Anticipo scolastico? Una novità vecchia

Cubomania

Il passaggio dai suoni ai segni

Momenti speciali

Adesso siamo grandi!

Percorso continuità parte I: Prepariamo la festa

È la narrazione che ci dice di noi, di come siamo e stiamo, è la relazione che ci rispecchia e ci salva.


 Manteniamo questi due punti di riferimento irrinunciabili attraverso:

<ul>
 <li>
 
 La lettura e il racconto
 
 : scegliamo libri, letture e poesie, video che ci aiutino, attraverso delle belle storie, a comprendere e migliorare noi stessi, la nostra visione delle cose e del mondo. Storie che attraverso le avventure e le vicende dei personaggi protagonisti, mandino messaggi positivi e risolutivi. Viviamo la lettura come momento intenso e di piacere, senza razionalizzare e spiegare troppo, perché le storie lavorano dentro di noi e ci aiutano. Invece di p
 </li>
</ul>

È la narrazione che ci dice di noi, di come siamo e stiamo, è la relazione che ci rispecchia e ci salva. Manteniamo questi due punti di riferimento irrinunciabili attraverso:La lettura e il racconto: scegliamo libri, letture e poesie, video che ci aiutino, attraverso delle belle storie, a comprendere e migliorare noi stessi, la nostra visione delle cose e del mondo. Storie che attraverso le avventure e le vicende dei personaggi protagonisti, mandino messaggi positivi e risolutivi. Viviamo la lettura come momento intenso e di piacere, senza razionalizzare e spiegare troppo, perché le storie lavorano dentro di noi e ci aiutano. Invece di proporre attività strutturate, dopo la lettura attiviamo il gioco manipolativo, motorio, drammatico teatrale e lasciamo liberi i bambini di tirar fuori le proprie emozioni (Bettelheim).La documentazione, fatta come una narrazione, della nostra storia personale, di gruppo e di scuola. Restituiamo, con costanza, ai bambini i vissuti precedenti e quelli attuali con narrazioni che aiutino a riconoscersi e a percepire il valore dei nostri legami e delle nostre esperienze.L’osservazione: che cosa avvertono i bambini al di là delle mascherine? Come esprimiamo affetto, accoglienza, autorevolezza, vicinanza, fiducia…? Quali setting abbiamo pensato per vivere bene le relazioni? Come abbiamo ideato e stiamo agendo per la gestione delle routine, dell’arrivo, del commiato… Possiamo migliorare alcuni aspetti? Come?Proponiamo circle time, dialoghiamo spesso, riflettiamo insieme, il momento delle chiacchiere…, ascoltiamo i bambini e accogliamo tutto quello che dicono. Utilizziamo i pensieri e le idee dei bambini all’interno di ogni percorso/processo di esperienza a scuola. Diamo valore a quello che i bambini ci raccontano e alle idee che manifestano, diamo spazio ai loro progetti.Parliamo tra colleghi e con i genitori: ritrovarsi a scuola cosa è stato per i bambini? E per noi adulti? Che cosa ricordano, che cosa desiderano i bambini? Come vivono la scuola oggi? Come affrontiamo eventuali periodi di quarantena? Apriamo spazi di ascolto e di parola, con i bambini, tra di noi, con le famiglie.Assicuriamo una presenza continua e discreta. Nonostante le difficoltà e le regole, privilegiamo una nostra presenza attenta e sensibile.  Lasciamo da parte il fare per fare e dedichiamo più tempo a ciò che accoglie e fa star bene.Come progettare in continuità nel gruppo docente?Ora che in molte scuole siamo chiusi nelle bolle è più che mai importante collaborare e condividere organizzazione e progettualità. Il rischio è che la scuola si frammenti e di conseguenza anche l’esperienza del bambino.Come fare in modo che i bambini si sentano appartenenti alla scuola anche se vivono in una bolla?Se progettiamo assieme e portiamo avanti un’organizzazione e delle esperienze condivise, questo è già un elemento di continuità interna unificante, ma dobbiamo fare in modo che i bambini si rendano conto di appartenere alla scuola e che ci sono altri insegnanti e compagni che vivono con noi e giocano come noi.Alcune idee: troviamo il modo di comunicare tra bolle/gruppi/sezioni con dei video, per mostrarci reciprocamente alcune cose realizzate e raccontare quello che stiamo vivendo; creiamo una scatola o un librone, plastificati e igienizzabili, dove ognuno metta qualcosa per gli altri, continuando una storia o proponendo varianti rispetto ad un gioco; organizziamo uno spazio comune nel quale andremo alternativamente, a turno, dopo che è stato igienizzato, anche all’aperto se possibile: per esempio, per dipingere un grandissimo murales o coltivare un orto o allestire una costruzione (l’albero delle preghiere, la parete delle poesie, il castello dei sogni, il cerchio delle parole gentili…).

<ul><li>Orvieto, L. Leo e Lia. 2011. Giunti Junior </li></ul>Il libro parla della relazione tra Leo e Lia, fratello e sorella, e le figure adulte, innanzitutto la mamma, ma anche la governante inglese -Miss Pear- e altri personaggi - il padre, la cuoca. Difficile illustrare&nbsp;le sfumature di queste relazioni che appaiono intense: incontriamo la cura, la severità, la complicità, l’educazione, il divertimento, la pazienza, l’ascolto.<ul><li>Vago, M. Il cappello della rabbia. 2021. Giunti Editore </li></ul>Giacomo ha sei anni e sette cappelli: cambia cappello ogni volta che cambia umore. Ma un giorno il vento si porta via il cappello del buonumore e allora Giacomo si mette in testa quello della rabbia e non se lo vuole più levare. E ora come si fa?<ul><li>Benevelli, A. Gira giraffa nel paese degli animali. 2007. Esserci</li></ul>Un libro per riflettere e sperimentare la capacità relazionale.<ul><li>Temple, K.J, Baynton, T, R (trad. Susanna Mattiangeli). Non&nbsp;C'è posto per tutti. 2020. Il Castoro</li></ul>Andando da sinistra a destra nella lettura la storia è quella di una esclusione, di un respingimento verso un mare pieno di insidie. Se invece ripartiamo dal fondo e risaliamo la corrente si tratta di un viaggio effettivamente pericoloso verso un luogo dove potersi fermare e sentirsi accetti e a casa.&nbsp;<ul><li>Moreau, L, A che pensi?. 2012. Orecchio Acerbo</li></ul>Un libro che parla di sentimenti e stati d’animo, di solitudini, relazioni, pensieri, dii empatia, senza parlarne.<ul><li>Weber, B, Lee, S. Chiedimi cosa mi piace. 2016. Terre di Mezzo Editore</li></ul>Un libro luminosissimo nei colori, vivace, dolcissimo nella storia. Impostato interamente attorno a un semplice e ripetuto dialogo giocoso tra papà e figlia, la storia scorre nell’arco di una giornata, dall’uscita di casa al momento della buonanotte. Nel&nbsp;mezzo, tante emozioni.<ul><li>Krauss R, Ruzzier S&nbsp;(trad. Sergio Ruzzier). Guarda sotto il letto se c'è della poesia. 2020. Topipittori</li></ul>I bambini sono persone organizzate con le proprie ambizioni, affascinate dal linguaggio, con una esuberanza e una gioia di vita quotidiana e un irreprensibile senso del ridicolo. Per i bambini e le bambine i libri di Krauss sono inesauribili fonti di scoperta, di discussione, di imitazione, di risata.<ul><li>Alemagna, B. La gigantesca piccola cosa.2011. Donzelli</li></ul>Cosa sarà mai questa gigantesca, piccola cosa? C'è chi la cerca per tutta la vita ma quando la vede non sa riconoscerla, chi non crede di potersela meritare e invece un giorno arriva, c'è chi la considera un attimo e chi crede sia una condizione permanente. La gigantesca piccola cosa di cui va in cerca la protagonista di questo libro è la felicità.

È la narrazione che ci dice di noi, di come siamo e stiamo, è la relazione che ci rispecchia e ci salva.&nbsp;Manteniamo questi due punti di riferimento irrinunciabili attraverso:<ul><li>La lettura e il racconto: scegliamo libri, letture e poesie, video che ci aiutino, attraverso delle belle storie, a comprendere e migliorare noi stessi, la nostra visione delle cose e del mondo. Storie che attraverso le avventure e le vicende dei personaggi protagonisti, mandino messaggi positivi e risolutivi. Viviamo la lettura come momento intenso e di piacere, senza razionalizzare e spiegare troppo, perché le storie lavorano dentro di noi e ci aiutano. Invece di proporre attività strutturate, dopo la lettura attiviamo il gioco manipolativo, motorio, drammatico teatrale e lasciamo liberi i bambini di tirar fuori le proprie emozioni (Bettelheim).</li><li>La documentazione, fatta come una narrazione, della nostra storia personale, di gruppo e di scuola. Restituiamo, con costanza, ai bambini i vissuti precedenti e quelli attuali con narrazioni che aiutino a riconoscersi e a percepire il valore dei nostri legami e delle nostre esperienze.</li><li>L’osservazione: che cosa avvertono i bambini al di là delle mascherine? Come esprimiamo affetto, accoglienza, autorevolezza, vicinanza, fiducia…? Quali setting abbiamo pensato per vivere bene le relazioni? Come abbiamo ideato e stiamo agendo per la <a data-cke-saved-href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/il-valore-delle-routine/" target="_blank" href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/il-valore-delle-routine/">gestione delle routine, dell’arrivo, del commiato</a>… Possiamo migliorare alcuni aspetti? Come?</li></ul>Proponiamo <a data-cke-saved-href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/leducazione-socio-affettiva-per-star-be" target="_blank" href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/leducazione-socio-affettiva-per-star-be">circle time</a>, dialoghiamo spesso, riflettiamo insieme, il momento delle chiacchiere…, ascoltiamo i bambini e accogliamo tutto quello che dicono. Utilizziamo i pensieri e le idee dei bambini all’interno di ogni percorso/processo di esperienza a scuola. Diamo valore a quello che i bambini ci raccontano e alle idee che manifestano, diamo spazio ai loro progetti.Parliamo tra colleghi e con i genitori: ritrovarsi a scuola cosa è stato per i bambini? E per noi adulti? Che cosa ricordano, che cosa desiderano i bambini? Come vivono la scuola oggi? Come affrontiamo eventuali periodi di quarantena? Apriamo spazi di ascolto e di parola, con i bambini, tra di noi, con le famiglie. Assicuriamo una presenza continua e discreta. Nonostante le difficoltà e le regole, privilegiamo una nostra presenza attenta e sensibile. &nbsp;Lasciamo da parte il fare per fare e dedichiamo più tempo a ciò che accoglie e fa star bene.Come progettare in continuità nel gruppo docente?Ora che in molte scuole siamo chiusi nelle bolle è più che mai<a data-cke-saved-href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/lavorare-gruppo-e-rete" target="_blank" href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/lavorare-gruppo-e-rete"> importante collaborare e condividere organizzazione e progettualità</a>. Il rischio è che la scuola si frammenti e di conseguenza anche l’esperienza del bambino. Come fare in modo che i bambini si sentano appartenenti alla scuola anche se vivono in una bolla? Se progettiamo assieme e portiamo avanti un’organizzazione e delle esperienze condivise, questo è già un elemento di continuità interna unificante, ma dobbiamo fare in modo che i bambini si rendano conto di appartenere alla scuola e che ci sono altri insegnanti e compagni che vivono con noi e giocano come noi.Alcune idee:<ul><li>&nbsp;troviamo il modo di comunicare tra bolle/gruppi/sezioni con dei video, per mostrarci reciprocamente alcune cose realizzate e raccontare quello che stiamo vivendo;</li><li>&nbsp;creiamo una scatola o un librone, plastificati e igienizzabili, dove ognuno metta qualcosa per gli altri, continuando una storia o proponendo varianti rispetto ad un gioco;</li><li>&nbsp;organizziamo uno spazio comune nel quale andremo alternativamente, a turno, dopo che è stato igienizzato, anche all’aperto se possibile: per esempio, per dipingere un grandissimo murales o coltivare un orto o allestire una costruzione (l’albero delle preghiere, la parete delle poesie, il castello dei sogni, il cerchio delle parole gentili…).</li></ul>

La continuità nella vita di scuola