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Cantare è emozione

Incontri emozionanti

Credo poi sia particolarmente importante oggi creare luoghi per discutere tra noi insegnanti, scambiarci suggerimenti e materiali, cooperare, perch&eacute; c&rsquo;&egrave; qualcosa di nuovo da inventare insieme.

Mi torna alla mente e consiglio per ragionare bane &ldquo;La guerra non ha un volto di donna&rdquo; di Svetlana Aleksievic, scrittrice bielorussa premio Nobel per la letteratura nel 2015, che ha trascritto interviste memorabili a donne sovietiche&nbsp;che combatterono il nazismo

&ldquo;&hellip; So solo una cosa. In guerra l&rsquo;uomo si trasforma in un essere spaventoso e oscuro. Come capirlo?&rdquo;

&ldquo;Non so cosa dire&hellip; la lingua non mi obbedisce&hellip; non trovo le parole per descriverlo (&hellip;) dal buio affiora un ricordo. Mi fa mancare il respiro, Rabbrividisco e le parole mi muoiono in gola. Eppure da qualche parte devono pur esserci queste parole&hellip; Ci vorrebbe un poeta.&rdquo;

La domanda che mi faccio e vi faccio &egrave;: cos&rsquo;&egrave; il contrario della guerra?

Non possiamo proteggere bambine e bambini dalle immagini di guerra che stanno invadendo le nostre case, dalle preoccupazioni che avvertono negli sguardi e in frammenti di discorsi di noi adulti. Forse solo i pi&ugrave; piccoli possiamo cercare di proteggere dalla visione dell&rsquo;oscenit&agrave; della guerra, che &egrave; il peggior tradimento dell&rsquo;infanzia di cui &egrave; capace l&rsquo;uomo.

Nella classe 5&deg; della scuola primaria di Giove Roberta Passoni e Raffaele Pagliari hanno dedicato una mattina intera a ragionare, discutere, osservare mappe e poi scrivere brevi testi, che poi rileggeranno insieme per ragionarci ancora su tornando a dialogare, a confrontarsi, a cercare di capire.

Penso che la prima cosa da fare &egrave; darci tempo, tanto tempo perch&eacute; emergano le emozioni pi&ugrave; profonde. Perch&eacute; con attenzione e cautela si riescano nella scuola a creare le condizioni perch&eacute; tutte e tutti arrivino a esprimere liberamente ogni pensiero, inquietudine o paura quando e come desiderano, senza timore di giudizio. E poi si possa ragionare di tutto, su tutto, non facendo l&rsquo;errore di mettersi subito a colorare in tutta fretta arcobaleni e bandiere della pace.

Il contrario della guerra

Il rischio, infatti, &egrave; sempre quello della retorica e della superficialit&agrave;, del ripetere cose scontate per confortarci, invece di ascoltare davvero cosa hanno da dirci bambine e bambini di fronte alle immagini di una guerra percepita come prossima e pericolosa per la prima volta anche per noi, come avverte la bambina che ha scritto: &ldquo;Anche la seconda guerra mondiale &egrave; iniziata cos&igrave;&rdquo;; aggiungendo subito dopo: &ldquo;La guerra arriver&agrave; anche qui?&nbsp; Questa &egrave; la domanda che fa paura.&rdquo;

Con saggezza un&rsquo;altra bambina ha sottolineato che &ldquo;anche se avesse una motivazione la guerra non sarebbe giusta comunque, non sarebbe giustificabile&rdquo;, intendendo con queste sue parole dire o forse urlare quanto la guerra sia sentita dai pi&ugrave; sensibili come un male assoluto, ingiustificabile in ogni caso.

&nbsp;&ldquo;La guerra &egrave; come suicidarci&rdquo;, ha scritto un&rsquo;altra sua compagna. Leggiamo bene: non ha scritto suicidarsi, ma suicidarci, avvertendo in questo modo quanto la cosa la coinvolga e ci coinvolga direttamente. Mentre un suo compagno annotava sconsolato: &ldquo;Sembrano due bambini che giocano con i carri armati e con il fuoco&rdquo;, denunciando che il re &egrave; nudo e pure pericoloso.

Le parole delle bambine e dei bambini

Adulti capaci di guerra

Se ci pensiamo bene noi adulti, presentandoci come capaci di guerra,&nbsp; mostriamo ai nostri figli e nipoti in modo inesorabile che delle generazioni precedenti non ci si pu&ograve; fidare, nemmeno quando si &egrave; piccoli e fragili, e si dovrebbe essere protetti.

E lo scandalo pi&ugrave; grande &egrave; che a provocare morte e stragi la colpa non &egrave; solo di un autocrate dissennato, ma delle istituzioni di uno stato e di un esercito tra i pi&ugrave; potenti al mondo. Ed &egrave; questo che fa paura. Parlando di Putin, un bambino conclude il suo testo affermando &ldquo;&hellip; io lo odio, e non ha per niente senso&rdquo;.

Forse &egrave; cercando di rintracciare questo senso perduto che possiamo riflettere e ragionare insieme sul perch&eacute; la guerra accompagni da millenni la storia del mondo e non siano bastati Aushwitz e Hiroshima a renderla un assoluto tab&ugrave;.

Riflettere sul perch&eacute; i costituenti abbiano ritenuto necessario scrivere a chiare lettere che &ldquo;L&#39;Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libert&agrave; degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali&rdquo; e, insieme, perch&eacute; questa affermazione sia continuamente tradita nel mondo.

&nbsp;&ldquo;Perch&eacute; mettere in pericolo la vita dei bambini?&rdquo;, domanda una allieva.

Lo scandalo pi&ugrave; abnorme della guerra &egrave; &ndash; ricordiamolo! &ndash; quello di giustificare l&rsquo;assassinio, l&rsquo;annientamento del nemico, e l&rsquo;arrivare a considerare nemici anche bambine e bambini inermi, che vengono colpiti quando vengono bombardate persino le scuole.

Pu&ograve; essere importante utilizzare il disegno, la pittura, il corpo che parla attraverso il movimento, l&rsquo;improvvisazione musicale.

Per discutere con profondit&agrave; e lievit&agrave; intorno al proliferare di armi di ogni genere consiglio vivamente La battaglia del burro del Dr. Seuss, edito da Giunti, che &egrave; la pi&ugrave; acuta, sarcastica ed esilarante invettiva contro la corsa agli armamenti, tornata tragicamente di attualit&agrave;.

In apertura: &quot;La luna di Kiev&quot;, da un cartellone delle bambine e dei bambini della scuola primaria di Giove.

La guerra è il peggior tradimento dell'infanzia

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