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La Geografia per capire il mondo

Insegniamo la Geografia a partire dalla realtà, per un apprendimento significativo che ricollega ciò di cui parliamo a ciò di cui facciamo esperienza

di Cristiano Giorda20 gennaio 20251 minuto di lettura
La Geografia per capire il mondo | Giunti Scuola

Sfogliando la parte di Geografia di qualunque sussidiario per la scuola primaria è difficile imbattersi in argomenti legati a contesti di realtà, cioè a fatti e problemi del mondo contemporaneo. Eppure la realtà geografica è presente in molteplici aspetti con cui bambini e bambine entrano in contatto semplicemente guardando in famiglia un documentario, una serie televisiva, un cartone animato o sfogliando un libro.


Scopriamo la realtà che ci circonda

Faccio un esempio. Il più rilevante, oggi, è il cambiamento climatico, con tutto il suo correlato di scioglimento (liquefazione, scientificamente) dei ghiacciai, innalzamento del livello dei mari, erosione delle coste, perdita di biodiversità e habitat animali, aumento delle ondate di calore e degli incendi, dei fenomeni meteorologici estremi e delle conseguenti inondazioni, frane, alluvioni. Sono tutti aspetti che possono riguardare lo spazio di vita delle nostre città e comunità, che già oggi sono evidenti nel contesto italiano così come a tutte le scale fino a quella globale. I sistemi umani sono impegnati nell’affrontare questo cambiamento e nel tentare di mitigarlo o adattarsi: ecco la transizione ecologica, l’Agenda 2030, l’economia circolare, i cambiamenti in agricoltura, nei sistemi energetici e così via. È corretto didatticamente e scienti ficamente arrivare alla scuola secondaria di primo grado, se non oltre, senza avere l’opportunità di studiare e conoscere meglio un fenomeno come questo, con i suoi mille collegamenti con le attività umane? Oppure affrontarlo relegandolo solo a qualche momento dell’educazione civica?



 

Iniziamo dalle Indicazioni nazionali

Già le Indicazioni nazionali del 2012 fanno esplicito riferimento ad alcune di queste tematiche: “Riciclaggio e smaltimento dei rifiuti, lotta all’inquinamento, sviluppo delle tecniche di produzione delle energie rinnovabili, tutela della biodiversità, adattamento al cambiamento climatico: sono temi di forte rilevanza geografica”.

Ciononostante, si continua in gran parte delle aule a descrivere genericamente gli ambienti, spesso per quasi un biennio, e a parlare poi delle regioni politico-amministrative: anche qui, a dire il vero, a proposito degli ambienti, si potrebbe affrontare il tema del cambiamento climatico e, parlando di regioni e territori, si dovrebbe spiegare come sono trasformati dalle migrazioni, dall’impegno per la transizione ecologica e via dicendo.

 

Mettiamo la realtà al centro del curricolo

Qualcuno obietterà che tutti i problemi sono per loro natura interdisciplinari. Ottima osservazione, corretta. Sappiamo trarne le conseguenze didattiche? Si tratta di costruire un curricolo nel quale i problemi siano al centro, e ancorarli alla realtà attraverso i luoghi, i territori dove le cose accadono e le persone le possono osservare nel paesaggio, nelle relazioni sociali, nella vita quotidiana.

La Geografia, quando affronta temi rilevanti, è in grado di collegare saperi e approcci di tutte le materie del curricolo, riportandoli alla dimensione spaziale del territorio: dallo spazio locale, vissuto, a quello regionale, nazionale o mondiale.

 

Colleghiamo le discipline grazie alla geografia

Per arrivare a questo, cioè a un apprendimento significativo che ricollega ciò di cui parliamo a ciò di cui facciamo esperienza, cioè alla realtà, abbiamo bisogno di Geografia. Non la Geografia che elenca le cose e ci dice dove esse sono localizzate e basta, ma la Geografia che collega le cose fra loro, che ci mostra i legami invisibili tra ambiente e attività umane, tra società ed economia, tra politica e cultura.

Più semplicemente, conoscenze, abilità e competenze educative sembrano andare ancora su binari differenti: magari si lavora sull’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che tocca gran parte di questi temi, ma non lo si fa all’interno dei curricoli disciplinari o inter-trans-disciplinari, nelle unità di apprendimento, procedendo per compartimenti stagni.

Ma nella realtà del mondo questi aspetti sono collegati, e compito della scuola, nella sua educazione al pensiero critico e al problem solving, è proprio quello di collegare i saperi generali a contesti di realtà. Già il pensatore e pedagogista americano John Dewey, un secolo fa, scriveva che il cuore dell’insegnamento geografico consiste nell’indagare la connessione tra fatti naturali e avvenimenti sociali e nel vederne le conseguenze per la vita umana. E che per questo le conoscenze geografiche vanno applicate ai problemi attuali, offrendo un contributo allo sviluppo culturale e alla cooperazione globale, grazie al costante collegamento con la vita contemporanea.


Insegniamo per temi per stimolare la curiosità

Questa peculiarità della Geografia è oggi importante se collegata alle competenze europee, sulle quali in tutta Europa si sta cercando di far convergere i curricoli scolastici.

Qualcuno potrebbe temere che questo approccio aumenti la complessità del curricolo rendendolo difficile per alcuni alunni e alunne.

In realtà, con un’adeguata semplificazione dei temi, quello che accade è il contrario: insegnare per temi e problemi stimola la partecipazione e l’attenzione, perché mostra il collegamento tra quanto si studia e la realtà quotidiana, una condizione che aumenta la curiosità di imparare, la stabilità emotiva e la capacità critica, fornendo competenze utili alla vita personale e ad aspetti della cittadinanza.   

 

IL MONDO DEL SUSSIDIARIO GIUNTI SCUOLA

Il nuovo sussidiario 2025 Super Mondo propone tante attività legate alla realtà vissuta dai bambini e dalle bambine e pagine con collegamenti tra le discipline.


Da Super Mondo, Giunti Scuola, Geografia, 4ª

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