La conquista dello spazio scenico, 3

Il gioco dei bastoncini

La palla di cristallo

Saluto e mi presento

In classe: gli oggetti e le azioni a scuola

Comunicare con la musica

&copy; illustrazione di Arianna Papini tratta da Amica Terra, Fatatrac edizioni, 2011 
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I giochi linguistici sono una vera e propria risorsa per insegnare l&rsquo;italiano e riflettere sull&rsquo;uso della lingua in modo piacevole, familiarizzando con la scrittura e la lettura.

 
ATTIVIT&Agrave;

Giochi linguistici

 
Considerando che da sempre i bambini mostrano di gradire la suddivisione in lettere e la ricostruzione di nomi nuovi partendo dal proprio, prima di cominciare attacchiamo cartellini con i nomi degli oggetti che ci circondano e con i nomi dei bambini sui banchi. Segue, in piccolo gruppo, la &ldquo;fusione&rdquo; delle lettere del nome di ognuno con quelle dei compagni per formare piccole frasi simpatiche o buffe. I nomi dei bambini che vengono da lontano spesso contengono lettere come &ldquo;J&rdquo;, &ldquo;K&rdquo;, &ldquo;W&rdquo; o &ldquo;Y&rdquo; che rendono il gioco un po&rsquo; pi&ugrave; difficile e al tempo stesso coinvolgente. Questi semplici anagrammi vengono quindi &ldquo;registrati&rdquo; su un cartellone e diventano un piccolo &ldquo;bagaglio&rdquo; di conoscenza per tutta la classe.

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1. Acrostico e mesostico

Sia in prima che nelle classi successive &ndash; con difficolt&agrave; sempre crescenti &ndash; l&rsquo;acrostico e il mesostico risultano tra i giochi pi&ugrave; graditi. Il punto di partenza &egrave; sempre il nome: inizialmente scegliendo parole a caso che comincino con la lettera corrispondente, poi ampliando il lessico fino ad arrivare &ndash; pi&ugrave; grandi e con l&rsquo;aiuto del dizionario &ndash; a scegliere per ogni lettera parole sempre pi&ugrave; attinenti con le quali formare frasi di senso compiuto e piccoli componimenti poetici. Divertenti, anche se con qualche difficolt&agrave; in pi&ugrave;, i componimenti realizzati in inglese, francese, spagnolo, rumeno e albanese, fatti in piccolo gruppo.

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2. Catene di parole

Di pari passo con la crescita e l&rsquo;acquisizione di competenze pi&ugrave; alte proponiamo giochi pi&ugrave; difficili. Per esempio, le catene di parole con le lettere finali: da gioco orale, svolto a mo&rsquo; di saluto, diventano esercizi pi&ugrave; complicati quando chiediamo di usare la sillaba finale. &Egrave; un sistema valido per acquisire dimestichezza con le parti che compongono le parole e ampliare il lessico.

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3. I tautogrammi e l&rsquo;abbecedario

Solitamente a fine seconda/inizio terza entrano in gioco i tautogrammi, frasi scritte con parole che cominciano tutte con la stessa lettera iniziale. Anche qui, il primo passo consiste nel partire dal nome per arrivare a formare una frase semplice del tipo: &ldquo;Marco mangia molte merendine&rdquo;. Diventando poco alla volta sempre pi&ugrave; esperti, bambini e bambine arrivano a comporre &ndash; aggiungendo solo qualche articolo, avverbio o verbo ausiliare &ndash; piccoli testi fantasiosi e scherzosi.

Un&rsquo;altra attivit&agrave; coinvolgente, all&rsquo;inizio praticata per memorizzare l&rsquo;alfabeto e poi per utilizzarlo in modo creativo, &egrave; l&rsquo;&ldquo;abbecedario&rdquo;, una composizione di parole in successione, possibilmente legate tra loro, con alla base le lettere dell&rsquo;alfabeto. In quinta, i bambini ne possono creare uno per ogni ricorrenza.

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4. Libri come doni e il memory delle lingue

Con i pi&ugrave; grandi creiamo piccoli libri per i futuri bambini di prima: saranno coinvolti dalla progettazione alla scelta dei materiali fino alla realizzazione grafica e all&rsquo;assemblaggio. Possiamo lavorare sulla costruzione di alfabetieri con parole di uso poco comune per invogliare i pi&ugrave; piccoli a imparare nuove parole. Cos&igrave; la &ldquo;A&rdquo; &egrave; diventata &ldquo;Africa&rdquo;, la &ldquo;B&rdquo; &ldquo;begonia&rdquo;, la &ldquo;C&rdquo; &ldquo;cabina&rdquo; e cos&igrave; via. Avendo in classe bambini di tante lingue diverse possiamo realizzarli anche in un&rsquo;altra lingua.

Sempre in quinta possiamo progettare e realizzare un &ldquo;memory&rdquo; delle lingue. Su carte di grande formato disegniamo oggetti di uso comune accompagnati dal nome in italiano; sul retro scriviamo la traduzione nelle lingue della classe.

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5. La Grammatica in gioco

Proponiamo in forma di gioco anche la riflessione sulle diverse parti che compongono la frase. Per il nome, l&rsquo;aggettivo, il verbo e cos&igrave; via, Il grande libro della Grammatica di Jennie Maizels e Kate Petty propone una serie di pagine coloratissime con parole attinenti l&rsquo;argomento da trattare.

Il passo successivo &egrave; la creazione di un cartellone con piccole sagome di ogni componente della classe &ndash; insegnanti compresi &ndash; accanto alle quali scrivere una serie di aggettivi che li rappresentino al meglio.

Per la punteggiatura, introduciamo l&rsquo;attivit&agrave; con la lettura delle bellissime filastrocche La famiglia Punto-e-virgola di Gianni Rodari. Leggiamole una alla volta, illustrando le regole: i bambini apprendono in modo giocoso ricordando le rime delle filastrocche o gli strani protagonisti.

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6. Haiku per dividere in sillabe

Un altro modo per consolidare la pratica della divisione in sillabe &egrave; la scrittura di &ldquo;haiku&rdquo;: brevi poesie, mutuate dalla tradizione giapponese, formate da tre versi. Le parole che compongono il primo e l&rsquo;ultimo verso devono essere in totale divisibili in cinque sillabe, il secondo verso in sette sillabe. Se i bambini dovranno sforzarsi per trovare parole adatte a formare questi piccoli componimenti, al tempo stesso sar&agrave; affascinante per loro riuscire nell&rsquo;intento. Inizialmente per appassionarli alla tecnica possiamo partire dalla lettura del libro Un gatto nero in candeggina fin&igrave;&hellip; di Pino Pace; in un secondo tempo dividiamo i bambini in piccoli gruppi in modo che tutti, anche grazie all&rsquo;aiuto dei compagni, possano realizzarli; solo in seguito il lavoro &egrave; individuale.

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7. Parole, emozioni e poesia

Giocare con le parole &egrave; utile anche per fare poesia. Una tecnica interessante &egrave; il caviardage ovvero la poesia nascosta nelle pagine dei libri. Per prima cosa mostriamone alcuni spiegando che le parole utili a formare il componimento devono essere evidenziate mentre le altre cancellate coprendole con righe di pennarello di colore scuro.

La prima volta diamo a tutti la stessa pagina, per esempio tolta da una vecchia edizione del libro di Carlo Collodi, Pinocchio, spiegando come ognuno possa trovare le &ldquo;sue parole&rdquo; e la &ldquo;propria poesia&rdquo; nascosta nel testo. Una volta diventati esperti possono realizzare moltissimi caviardage anche su temi come la pace, la felicit&agrave;&hellip; 
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	<li>Orsenna, E. (2002). La grammatica &egrave; una canzone dolce. Firenze: Salani.</li>
	<li>Zamponi, E. (2007). I draghi Locopei. Imparare l&rsquo;italiano con i giochi di parole. Torino: Einaudi.</li>
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Divertirsi con la lingua

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