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Come genere narrativo, la fiaba ha una sua precisa identità contraddistinta da un tempo generico, situato in un passato imprecisato, da personaggi indefiniti, senza nomi né descrizioni, che assumono ruoli funzionali alla storia, e da luoghi altrettanto generici, definiti da semplici nomi come il bosco, un reame, il villaggio o il palazzo, senza particolari descrizioni né collocazioni geografiche.“C’era una volta” è l’espressione metonimica che ci inserisce in un mondo “altro”, senza luogo né tempo, dove avvengono vicende straordinarie e regna la magia. Nel mio volume <a data-cke-saved-href="https://www.scuolastore.it/it/book/ti-racconto-le-fiabe" target="_blank" href="https://www.scuolastore.it/it/book/ti-racconto-le-fiabe">Ti racconto le fiabe</a> (Giunti, 2020) ne ho selezionate venti, tratte dalle più celebri raccolte (Basile, Grimm, Perrault, Afanasiev, Calvino) per proporre un percorso personalizzato all’interno di questo vasto, ricco e articolato genere letterario.&nbsp;I personaggi incarnano emozioniSappiamo che la fiaba affronta temi umani di base come ad esempio la paura, esteriorizzata in figure orrende, pericolose e divoratrici, in cui si imbattono personaggi inermi. Ho preferito concentrarmi non tanto sulla contrapposizione tra bene e male, quanto sull’intraprendenza dei protagonisti, ragazze e ragazzi pronti ad affrontare sfide e a superare ostacoli grazie a qualità che sono soprattutto quelle del cuore: compassione, gentilezza, generosità, intuizione, amore. È una scelta dettata, più che da mie personali esigenze o predilezioni, dalle richieste delle bambine e dei bambini di oggi (e cioè i miei nipoti e i figli degli amici), più interessati a storie dove i protagonisti affrontano sfide e risolvono dilemmi piuttosto&nbsp;che contrastare esseri soprannaturali e ricorrere all’aiuto della magia. Anzitutto questo tipo di storie mette in scena un paesaggio sentimentale, in cui i lettori possono chiaramente riconoscere le emozioni incarnate da personaggi ed evidenziate dalle relazioni: gelosia, invidia, ira, orgoglio sono perfettamente delineate da sorelle o fratelli in competizione con i protagonisti, fratelli e sorelle che rappresentano “il doppio” dei personaggi principali e che mostrano il comportamento sbagliato rispetto a quello che risulterà vincente. Ad esempio, ne La Regina delle Api, il fratello altezzoso e aggressivo riuscirà sconfitto dalle tre prove da superare, mentre il giovane che ha avuto compassione e ha dimostrato gentilezza e solidarietà con piccoli animali, difendendoli dalla boria violenta del fratello, sarà aiutato da quegli stessi animali a superare brillantemente le tre prove. Lavorare con queste fiabe ci permette perciò di affrontare le diverse gradazioni delle emozioni umane, discutendone insieme e stimolando i bambini a individuare i sentimenti che guidano i due protagonisti, a rielaborarli e a commisurarli con le proprie esperienze.Il raporto con la natura&nbsp;Questa fiaba, peraltro, risulta molto attuale per il rapporto che il protagonista stabilisce con la natura e con gli animali: la difesa di anatre, formiche e api, che vivono nei tre diversi ambienti di acqua, terra e aria, ci permette di costruire rimandi allo studio della scienza e dei diversi ambienti, del comportamento animale, dell’importanza per l’ambiente di insetti impollinatori come le api, la cui tutela oggi è essenziale. Non è l’unico caso di fiaba che può stimolare a costruire relazioni tra diverse discipline, permettendoci di lavorare sul piano espressivo, linguistico, narrativo e sul piano scientifico, di approfondimento di&nbsp; competenze. Mignolina, affascinante fiaba di Hans Christian Andersen, racconta il viaggio della piccolissima protagonista sia nel passaggio delle stagioni (dall’estate all’autunno all’inverno e poi di nuovo la primavera), che attraverso l’incontro con animali d’acqua (i rospi, i pesci), di terra (la topolina che la ospita, la talpa), d’aria (il maggiolino, la rondine), fino al meraviglioso paese dei fiori dove troverà il suo posto nel mondo. Oltre a prestarsi a un lavoro di illustrazione magnifico con tecniche miste (pittura, collage) sui diversi ambienti che il personaggio attraversa nel passaggio stagionale (dal sotterraneo al cielo, dal fiume al giardino fiorito), Mignolina è come una specie di portavoce del “piccolo mondo” della natura, contraddistinto da fiori, foglie, semi, piante da osservare e conoscere nelle loro caratteristiche e nel loro sviluppo di superficie&nbsp; e sotterraneo. Si può perciò dire che nella fiaba tutto sia paesaggio “dialogante”: un luogo naturale in cui i personaggi umani sanno dialogare con tutte le creature viventi, che siano animali o piante; uno spazio dove si inscenano le forti e contrastanti emozioni umane, anch’esse in grado di dialogare tra loro, laddove dialogo significa ragionamento che permette di comprendere e scegliere, e imparare a conoscersi per migliorare sé stessi e le proprie relazioni. Le storie che ho scelto anzitutto le ho attualizzate con un linguaggio contemporaneo che evidenzia di più l’ironia, il nostro modo di raccontare le storie con un po’ di distacco e umorismo, rispetto alla modalità drammatica e decisamente moralista utilizzata nel passato, in cui obbedienza e modestia erano al primo posto della scala di valori da trasmettere.

“Esistono fiabe di tutti i tipi, perché provengono da tutto il mondo e sono in grado di accontentare tutti i gusti. In questo libro ne ho raccolte alcune e le ho scritte esattamente come le racconto alle mie bambine e ai miei bambini, un po’ seguendo la versione originale tratta da volumi antichi, un po’ cambiando e aggiungendo del mio, cercando di renderle più moderne nel linguaggio. Per ascoltare le mie fiabe, però, bisogna prepararsi in questo modo:&nbsp;• spegniamo tutte le luci e lasciamone accesa una per leggere le pagina. Se leggete su tablet illuminato, accendete comunque una piccola luce per creare un’atmosfera di soffice penombra;&nbsp;• sediamoci comodi sul divano, sul tappeto, voi appoggiati a un bel cuscino morbido, i vostri bambini intorno, perché le fiabe si trasmettono a voce, a pelle, a sguardo, a battito di cuore; […]&nbsp;• leggiamo con calma, con lentezza, con piacere. Non c’è fretta! La fiaba ci guida in un inesorabile cammino umano non in una incontrollabile corsa sfrenata. Sapremo trovare voci diverse per ogni personaggio: sottile, tremolante, ferma, dolce, sussurrata o un po’ più alta, balbettante o decisa. Quanto più presteremo il nostro corpo al testo, tanto più la fiaba diventerà nostra, il nostro discorso per i bambini, per dar loro accesso alla fantasia, alla meditazione, la capacità di raccontare, di serbare le storie e immaginarle”.&nbsp;Zannoner, P. (2020). Ti racconto le fiabe. Firenze: Giunti Editore.<img filer_id="232872" data-cke-saved-src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/01/26/01260154-2e2c-4f74-9f60-0d454266388a/ti_racconto_le_fiabe.jpg__100x124_q85_subsampling-2.jpg" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/01/26/01260154-2e2c-4f74-9f60-0d454266388a/ti_racconto_le_fiabe.jpg__100x124_q85_subsampling-2.jpg" title="" align="" thumb_option="" original_image="true" width="250" height="310">

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La fiaba, paesaggio dialogante

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