La mamma, su Skype

Scuola-famiglia: quale alleanza?

Tempo di adozioni. Con gli occhi dei bambini

Il valore di educare nella scuola dell'infanzia

SCALFIRE L’INDIFFERENZA DIFFUSA
 


 Recentemente ho avviato e portato a termine una formazione per genitori e d

SCALFIRE L’INDIFFERENZA DIFFUSA Recentemente ho avviato e portato a termine una formazione per genitori e docenti di scuola dell’infanzia sull’educazione alla “cura”. Non intendevo far riferimento al prendersi cura dell’adulto nei confronti dell’infante, atteggiamento educativo praticato nell’accompagnare il bambino. Ho invece illustrato come oggi, alla luce della deriva incombente dell’indifferenza diffusa, che può anche essere definita non-curanza, ossia mancanza di cura, sia indispensabile coinvolgere i bambini, fin da quando sono piccoli, in progetti di “educazione alla cura”.UN ATTO DI RESPONSABILITÀ VERSO L’ALTRO Oggi educatori e docenti mi riferiscono di come sia stata opportuna questa accortezza visto che sono costretti, a causa del prolungarsi dell’emergenza sanitaria, a chiedere effettivamente ai piccoli un’attenzione curante continua, facilitata dai bambini stessi. Appare come una presa d’atto di maggiore responsabilità che stupisce tutti gli adulti. L’educazione alla cura che si è articolata, come suggeriscono le Indicazioni, nel concreto prendersi cura di sé, degli altri e dell’ambiente, ha rivelato innanzitutto un progressivo aumento nei bambini della propria autonomia nel prendersi cura di “sé”. Sappiamo tutti che il bambino aspira a divenire in grado di farlo. La frase infatti “…da solo” riecheggia spesso nelle richieste da parte dei piccoli. Il problema sono gli adulti che intervengono con il loro perfezionismo e spesso agiscono al posto dei bimbi sprecando una preziosa opportunità. LA CURA DELLO SPAZIO Il prendersi cura dell’altro poi, nell’esigenza attuale di impedire la diffusione del virus (rappresentato dai disegni dei bambini in tutte le forme), sollecita la prosocialità intrisa di “empatia”. La cura dell’ambiente, oltre alle tradizionali sistemazioni dei giochi a fine attività, oggi si colora di pulizie particolari, sanificazioni ad oltranza.

SCALFIRE L’INDIFFERENZA DIFFUSA Recentemente ho avviato e portato a termine una formazione per genitori e docenti di scuola dell’infanzia sull’educazione alla “cura”. Non intendevo far riferimento al prendersi cura dell’adulto nei confronti dell’infante, atteggiamento educativo praticato nell’accompagnare il bambino. Ho invece illustrato come oggi, alla luce della deriva incombente dell’indifferenza diffusa, che può anche essere definita non-curanza, ossia mancanza di cura, sia indispensabile coinvolgere i bambini, fin da quando sono piccoli, in progetti di “educazione alla cura”. UN ATTO DI RESPONSABILITÀ VERSO L’ALTRO Oggi educatori e docenti mi riferiscono di come sia stata opportuna questa accortezza visto che sono costretti, a causa del prolungarsi dell’emergenza sanitaria, a chiedere effettivamente ai piccoli un’attenzione curante continua, facilitata dai bambini stessi. Appare come una presa d’atto di maggiore responsabilità che stupisce tutti gli adulti. L’educazione alla cura che si è articolata, come suggeriscono le Indicazioni, nel concreto prendersi cura di sé, degli altri e dell’ambiente, ha rivelato innanzitutto un progressivo aumento nei bambini della propria autonomia nel prendersi cura di “sé”. Sappiamo tutti che il bambino aspira a divenire in grado di farlo. La frase infatti “…da solo” riecheggia spesso nelle richieste da parte dei piccoli. Il problema sono gli adulti che intervengono con il loro perfezionismo e spesso agiscono al posto dei bimbi sprecando una preziosa opportunità. LA CURA DELLO SPAZIO Il prendersi cura dell’altro poi, nell’esigenza attuale di impedire la diffusione del virus (rappresentato dai disegni dei bambini in tutte le forme), sollecita la prosocialità intrisa di “empatia”. La cura dell’ambiente, oltre alle tradizionali sistemazioni dei giochi a fine attività, oggi si colora di pulizie particolari, sanificazioni ad oltranza.

FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

Educare a prendersi cura

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