Storie di fughe e d’accoglienza: due libri per la giornata delle migrazioni

L’albero di Natale di Gianni Rodari

Festeggiamo i diritti dei bambini

Il tempo a scuola

In attesa del Natale

È Natale

La lingua materna rappresenta un luogo di confronto costante con noi stessi, base e possibilit&agrave; di apprendimento di ogni altro idioma e di rispetto per ogni parola guadagnata, dimenticata o sottratta. Le metafore che vengono usate a proposito del codice materno sono infatti quelle di casa, latte, ventre, musica, rifugio...

La lingua madre ha un &ldquo;sapore&rdquo; e un colore speciali perch&eacute; ancorata a vissuti, esperienze ed emozioni fondative. Ognuno di noi pu&ograve; recuperare esempi di parole ed espressioni in dialetto e in lingua madre che evocano situazioni, oggetti, scenari che non trovano corrispondenza emotiva nella loro traduzione in italiano.

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E a scuola?

Al momento dell&rsquo;ingresso a scuola, la lingua materna scompare, diventa muta e clandestina, priva di valore nella comunicazione con i compagni e con gli adulti. Una lingua da nascondere, di cui vergognarsi perch&eacute; connota una diversit&agrave; difficile da portare. Giorno dopo giorno la seconda lingua occupa gran parte dello spazio comunicativo del quotidiano, d&agrave; parole e vivifica le relazioni, &egrave; colonna sonora del gioco, dell&rsquo;apprendimento, delle amicizie. Pi&ugrave; tardi, tuttavia, pu&ograve; riemergere, portare a galla ricordi ed emozioni e ricollocarsi accanto alle parole del nuovo idioma.

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Quattro traguardi da raggiungere

In occasione della festa dedicata alla Lingua Madre (21 febbraio) possiamo lavorare su quattro tappe/traguardi.

1. Consapevolezza &ndash; partiamo da noi stessi e ricostruiamo la nostra autobiografia linguistica: quali sono le lingue o i dialetti che ci hanno formato, attraversato, influenzato? Quali le lingue abbandonate/dimenticate e quelle ancora praticate?

2. Conoscenza &ndash; ricostruiamo le biografie linguistiche della classe. Quali sono le lingue o i dialetti parlati o ascoltati nel tempo extrascolastico? Quali idiomi compongono le biografie linguistiche dei bambini e dei ragazzi?

3. Riconoscimento &ndash; ogni lingua ha valore, il bilinguismo &egrave; un vantaggio linguistico ma anche cognitivo e relazionale. Non si tratta di insegnare le altre lingue, ma di dare loro visibilit&agrave; e riconoscimento simbolico, grazie a narrazioni, libri, racconti.

4. Valorizzazione &ndash; le lingue non sono immobili e fisse nel tempo. L&rsquo;italiano ha dato al mondo parole per l&rsquo;arte, il cibo, la musica... e accoglie dalle altre lingue parole ed espressioni. Scopriamo l&rsquo;origine delle parole e i prestiti linguistici tra la nostra lingua e le altre lingue.

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La lingua materna rappresenta un luogo di confronto costante con noi stessi, base e possibilità di apprendimento di ogni altro idioma e di rispetto per ogni parola guadagnata, dimenticata o sottratta. Le metafore che vengono usate a proposito del codice materno sono infatti quelle di casa, latte, ventre, musica, rifugio...
La lingua madre ha un “sapore” e un colore speciali perché ancorata a vissuti, esperienze ed emozioni fondative. Ognuno di noi può recuperare esempi di parole ed espressioni in dialetto e in lingua madre che evocano situazioni, oggetti, scenari che non trovano corrispondenza emotiva nella loro traduzione in italiano.
 
E a scuola?
Al momento dell’ingresso a scuola, la lingua materna scompare, diventa muta e clandestina, priva di valore nella comunicazione con i compagni e con gli adulti. Una lingua da nascondere, di cui vergognarsi perché connota una diversità difficile da portare. Giorno dopo giorno la seconda lingua occupa gran parte dello spazio comunicativo del quotidiano, dà parole e vivifica le relazioni, è colonna sonora del gioco, dell’apprendimento, delle amicizie. Più tardi, tuttavia, può riemergere, portare a galla ricordi ed emozioni e ricollocarsi accanto alle parole del nuovo idioma.
 
Quattro traguardi da raggiungere
In occasione della festa dedicata alla Lingua Madre (21 febbraio) possiamo lavorare su quattro tappe/traguardi.
1. Consapevolezza – partiamo da noi stessi e ricostruiamo la nostra autobiografia linguistica: quali sono le lingue o i dialetti che ci hanno formato, attraversato, influenzato? Quali le lingue abbandonate/dimenticate e quelle ancora praticate?
2. Conoscenza – ricostruiamo le biografie linguistiche della classe. Quali sono le lingue o i dialetti parlati o ascoltati nel tempo extrascolastico? Quali idiomi compongono le biografie linguistiche dei bambini e dei ragazzi?
3. Riconoscimento – ogni lingua ha valore, il bilinguismo è un vantaggio linguistico ma anche cognitivo e relazionale. Non si tratta di insegnare le altre lingue, ma di dare loro visibilità e riconoscimento simbolico, grazie a narrazioni, libri, racconti.
4. Valorizzazione – le lingue non sono immobili e fisse nel tempo. L’italiano ha dato al mondo parole per l’arte, il cibo, la musica... e accoglie dalle altre lingue parole ed espressioni. Scopriamo l’origine delle parole e i prestiti linguistici tra la nostra lingua e le altre lingue.
 


Giornata della Lingua Madre

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