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Documentare per dialogare e costruire

Nidi e scuole dell’infanzia: colori, rumori, odori, giochi, laboratori, canti, emozioni, una ricchezza di vita, che scorre, che si vede, che si respira.

di Sara Serbati21 marzo 20221 minuto di lettura
Documentare per dialogare e costruire | Giunti Scuola

La documentazione rende capaci educatori e insegnanti di stare nel mezzo nel dialogo con il sapere degli altri professionisti eventualmente coinvolti

Insegnanti ed educatori vivono in mezzo a una quotidianità colorata e rumorosa che caratterizza il loro agire educativo e lo distingue nettamente dall’agire di tutte le altre professionalità.

Certo, proprio perché vissuta nel quotidiano, l’educazione è di tutti, è un’esperienza della vita di tutti.

Questa pervasività dell’educazione è un tratto bellissimo e rischioso allo stesso tempo perché implica una condivisione delle categorie fondamentali dell’educativo (l’educabilità, l’intenzionalità, la relazione educativa ecc.) con tutte le persone, professionisti e non, che sono in relazione con le bambine e i bambini (Serbati, 2020).

Questo non aiuta educatori e insegnanti a riconoscere e raccontare le proprie specificità operative (Iori, 2018), con un triplice rischio (Serbati, 2020).

Image | Giunti Scuola
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RISCHI A CUI FARE ATTENZIONE

Il primo rischio è di portare avanti un “fare irriflesso”, che mette in campo forme di “pedagogia naturale”, frutto di routine, di abitudini e di esperienza “irriflessa” appunto, dove l’intenzionalità delle scelte di azione, la direzione verso cui esse vanno non è esplicita né consapevole (Savio, 2001).

Il secondo rischio, collegato al primo, riguarda un agire non solo non consapevole, ma anche guidato dalle emozioni che la relazione con le persone genera nel presente. Disporre di strumenti e pratiche per giustificare, documentare e rendere visibile il proprio sguardo, è importante ai fini di un agire educativo consapevole, che mette al riparo anche dal terzo rischio, evitando che le professioniste e i professionisti dell’educazione pongano il proprio agire al servizio di altri sguardi, di altre letture, pur legittime, ma perdendo così la possibilità di far evolvere la situazione anche in virtù della propria competenza specifica.

 

OSSERVAZIONE, ASCOLTO E NARRAZIONE

La chiave di volta che connette l’atto educativo, che avviene nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, con i saperi di chi condivide con educatori e insegnanti la finalità ultima di promuovere lo sviluppo e la crescita delle bambine e dei bambini, è la documentazione pedagogica (Serbati, 2020). Essa investe di un compito che rende gli insegnanti studiosi del comportamento umano (Lawrence-Lightfoot, 2012) attraverso le due prime pratiche di documentazione:

  1. l’osservazione, che passa attraverso lo sguardo attento a documentare i diversi passaggi dell’attività svolta, che impara a vedere le cose con chiarezza, a notare le sfumature, a verificare azioni, parole, gesti, relazioni che dicono degli apprendimenti, dei desideri e delle potenzialità di ciascuna bambina e di ciascun bambino;
  2. l’ascolto e la narrazione, che passano attraverso le parole scambiate con tutte le persone coinvolte nella crescita del bambino, in primis, i genitori. Parole che descrivono e narrano i dettagli della vita di ognuno e che aspettano di ascoltare altre parole, di confrontarsi, richiedendo una profonda conoscenza delle intuizioni­ di tutti.

 

REGISTRAZIONE E DIALOGO

Entrambe le pratiche dell’osservazione e dell’ascolto/narrazione si accompagnano a ulteriori due pratiche di documentazione pedagogica che sono la registrazione e il dialogo (Serbati, 2020). Valorizzare sguardi e parole richiede di non lasciarle nello scorrere del tempo, ma di saperle gestire e archiviare nei documenti, sviluppando “la disciplina giornaliera dell’annotazione e della scrittura diaristica, per far seguire alle intuizioni una registrazione attenta che confermi, oppure sfidi, le prime letture” (Lawrence-Lightfoot, 2012).

L’abitudine a registrare e documentare il proprio agire educativo, a ­costruire­ tracce e testimonianze dei percorsi svolti e degli apprendimenti raggiunti con le bambine e con i bambini, funge da specchio per educatori e insegnanti, “trasforma lo sguardo” e rende più attenti e consapevoli (Infantino, 2018).

Le tracce, abilmente registrate e documentate, non sono da intendere come rendiconto finale, ma come base dalla quale generare comprensione e consapevolezza, nell’alimentarsi nel confronto, nel dialogo e nello scambio con gli altri attori coinvolti nella crescita dei più piccoli (Rinaldi, 2009).

 

RACCONTI DEDICATI AI BAMBINI

Sara Lawrence-Lightfoot presenta numerosi esempi di come la creazione di racconti dedicati ai bambini, utilizzando per esempio i manufatti prodotti in sezione oppure raccontando piccoli aneddoti avvenuti a scuola, “aiuti sia gli insegnanti che i genitori a identificare i punti di forza e le potenzialità dei bambini, a spostare la conversazione da un piano retorico a uno reale, dall’astratto allo specifico, a lavorare insieme, ampliando al massimo la potenzialità dell’atto educativo” (2012).

Allo stesso tempo educatori e insegnanti, documentando, possono intrattenere rapporti significativi con le altre scienze dell’educazione (filosofia, psicologia, sociologia ecc.), che si presentano come fonti speciali per dare forma all’azione educativa (Milani, 2018), perché come atto l’educazione è più ampia delle teorie, che però rendono “più intelligenti, più pensosi e più consci di ciò a cui si dedicano coloro che in tale atto sono impegnati” (Dewey, 1951).

 

Per saperne di più
  • Dewey, J. (1951). Le fonti di una scienza dell’educazione. Firenze: La Nuova Italia.
  • Infantino, I. (2018). Osservare per trasformare. In Nidi D’Infanzia n. 1. Firenze: Giunti Scuola.
  • Iori, V. (a cura di) (2018). Educatori e pedagogisti. Senso dell’agire educativo e riconoscimento professionale. Trento: Erickson.
  • Lawrence-Lightfoot, S. (2012). Il dialogo tra genitori e insegnanti. Bergamo: Edizioni Junior.
  • Milani, P. (2018). Educazione e Famiglie. Ricerche e nuove pratiche per la genitorialità. Roma: Carocci.
  • Rinaldi, C. (2009). In dialogo con Reggio Emilia. Ascoltare, ricercare, apprendere. Reggio Emilia: ReggioChildren.
  • Savio, D. (a cura di) (2001). La relazione educativa come processo d’indagine. Bergamo: Edizioni Junior.
  • Serbati, S. (2020). La valutazione e documentazione pedagogica. Roma: Carocci.
Scuola dell'infanzia

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