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La cooperativa
 
 Il Sorriso
 
 , costituita nel 1999, ha dato vita ai primi nidi familiari sul modello Nord europeo consolidando, nel tempo, un servizio innovativo e apprezzato da famiglie e amministrazioni. Nel percorso l’impegno si è aperto su due fronti: uno, interno, volto a definire la proposta educativa e organizzativa del servizio; l’altro, esterno, per diffonderla nelle altre regioni Italiane. Oggi la cooperativa gestisce e coordina 60 nidi, dà lavoro a 130 donne entusiaste e risponde annualmente alle

La cooperativa Il Sorriso, costituita nel 1999, ha dato vita ai primi nidi familiari sul modello Nord europeo consolidando, nel tempo, un servizio innovativo e apprezzato da famiglie e amministrazioni. Nel percorso l’impegno si è aperto su due fronti: uno, interno, volto a definire la proposta educativa e organizzativa del servizio; l’altro, esterno, per diffonderla nelle altre regioni Italiane. Oggi la cooperativa gestisce e coordina 60 nidi, dà lavoro a 130 donne entusiaste e risponde annualmente alle richieste di 500 famiglie. In Italia è presente grazie all’Associazione Nazionale Domus con cooperative o associazioni che praticano il “modello” Trentino in un costante percorso di sviluppo.

&nbsp; Quali sono le parole chiave del vostro progetto pedagogico?

Il modello trentino delle tagesmutter è stato di ispirazione per lo sviluppo dei nidi domiciliari nel nostro Paese, come ha preso avvio?

La professionalità del singolo educatore rappresenta la principale garanzia della qualità educativa. Quali modalità per fare rete e quali supporti?

Il progetto pedagogico negli anni è stato oggetto di un lavoro costante, impegnando il gruppo pedagogico e le tagesmutter in un processo di crescita personale e del servizio. L’obiettivo era di individuare parole orientative per offrire un servizio educativo interessante per l’infanzia, utile per le famiglie, necessario per le amministrazioni, ma anche di realizzazione personale e lavorativa per le persone. In questa prospettiva si è sviluppata una scelta pedagogica olistica basata su parole chiave che gravitano attorno a un nucleo, costituendo una corolla di un ipotetico fiore. Il fiore è il “gruppo sociale accogliente”: appartenere, essere riconosciuti e partecipare alla vita sociale del territorio, sono gli elementi che “lavorano” sia sull’identità, sia sulla responsabilità individuale e collettiva. Sono luoghi e contesti di vita che fanno spazio all’infanzia e che concorrono all’azione educativa, che parte dal nido familiare e va oltre i muri che lo definiscono. Il mondo sociale è vissuto e frequentato dai bambini non escludendo nulla, dalle attività commerciali o artigiane, ai luoghi di cultura o culto, alle scuole dell’infanzia, alle strutture per anziani. I petali sono: - i luoghi di vita, anche gli ambienti del nido parlano ed educano perché le tagesmutter osservano, riflettono, si confrontano, redigono progetti e percorsi. Le stanze abitate in primis dagli adulti esplicitano messaggi di cura e benessere, ma anche di opportunità. Non manca nulla, ma non c’è troppo. Gli allestimenti sono integrati e spesso abbinati al vero, si mangia in cucina, si dorme in camera, si gioca ovunque…; - la figura di riferimento, è la tagesmutter che, professionalmente preparata, agisce il delicato compito di essere per i bambini e le famiglie un punto di relazione. “L’educazione è una leva per formare i cittadini” (Paola Milani), è in quest’ottica che si esplica la modalità di porsi accanto alle persone dai tre mesi in poi con un approccio di co-educazione; - la cura per la storia, apre i rapporti tra le persone, in primis con le famiglie, invitandole a condividere con la tagesmutter le informazioni significative per “com-prendere” meglio i primi mesi o anni di vita del bambino. Ascolto, osservazione, cura, lentezza, calma sono le parole che danno il ritmo all’agire educativo nella consapevolezza che di questo tempo poco rimane nei ricordi, ma tutto si imprime nella memoria; - la quotidianità delle giornate concorre a dare struttura e stabilità rendendo evidente il fluire del tempo puntellato da un prima, durante, dopo a cui si aggiunge l’atteso e l’inatteso. Ogni giorno ci sono accoglienze, incontri, saluti, cure, pasti e merende, sonni e riposini. A questi si aggiungono esperienze legate alla partecipazione diretta per il buon funzionamento del nido: riordinare, sbucciare, differenziare, lavare, annaffiare, occuparsi degli animali, aiutare chi non è ancora in grado di…, uscire con tutto ciò che questo comporta in base alle esperienze e alle stagioni; - i materiali e gli oggetti sono una conseguenza della scelta educativa che unisce alle proposte irrinunciabili (cestino dei tesori, libri, legnetti), strumenti, utensili, prodotti che si prestano a esplorare sia il mondo degli adulti, con la curiosità di chi non ha ancora mille giorni di vita, sia le proposte di “gioco” finalizzate a sviluppare il potenziale. Le proposte educative sono “pensate” per accompagnare l’infanzia dei nidi familiari all’autonomia, riconoscendo in essa il diritto delle persone a essere libere. Stoviglie, pentole, vassoi, centrini, prodotti della terra, frutta, pigne, terra, fango, acqua (in tutte le forme: ruscello, fiume, neve, ghiaccio) per cui nulla è escluso, ma reso accessibile includendo il diritto al rischio, alla meraviglia e alla fantasia.

La scelta di associarsi alla cooperativa è il primo gesto che concorre a dare il senso di appartenenza e di corresponsabilità. Lo staff prevede per ogni nido la disponibilità di una coordinatrice gestionale e pedagogica, oltre a uno staff amministrativo, legale, direzionale. Per garantire una vicinanza alle tagesmutter il lavoro si articola praticando diverse modalità operative: telefonate, messaggi, video chiamate, incontri di gruppo, e-mail, visite nei nidi. Il compito dello staff è di garantire gli appoggi necessari per curare chi cura. A questo supporto, si aggiunge il prezioso contributo tra colleghe, un’alleanza data dalla prossimità esperienziale, che si attua con opportunità di confronti strutturati e altri lasciati alla libera iniziativa. &nbsp; Annualmente l’assemblea delle socie unisce tutte per condividere il punto della cooperativa, bilancio e progetti.

Il modello trentino delle tagesmutter è stato di ispirazione per lo sviluppo dei nidi domiciliari nel nostro Paese, come ha preso avvio?

La cooperativa Il Sorriso, costituita nel 1999, ha dato vita ai primi nidi familiari sul modello Nord europeo consolidando, nel tempo, un servizio innovativo e apprezzato da famiglie e amministrazioni. Nel percorso l’impegno si è aperto su due fronti: uno, interno, volto a definire la proposta educativa e organizzativa del servizio; l’altro, esterno, per diffonderla nelle altre regioni Italiane. Oggi la cooperativa gestisce e coordina 60 nidi, dà lavoro a 130 donne entusiaste e risponde annualmente alle richieste di 500 famiglie. In Italia è presente grazie all’Associazione Nazionale Domus con cooperative o associazioni che praticano il “modello” Trentino in un costante percorso di sviluppo.

I Nidi familiari, il modello Tagesmutter

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