Giocare con i silent book

Come stai imparando in questo momento? Una proposta per motivare gli alunni nella didattica a distanza

Usciamo dalla scuola: David guida i compagni  alla scoperta della città

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 Tra i tanti bambini e ragazzi che per la legislazione italiana sono ancora “stranieri”, sono molti quelli nati in Italia o che hanno frequentato sin dalle prime classi la scuola italiana. Per molti di loro si pone il tema del plurilinguismo nascosto, cioè di una o più lingue, dei genitori o del Paese di origine della famiglia, che non trovano spazio nel mondo scolastico e talvolta nemmeno in quello domestico. Una ricchezza linguistica che la scuola dovrebbe invece riconoscere e far emergere perché le lingue d’origine familiari non siano viste come qualcosa da occultare sulla strada della omologazione. La lingua materna è un bagaglio cult
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Tra i tanti bambini e ragazzi che per la legislazione italiana sono ancora “stranieri”, sono molti quelli nati in Italia o che hanno frequentato sin dalle prime classi la scuola italiana. Per molti di loro si pone il tema del plurilinguismo nascosto, cioè di una o più lingue, dei genitori o del Paese di origine della famiglia, che non trovano spazio nel mondo scolastico e talvolta nemmeno in quello domestico. Una ricchezza linguistica che la scuola dovrebbe invece riconoscere e far emergere perché le lingue d’origine familiari non siano viste come qualcosa da occultare sulla strada della omologazione. La lingua materna è un bagaglio culturale prezioso che arricchisce chi lo possiede e non impedisce lo sviluppo delle competenze linguistiche in italiano.


ATTIVITÀ
L’autobiografia linguistica
Per il riconoscimento e la valorizzazione del plurilinguismo individuale, si sollecita il racconto autobiografico delle lingue parlate o con le quali ognuno è in contatto. In relazione all’età degli alunni gli stimoli all’autobiografia linguistica possono essere differenti. Nel progetto europeo IRIS – Identifying and Reconstructing Individual language Stories condotto in Italia dal Centro COME di Milano – sono stati proposti quattro strumenti:

mappa della comunicazione intrafamiliare;
intervista reciproca;
bilinguismo disegnato;
silhouette e autobiografia linguistica.

 
1. Mappa della comunicazione familiare
La mappa della comunicazione familiare (Fig. 1) visualizza i flussi comunicativi nella famiglia, tra genitori e figli, e a volte viene ampliata anche con le indicazioni relative alla comunicazione con i nonni e altri parenti.


FAQ 10. Quale differenza c'è tra l'esonero e la dispensa parziale per le lingue straniere? (ed. PLUS)

FAQ 11. Quale differenza c'è tra PEI e PDP? Al bambino con DSA serve un PEI o un PDP? (ed. PLUS)

FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

Il racconto autobiografico

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