o vero/falso, l’abbinamento di frasi con immagini, il completamento di frasi e il riempimento di frasi bucate.

Tappa 4: lo “strato” del testo

Lo strato finale è l’accesso alla testualità, obiettivo linguistico e disciplinare. Naturalmente, data la complessità dell’unità linguistica rappresentata dal testo, ogni insegnante deve calibrare quest’ultima tappa in base alle competenze della classe, per esempio con l’utilizzo di testi semplificati e facilitati, testi audio-video tratti dalla rete, testi scolastici o testi tratti da riviste o libri.

Nella tappa finale del nostro esempio di percorso didattico proponiamo alla classe di riordinare le frasi del testo dell’esperimento date in ordine sparso (possiamo ritagliarle dalla Scheda “Un esperimento: procedimento”). Inoltre, proiettiamo il VIDEO Bean Time-Lapse, che mostra in time lapse tutto il processo di crescita del seme, e chiediamo alla classe di descrivere, rielaborandolo, quello che ha visto nel filmato.

Per un lavoro inclusivo, ma anche sfidante, sul testo suggeriamo le seguenti tecniche: il cloze (testo bucato), le domande a scelta multipla o aperte, la costruzione di mappe ecc.

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