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È dunque fondamentale che “la costruzione della personalità abbia radici salde individuate nel movimento e nella sensorialità, nella progressiva conquista di livelli di indipendenza, di conoscenza di sé e degli altri, attraverso esperienze sensoriali, cognitive, sociali in ambienti adeguati alle fasi di sviluppo” (Paola&nbsp;Trabalzini).

È dunque fondamentale che “la costruzione della personalità abbia radici salde individuate nel movimento e nella sensorialità, nella progressiva conquista di livelli di indipendenza, di conoscenza di sé e degli altri, attraverso esperienze sensoriali, cognitive, sociali in ambienti adeguati alle fasi di sviluppo” (Paola Trabalzini).

IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA SAPERE E FARE

È il corpo che permette di conoscere la vita, di esplorare la realtà, che dà sostanza alla mente perché consente alla mente stessa di emergere a partire dai processi incarnati e vissuti quotidianamente. Il corpo è radice dell’esister

È il corpo che permette di conoscere la vita, di esplorare la realtà, che dà sostanza alla mente perché consente alla mente stessa di emergere a partire dai processi incarnati e vissuti quotidianamente. Il corpo è radice dell’esistere: è veicolo di manifestazione della nostra essenza nel qui e ora della vita.E il movimento è struttura stessa della vita psichica: “la personalità trova nell’azione, nella pratica, il suo alimento; l’intelligenza nel costruirsi ha bisogno dell’attività motrice […] il pensiero si realizza nell’azione […] la motricità è fattore di sviluppo mentale” (Maria Montessori).Le azioni corporee, infatti, permettono ai bambini e alle bambine fondanti scoperte su sé stessi e sul mondo che li circonda, allargando il loro sguardo e la comprensione della realtà, consentendo via via di conquistare padronanza e indipendenza.

<ul><li>Assumiamoci la respons-abilità (abilità di risposta) del rischio, nella consapevolezza che non è possibile né auspicabile chiudere l’infanzia sotto una campana di vetro. Non è la “messa in sicurezza” ciò di cui i piccoli hanno bisogno, ma piuttosto necessitano di adulti “sicuri” e capaci di “dare sicurezza” grazie a una presenza piena, accogliente, affidabile e fiduciosa verso le loro competenze, abilità e risorse. Ciò comporta anche che l’adulto possa intestare a sé le proprie emozioni, invece che proiettarle sui bambini. Quante volte esclamiamo “stai attento che cadi!” quando invece potremmo piuttosto dire: “Giovanni mi fa paura vederti arrampicare sul ramo… ma sono qui e ti guardo”;</li></ul> <ul><li>Favoriamo la vita all’aria aperta in ogni momento e luogo possibile. Non serve necessariamente il bosco per promuovere l’outdoor education: il prato dietro la scuola o il cortile in cemento possono riservare attrattive ed esperienze ricche e nutrienti anche se a noi potrebbe sembrare impossibile. I bambini e le bambine sanno stupirsi e godere delle più piccole cose: anche il tombino del cortile può rappresentare per loro un interessante luogo intorno al quale intrecciare azione, emozione, apprendimento, relazione, narrazione, gioco.</li></ul> <ul><li>Riserviamo all’interno delle sezioni spazi adeguati e dedicati affinché sia possibile una significativa quota di movimento libero, per esempio favorendo il lavoro in piedi o a terra e permettendo di spostarsi nello spazio senza restringere l’esperienza ai tavoli, seduti su una sedia.</li></ul> <ul><li>Lavoriamo con le famiglie per condividere l’importanza del dare attenzione alla corporeità, al movimento, alla sensorialità, anche per contrastare l’abuso degli schermi. Inoltre, il lavoro con le famiglie è fondamentale per allargare la riflessione sull’educazione al rischio e per generare solide alleanze in grado di facilitare il lavoro dei professionisti dell’educazione. Sappiamo, infatti, quanto spesso educatori e insegnanti limitino l’esperienza corporea dei bambini nel timore che si facciano male, con la conseguente reazione negativa dei genitori. Operare di concerto con le famiglie, riflettendo con loro su quanto sia basilare la messa “in gioco” del corpo, può favorire una diversa progettazione educativa, più attenta e sensibile alla dimensione corporea.</li></ul>

È il corpo che permette di conoscere la vita, di esplorare la realtà, che dà sostanza alla mente perché consente alla mente stessa di emergere a partire dai processi incarnati e vissuti quotidianamente. Il corpo è radice dell’esistere: è veicolo di manifestazione della nostra essenza nel qui e ora della vita.E il movimento è struttura stessa della vita psichica: “la personalità trova nell’azione, nella pratica, il suo alimento; l’intelligenza nel costruirsi ha bisogno dell’attività motrice […] il pensiero si realizza nell’azione […] la motricità è fattore di sviluppo mentale” (Maria&nbsp;Montessori).Le azioni corporee, infatti, permettono ai bambini e alle bambine fondanti scoperte su sé stessi e sul mondo che li circonda, allargando il loro sguardo e la comprensione della realtà, consentendo via via di conquistare padronanza e indipendenza.

ALCUNI SPUNTI E INDICAZIONI

IL RUOLO DEL CORPO

“Non possiamo permetterci di indugiare più a lungo nella falsa convinzione che l’uomo possa essere altro dal suo corpo” (Luciano Marchino)

IL DIRITTO A UTILIZZARE IL CORPO

Il corpo è il mezzo che consente il nostro esserci nel mondo

È necessario e urgente restituire ai bambini e alle bambine il diritto di abitare ed utilizzare il loro corpo “in lungo e in largo”, affinché possano sostanziare e riempire sé stessi di sé stessi. La personalità si può elevare e costruire salda e solida solo affondando le radici nella corporeità: senza radici non si vola.In che modo, nella quotidianità dei nostri servizi, possiamo accompagnare i bambini e le bambine muovendoci in questa direzione?

Nonostante per i professionisti dell’educazione sia generalmente chiara la centralità del corpo, del movimento e della sensorialità nel percorso di crescita, non sempre troviamo adeguata corrispondenza tra il “sapere” e il “fare” nell’agire quotidiano. Non è, infatti, così scontato rintracciare adeguate e abbondanti occasioni e contesti per vivere la dimensione corporea nella sua pienezza all’interno dei contesti educativi zero-sei, complice anche un discorso sociale che attualmente propende verso l’iperprotezione.La tendenza attuale, punta alla “messa in sicurezza” dei bambini e delle bambine: il “plusmaterno” (Laura Pigozzi) pervade oggi le prassi educative e non riguarda solo le madri, ma gli adulti che, a vario titolo, si occupano dell’infanzia. Si tratta di un eccesso di ansia, di una tendenza alla sostituzione e all’anticipazione, di una tensione all’azzeramento del rischio.

Il corpo è il mezzo che consente il nostro esserci nel mondo

La scoperta del mondo

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