La mamma, su Skype

Scuola-famiglia: quale alleanza?

Tempo di adozioni. Con gli occhi dei bambini

IL BISOGNO DI COMUNICARE DEI BAMBINI
 


 In questa occasione mi piace esplorare il bisogno di comunicazione che i bambini manifestano molto precocemente. Tanto precocemente da far dire a Daniel Stern, nella sua enfasi sull’intersoggettività, che il bambino possiede da subito la struttura di “essere con…”. È per questo che i neonati si fanno catturare (e catturano) con lo sguardo e con il sorriso chiunque sia disponibile a inter-agire con loro.


 


 LA CAPACITÀ DI ASCOLTO DEGLI ADULTI
 


 A questo bisogno di comunicare è strettamente collegata la tematica dell’ascolto. Ascolto che va molto oltre al semplice udir

IL BISOGNO DI COMUNICARE DEI BAMBINI In questa occasione mi piace esplorare il bisogno di comunicazione che i bambini manifestano molto precocemente. Tanto precocemente da far dire a Daniel Stern, nella sua enfasi sull’intersoggettività, che il bambino possiede da subito la struttura di “essere con…”. È per questo che i neonati si fanno catturare (e catturano) con lo sguardo e con il sorriso chiunque sia disponibile a inter-agire con loro.LA CAPACITÀ DI ASCOLTO DEGLI ADULTI A questo bisogno di comunicare è strettamente collegata la tematica dell’ascolto. Ascolto che va molto oltre al semplice udire e che riguarda innanzitutto il linguaggio del corpo e i suoi indicatori: • la postura (aperta o chiusa, rannicchiata, piegata su sé stessa o estesa); • la mimica facciale (ridente, allegra, triste, mesta, curiosa, interrogativa, imbronciata, timorosa, spaventata, arrabbiata ecc.); • lo sguardo (aperto, diretto, sfidante, timido, abbassato, perso nel vuoto, interrogante, corrucciato ecc.);• la gestualità (larga, armoniosa, rigida, brusca, minimale, assente ecc.); • il ritmo corporeo (lento, flemmatico, frenetico, iperattivo ecc.); • la distanza prossemica (la distanza che il bambino tiene tra sé e gli altri bambini, tra sé e l’adulto); • l’occupazione dello spazio (luogo appartato, negli angoli, se può si infila in contenitori chiusi e stretti, affronta e attraversa gli spazi aperti?); • l’uso dell’oggetto o del gioco (solitario o condiviso).L’OSSERVAZIONE È ASCOLTO In questa ottica l’ascolto si coniuga con l’osservazione, un’osservazione partecipe come viene definita quando è contrassegnata da empatia, nella consapevolezza che il corpo parla. In questo modo il bambino comprende se c’è qualcuno (genitore, educatore o docente) che è disposto ad ascoltarlo.

I bisogni profondi dei bambini sono molti

I bisogni profondi dei bambini sono molti

IL BISOGNO DI COMUNICARE DEI BAMBINI In questa occasione mi piace esplorare il bisogno di comunicazione che i bambini manifestano molto precocemente. Tanto precocemente da far dire a Daniel Stern, nella sua enfasi sull’intersoggettività, che il bambino possiede da subito la struttura di “essere con…”. È per questo che i neonati si fanno catturare (e catturano) con lo sguardo e con il sorriso chiunque sia disponibile a inter-agire con loro. LA CAPACITÀ DI ASCOLTO DEGLI ADULTI A questo bisogno di comunicare è strettamente collegata la tematica dell’ascolto. Ascolto che va molto oltre al semplice udire e che riguarda innanzitutto il linguaggio del corpo e i suoi indicatori: • la postura (aperta o chiusa, rannicchiata, piegata su sé stessa o estesa); • la mimica facciale (ridente, allegra, triste, mesta, curiosa, interrogativa, imbronciata, timorosa, spaventata, arrabbiata ecc.); • lo sguardo (aperto, diretto, sfidante, timido, abbassato, perso nel vuoto, interrogante, corrucciato ecc.); • la gestualità (larga, armoniosa, rigida, brusca, minimale, assente ecc.); • il ritmo corporeo (lento, flemmatico, frenetico, iperattivo ecc.); • la distanza prossemica (la distanza che il bambino tiene tra sé e gli altri bambini, tra sé e l’adulto); • l’occupazione dello spazio (luogo appartato, negli angoli, se può si infila in contenitori chiusi e stretti, affronta e attraversa gli spazi aperti?); • l’uso dell’oggetto o del gioco (solitario o condiviso). L’OSSERVAZIONE È ASCOLTO In questa ottica l’ascolto si coniuga con l’osservazione, un’osservazione partecipe come viene definita quando è contrassegnata da empatia, nella consapevolezza che il corpo parla. In questo modo il bambino comprende se c’è qualcuno (genitore, educatore o docente) che è disposto ad ascoltarlo.

FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

I bisogni dei bambini

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