Sulla punizione: un sondaggio

Diversità: mai perdere la capacità di meravigliarsi

Il senso di sé cognitivo

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

Non misuriamo e giudichiamo, ma cerchiamo la conoscenza autentica del mondo del bambino, spesso sconosciuto all’adulto. I saperi, le abilità e le competenze, le propensioni che manifesta sono una base da cui partire, non possiamo ignorarle e intervenire sovrapponendo esperienze meno significative a quelle che già vive o spendere tempo a proporre ciò che il bambino già sa fare. Troviamo le “soglie” dalle quali partire per ampliare, espandere e potenziare nuovi apprendimenti.

Questo è il tempo in cui dedicarci all’ascolto perché abbiamo bisogno di conoscere o rimettere a fuoco quello che sappiamo e sentiamo di ogni bambino; nel mentre, osserviamo anche noi stessi e il contesto.L’ascolto è un atteggiamento di attenzione da mantenere sempre nella relazione educativa; è una strategia metodologica nel momento in cui scegliamo intenzionalmente su che cosa dirigere lo sguardo, in quali situazioni e per quanto tempo, in che modo teniamo memoria di quello che abbiamo osservato.

ASCOLTARE per comprendere (per i piccolissimi e i nuovi arrivati)

ASCOLTARE per comprendere (per i piccolissimi e i nuovi arrivati)

L’ascolto restituisce al bambino, attraverso lo sgua

L’ascolto restituisce al bambino, attraverso lo sguardo empatico e fiducioso dell’adulto, un messaggio vitale: “Ti vedo, tu esisti e io sono qui per accoglierti e accompagnarti”.Conteniamo e includiamo ogni bambino in noi stessi come educatori e nell’ambiente, guardando alle caratteristiche personali, comunicative e attitudinali per valorizzare i potenziali di sviluppo e apprendimento e partire veramente da ciascuno, nel rispetto e nell’attenzione alle diversità.

OSSERVARE per conoscere e agire (per tutti)

Situazioni ricorrenti interessanti

LA STRATEGIA dell’ascolto

Il gioco libero racconta<ul><li>Da 0 a 6 anni è essenziale ascoltare quanto manifestano i bambini nei giochi liberi all’aperto e nei giochi autonomi negli angoli per scoprire: autonomia, scelte, iniziative, interazioni con i materiali e con gli altri, autoapprendimento, autoregolazione, emozioni, sentimenti, movimento coordinato e finalizzato, espressioni, parole, elaborazioni personali…</li><li>Usiamo le videoregistrazioni in qualche occasione e annotiamo aspetti salienti personali.</li></ul> Gesti prosociali<ul><li>Osserviamo i comportamenti relazionali, verso adulti e compagni, all’arrivo a scuola e nel ricongiungimento con il genitore; durante il gioco, quando siamo nel cerchio, quando c’è da fare qualcosa insieme, in due, in piccolo o grande gruppo.</li><li>I bambini fanno gesti di aiuto e di empatia? Si accorgono delle emozioni dell’altro? Si scambiano un gioco o un materiale? Lo difendono e lo tengono solo per sé? Capiscono la gentilezza? Prendiamo nota.</li></ul> Nella vita quotidiana<ul><li>In ogni routine si attiva una relazione tra adulto e bambini che permette autonomia, fiducia in sé stessi, spirito di iniziativa e responsabilità. Osserviamo se diamo al bambino spazio di libero movimento e possibilità di agire; guardiamo i processi di autonomia personale, di gestione delle cose proprie e dell’ambiente. Scriviamo note su adulti e bambini.</li></ul>

Questo è il tempo in cui dedicarci all’ascolto perché abbiamo bisogno di conoscere o rimettere a fuoco quello che sappiamo e sentiamo di ogni bambino; nel mentre, osserviamo anche noi stessi e il contesto.L’ascolto è un atteggiamento di attenzione da mantenere sempre nella relazione educativa; è una strategia metodologica nel momento in cui scegliamo intenzionalmente su che cosa dirigere lo sguardo, in quali situazioni e per quanto tempo, in che modo teniamo memoria di quello che abbiamo osservato.

Il disegno racconta<ul><li>Il disegno rappresenta per il bambino il modo migliore per comunicare ed esprimere il proprio mondo interiore, i vissuti, le emozioni e i sentimenti.</li><li>Riconosciamo nel disegno (dallo scarabocchio al disegno nei suoi passaggi evolutivi, alle prime scritture) le caratteristiche del gesto grafico e le complesse competenze in gioco: motorie, rappresentative, cognitive, emotive, volitive.</li><li>Conserviamo alcuni disegni di ogni bambino per rilevarne peculiarità e sviluppi; osserviamo la figura umana, l’uso dello spazio, i temi rappresentati.</li></ul> Contesti di gioco simbolico e costruttivo<ul><li>Mettiamo a disposizione spazi, tempi, materiali per giocare, in sezione e all’aperto; condividiamo alcune regole di accesso.</li><li>Osserviamo come liberamente, per scelta e piacere, i bambini si aggregano e agiscono nell’angolo di gioco (casetta, costruzioni, manipolazione con materiali poveri, negozio…).</li><li>Attiviamo un ascolto rivolto a ciò che effettivamente accade e ripetiamolo più volte. I bambini devono sentirsi rilassati e fiduciosi di potersi esprimere come desiderano. Stendiamo dei protocolli o -videoregistriamo; rileviamo i comportamenti ricorrenti e anche la funzionalità degli spazi organizzati.</li></ul> Nel cerchio della narrazione<ul><li>Scegliamo alcune situazioni nelle quali utilizziamo il cerchio, in piccolo e grande gruppo: la lettura/racconto, la conversazione a tema, la discussione su questioni che ci riguardano.</li><li>La consuetudine all’ascolto e al dialogo la costruiamo nel tempo. In questo periodo possiamo osservare: il modo di stare nel cerchio, l’ascolto dei compagni e delle storie lette o narrate, i tipi di interventi verbali fatti spontaneamente e su richiesta, competenze trasversali come attenzione, concentrazione, memoria. Raccogliamo “i discorsi” dei bambini.</li></ul>

L’ascolto restituisce al bambino, attraverso lo sguardo empatico e fiducioso dell’adulto, un messaggio vitale: “Ti vedo, tu esisti e io sono qui per accoglierti e accompagnarti”.Conteniamo e includiamo ogni bambino in noi stessi come educatori e nell’ambiente, guardando alle caratteristiche personali, comunicative e attitudinali per valorizzare i potenziali di sviluppo e apprendimento e partire veramente da ciascuno, nel rispetto e nell’attenzione alle diversità.

Contesti da privilegiare

Il tempo dell’ascolto

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