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La grammatica per tutte e tutti
La valenziale consente di coniugare l’individualizzazione con una proposta didattica per l’intera classe, inclusiva e mai banale

Il modello della grammatica valenziale presenta tanti e vari vantaggi: in primis facilita i docenti nel tenere unita la classe in un’attività comune e, al contempo, nel raggiungere anche obiettivi individualizzati, includendo senza mai banalizzare, sfidando senza mai escludere.
Fare grammatica con il corpo
Per chi apprende l’Italiano come lingua seconda, fare grammatica attraverso il corpo e il movimento – con la messa in scena del dramma del verbo o con attività in palestra all’interno di cerchi colorati, e attraverso il canale visuo-percettivo, attivato dal lavoro con i grafici radiali colorati – permette di promuovere in modo divertente il potenziamento della capacità di osservazione della lingua e la capacità di segmentare il flusso verbale in parti discrete dotate di significato, favorendo l’acquisizione linguistica.
Non solo, partire dal significato del verbo per l’analisi delle frasi in classe, ma anche per la costruzione di frasi ben formate nella produzione orale e scritta, fornisce un’utile procedura di analisi e costruzione di frasi che facilita alunne e alunni con bisogni specifici.
Grammatica valenziale e Italiano L2
La grammatica valenziale sembra, poi, davvero efficace per il lavoro di riflessione su alcuni nodi critici nell’apprendimento dell’Italiano come L2:
- l’ordine non marcato della frase italiana SVO (Soggetto – Verbo – Oggetto);
- i pronomi clitici singoli (mi, ti, la, lo, le, gli, ci, vi, li, ne) o combinati (me lo, te la, gliene, ce le, ve li…), particelle molto complesse da apprendere anche perché atone;
- la struttura di verbi come “piacere”, “servire”, “mancare”, che in Italiano si costruiscono in modo diverso rispetto ad altre lingue, per esempio all’Inglese. In Italiano, diversamente da quello che succede in altri sistemi linguistici, la persona che esperisce il piacere, il bisogno o la mancanza non riveste il ruolo di soggetto ma di oggetto indiretto;
- la struttura della frase passiva, che ha come soggetto il paziente (l’entità che subisce l’azione) dell’evento e pone l’agente (l’entità che compie l’azione espressa dal verbo) come oggetto indiretto introdotto dalla preposizione “da”;
- l’impossibilità di omissione degli argomenti del verbo in taluni contesti in cui in molte lingue non si ripetono elementi linguistici recuperabili dal contesto.
I grafici radiali permettono, infine, di stimolare le classi alla riflessione sulle lingue del mondo per notare, grazie anche alla rappresentazione grafica attraverso i grafici colorati, somiglianze e differenze tra di loro, sviluppando nelle bambine e nei bambini solide competenze metalinguistiche.
Grammatica, lettura e comprensione del testo
Sono sempre più convinto dell’importanza, nelle classi plurali ed eterogenee, con tanti bisogni (linguistici, ma non solo) specifici, di avvicinare l’attività di riflessione sulla frase a quella di comprensione dei testi. Ecco perché ho deciso di sperimentare nella scuola primaria e secondaria di primo grado due diverse modalità di far interagire l’analisi della frase con la lettura e la comprensione dei testi.
1. Fare grammatica valenziale con parole già incontrate nei testi
Alcune sperimentazioni inseriscono il momento di analisi della frase dopo il lavoro di comprensione del testo. La o il docente estrapola e modifica espressioni linguistiche presenti nei testi per formare frasi (lavoro delicato e complesso quanto utile perché si fa grammatica valenziale su frasi, non su enunciati, per loro natura spesso incompleti benché efficaci nell’uso): si ottengono così frasi altamente accessibili e legate all’universo del testo appena compreso, che smettono di essere astratte e si dotano della concretezza data dalla precedente lettura dei testi da parte della classe.
2. Fare grammatica valenziale in percorsi stratificati di avvicinamento ai testi
Un altro tipo di sperimentazione coniuga la grammatica valenziale con la stratificazione dei materiali e dei compiti, la strategia che propone una progressione all’interno delle unità di lavoro/apprendimento dal semplice al complesso e, nella nostra proposta, dalle parole alle frasi al testo.
In questo caso l’osservazione e poi l’analisi di frasi chiave avvicinano gradualmente le alunne e gli alunni al testo e ne facilitano la comprensione, promuovendo al contempo anche il lavoro sulla riflessione metalinguistica e lo sviluppo di competenze linguistiche.
In questo caso, il lavoro sulle parole, prima, e sulla frase, poi, supporterebbe le alunne e gli alunni al passaggio all’unità linguistica più complessa come quella testuale.
Scrittura e lingua dello studio
Un altro fruttuoso impiego della grammatica valenziale è quello per promuovere la produzione scritta attraverso le frasi, prima analizzate tramite i grafici radiali, poi giustapposte e infine cucite insieme anche attraverso semplici connettori a formare un tessuto (il testo, appunto) coerente e coeso.
Infine, la frequentazione costante da parte delle e dei docenti con le frasi nucleari, con il concetto di completezza delle frasi e con il concetto di obbligatorietà degli argomenti può facilitare lo sviluppo di competenze di insegnamento in classi plurali. I testi, che siano orali o scritti, rivolti a classi con apprendenti bilingui emergenti dovrebbero essere resi altamente accessibili e l’uso di frasi brevi con chiara struttura SVO, laddove possibile, permettono a tutte e a tutti nelle classi di comprendere sia testi della comunicazione di base sia di sviluppare nel tempo competenze nella cosiddetta lingua dello studio, essenziale per promuovere il successo formativo delle nostre alunne e dei nostri alunni.
Per concludere
Per concludere, un avvertimento. La grammatica valenziale può essere un utile strumento nelle scuole plurali ed eterogenee, ma occorre che la si porti in classe con la voglia, da parte delle e dei docenti, di imparare passando da sbagli e incertezze e attraverso metodologie attive in laboratori euristici in cui si scoprano le regole e le regolarità presenti nei campioni di lingua analizzati.