Attività per un percorso autobiografico - "Pillole" per star bene insieme

In classe con Marcel: per una pedagogia autobiografica

In classe con Marcel: i colori dei ricordi

La comunicazione sia verbale che espressiva &egrave; stata messa duramente alla prova dalla necessit&agrave; di indossare la mascherina. &Egrave; quindi utile far riflettere i bambini sul valore della gestualit&agrave; del corpo e sulle modalit&agrave; alternative per esprimere pensieri ed emozioni.

Partire dai significati 

La proposta parte dall&rsquo;analisi della parola &ldquo;comunicare&rdquo;. Ho chiesto ai bambini di scrivere su un foglietto la prima parola che veniva in mente pensando al &ldquo;comunicare&rdquo;.

Il brainstorming si &egrave; rivelato utile per capire quanto noi insegnanti, erroneamente, si tenda spesso a dare per scontato che tutti i nostri bambini conoscano il significato delle parole proposte. Infatti in alcuni, soprattutto di lingue madri diverse dall&rsquo;italiano o di recente migrazione, &egrave; subito emerso che ignoravano il significato di quella parola.

Come spesso accade, a dar loro supporto sono stati i compagni ed &egrave; stato semplice attraverso le loro spiegazioni traslare il significato con un sinonimo di pi&ugrave; facile comprensione come &ldquo;dire&rdquo;. 
Dalle parole emerse e dalle spiegazioni dei singoli ha preso cos&igrave; avvio un&rsquo;animata discussione sul valore e gli strumenti utili alla comunicazione. E la conclusione &egrave; stata che, in questo momento in cui manca in parte la mimica facciale, per farsi capire &egrave; quanto mai necessario gesticolare&hellip;

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Immagini e disegni per comunicare

Il discorso &egrave; stato poi ripreso quando con la filastrocca di Gianni Rodari Perch&eacute; si parla?, tratta da Versi e storie di parole edito da Einaudi Ragazzi. Da qui &egrave; nata nuovamente una discussione sugli strumenti utili alla comunicazione verbale, incentrata &ndash; per via della recente esperienza della Dad &ndash; su telefoni, tablet e collegamenti video.

Ho cercato anche di portare l&rsquo;attenzione su cosa possa essere utile alla comunicazione verbale in quei casi in cui non si hanno a disposizione tutti i sensi o ci sono impedimenti dovuti a disfunzioni o malattie. Per fare ci&ograve; ho proposto la lettura di Perch&eacute; non parli?&nbsp;di Polly Dunbar, edito da Mondadori. Il libro oltre a essere ben illustrato ha la capacit&agrave; di far immedesimare i piccoli lettori in uno dei due personaggi. Da una parte c&rsquo;&egrave; Ben, un bambino, voglioso di parlare con il suo nuovo amico Pinguino ricevuto in dono per il suo compleanno; dall&rsquo;altra il povero animale, che non riesce a rispondere alle insistenti domande e sollecitazioni del bambino.

Visto il brusio creatosi durante la lettura, ho preferito non rivelare subito il finale della storia. Anche se la successiva discussione si &egrave; fatta accesa, soprattutto per cercare di comprendere la crescente irritazione di Ben e i silenzi di Pinguino, li ho lasciati liberi di riflettere e di dare interpretazioni personali prima di svelare che alla fine i due riescono a comunicare tramite una serie di immagini.

Terminata la lettura, la riflessione si &egrave; spinta fino ai ricordi di quando, in prima e in seconda, si era utilizzata la CAA. Trattandosi di lettura per immagini, per agevolare la comprensione del testo a chi ancora faticava con la lettura e ai bambini recentemente arrivati in Italia, erano stati letti diversi libri tradotti in questo modo.

Questa volta ho optato per la video lettura, reperibile in rete, del libro di Nicoletta Costa &ldquo;Giulio Coniglio e il leone forestiero&rdquo;, edito da Franco Cosimo Panini, <a href="https://www.youtube.com/watch?v=cBwyVQiD0Cw]" target="_blank">prima in CAA</a>&nbsp;e poi <a href="https://www.youtube.com/watch?v=qXdH6D06ujM" target="_blank">in LIS</a>.

&nbsp;La seconda proposta, quella in LIS, &egrave; stata molto gradita e ha attirato l&rsquo;attenzione su una modalit&agrave; di comunicazione gi&agrave; vista spesso in televisione ma mai sperimentata direttamente. Cos&igrave;, grazie alla collega che conosce la Lingua Italiana dei Segni, abbiamo potuto imparare i saluti e alcune parole utili alla conversazione.

Io parlo, tu parli... noi comunichiamo

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