Didattica all'aperto: come creare ambienti in miniatura

Piccolo blu e piccolo giallo: una storia plurilingue

Il “fiore delle lingue”

&copy; illustrazione di Arianna Papini tratta da Amica Terra, Fatatrac edizioni, 2011 
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La realtà delle classi è oggi segnata dalla compresenza di studenti di diversa nazionalità che, negli anni, hanno trasformato le sfide di una didattica della lingua che si ispiri ai principi dell’inclusione e dell’interculturalità. Il profilo generale delle classi plurilingui si è altresì modificato negli ultimi anni: se, in passato, erano in maggioranza gli studenti neoarrivati, ora si trovano tra gli studenti con background migratorio vissuti differenti: pur continuando a esserci studenti neoarrivati, vi sono anche studenti da molti anni in Italia e di s

La realtà delle classi è oggi segnata dalla compresenza di studenti di diversa nazionalità che, negli anni, hanno trasformato le sfide di una didattica della lingua che si ispiri ai principi dell’inclusione e dell’interculturalità. Il profilo generale delle classi plurilingui si è altresì modificato negli ultimi anni: se, in passato, erano in maggioranza gli studenti neoarrivati, ora si trovano tra gli studenti con background migratorio vissuti differenti: pur continuando a esserci studenti neoarrivati, vi sono anche studenti da molti anni in Italia e di seconda generazione.
 
Nelle classi ad abilità differenziata (CAD)
Se consideriamo le classi non come una somma di persone differenti ma come un sistema dinamico che dipende dalla natura e dall’apporto di ogni persona che lo compone e che agisce in esso, la CAD si presenta come un sistema aperto nel quale la “differenza” è la chiave di lettura per la gestione efficace dell’apprendimento linguistico.
La valorizzazione delle peculiarità degli alunni, grazie a una metodologia didattica variata, a un’organizzazione flessibile della classe (gruppi di livello, gruppi eterogenei), a una concezione cooperativa e basata sull’aiuto reciproco, rappresenta il coerente impianto didattico con tale prospettiva d’osservazione.
La glottodidattica ludica si pone come una risorsa metodologica per una serie di attenzioni che vengono poste sul piano linguistico, cognitivo e relazionale e che quindi favoriscono uno sviluppo di diverse abilità e di risorse nello studente.
 
Competenze sociali, cognitive, linguistiche
La glottodidattica ludica è una “metodologia che realizza coerentemente in modelli operativi e in tecniche glottodidattiche i principi fondanti degli approcci umanistico affettivo, comunicativo e del costruttivismo socio-culturale” (Caon, Rutka, 2004). Gioco e ludicità sono i due concetti portanti:

la ludicità, ossia “la carica vitale in cui si integrano forti spinte motivazionali intrinseche con aspetti affettivo-emotivi, cognitivi e sociali dell’apprendente”, è il principio fondante per promuovere lo sviluppo globale dell’allievo;
il gioco è usato come “modalità strategica” per il raggiungimento di mete educative e di abilità linguistiche proprie dell’educazione linguistica. Attraverso il gioco, infatti, si assumono e si rielaborano i dati della realtà, si espandono e si organizzano le conoscenze in reti concettuali sempre più complesse.

Il richiamo al gioco come dimensione strategica per la facilitazione dell’apprendimento linguistico trova la sua ragione nella natura globale e olistica dell’esperienza ludica.
In essa si integrano diverse componenti, con diverse prevalenze a seconda delle tipologie di giochi:
a. cognitive: l’elaborazione di una strategia di gioco, l’apprendimento di regole;
b. linguistiche: la lettura o la spiegazione di regole, le routine che accompagnano alcuni giochi, le interazioni spontanee;
c. affettive: il divertimento, il piacere, la motivazione;
d. sociali: la squadra, il gruppo;
e. motorie e psicomotorie: il movimento, la coordinazione, l’equilibrio;
f. emotive: la paura, la tensione, il senso di liberazione;
g. culturali: le regole specifiche, le modalità di relazione e le ritualità che precedono, accompagnano e chiudono il gioco;
h. transculturali: la necessità delle regole e del rispetto delle stesse.
 
Giocando si impara
C’è una doppia forma di coinvolgimento del soggetto nell’attività ludica: sul piano sincronico (durante lo svolgimento del gioco) egli è motivato e partecipa all’attività; sul piano diacronico (nel ripetersi del gioco), le sue competenze evolvono costantemente e le sue motivazioni si rinnovano poiché tendono al costante superamento del traguardo raggiunto.
C’è poi un terzo fattore: il gioco impegna e diverte nel medesimo tempo. L’esperienza ludica presenta, dunque, delle evidenti potenzialità per un apprendimento significativo.
 


Gioco e ludicità in classe

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