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UNA PROPOSTA DI&nbsp;GIOCO: LE PALLINE CHE RIMBALZANO

Tipo di attività: motoria con oggetti colorati.A chi è rivolto: gruppo sezione con mediazione dell’insegnante.Che cosa serve: palline colorate, una scatola/sacco abbastanza grande da contenerle.Livello: il linguaggio può essere adattato in base all’età e alle competenze dei bambini.

L’interazione con i bambini deve essere nel complesso divertente: chi ascoltasse fuori dalla porta dovrebbe pensare che in quella sezione ci si sta proprio divertendo. Per questo è bene presentare suoni e parole senza richiedere ai bambini di ripetere. Se i bambini si divertono, inizieranno a riproporre i nostri giochi linguistiche in modo spontaneo e con sempre maggiore entusiasmo.Ogni gioco ha dei punti chiave che costituiscono i momenti più divertenti di quell’attività: alzare in aria un cesto pieno di palline subito prima di rovesciarle e farle rimbalzare sul pavimento, è uno di questi momenti. Se proponiamo una parola quando il cesto è in alto, i bambini ripeteranno la parola con maggiore facilità.

Il primo passo è aiutare i bambini a prestare maggiore attenzione al linguaggio che li circonda attraverso l’uso dell’intonazione e la presentazione di parole e suoni che il bambino possa ripetere.


 I bambini sono naturalmente attratti dalle variazioni nell’intonazione e dai contenuti emotivi: un esempio è l’uso di voc

Il primo passo è aiutare i bambini a prestare maggiore attenzione al linguaggio che li circonda attraverso l’uso dell’intonazione e la presentazione di parole e suoni che il bambino possa ripetere.I bambini sono naturalmente attratti dalle variazioni nell’intonazione e dai contenuti emotivi: un esempio è l’uso di vocali con intonazione ascendente (che sale) prima di fare qualcosa di divertente all’interno di un gioco.È utile usare parole e suoni che accompagnino i momenti importanti delle attività di gioco svolte insieme ai bambini: i suoni possono essere vocali e sillabe usate come onomatopeiche, per esempio in un gioco motorio si può presentare la parola “salta” e subito dopo dire “ta ta ta” mentre si salta.

Come si faIl gioco prevede una sequenza semplice e chiara di azioni:<ol><li>alziamo la scatola in alto;</li><li>giriamo la scatola;</li><li>le palline cadono e rimbalzano sul pavimento;</li><li>i bambini recuperano le palline e le mettono nel contenitore.</li></ol>Una variante può essere raccogliere prima le palline solo di un colore. <ul><li>Per aumentare l’attenzione all’ascolto: mentre alziamo la scatola diciamo “aaaaa” con tono ascendente e poi ci fermiamo in attesa che i bambini ci guardino. Quando le palline rimbalzano diciamo “pa pa pa” andando a ritmo con il movimento delle palline.</li><li>Per favorire la percezione dei suoni: mentre giriamo la scatola diciamo con tono divertito “vvvia” aumentando la lunghezza del suono V.</li><li>Per stimolare il linguaggio: proponiamo la parola via oppure giù, gira, buttiamo, cadono, subito prima di girare la scatola e la parola metti, dentro, palla o piccole frasi come a posto, metto via, tutto dentro, nella scatola mentre i bambini raccolgono le palline nella scatola.</li><li>Per modellare il ritmo delle parole: accentuiamo la presenza delle doppie dicendo la parola “palllla” o il ritmo della parola piana dicendo “buttiaaamo” o il ritmo della parola sdrucciola dicendo “caaadono”.</li></ul>

Con l’integrazione di alcuni aspetti tecnici relativi alla lingua, ogni attività può essere preziosa per educare all’ascolto, favorire il riconoscimento dei suoni percepiti, insegnare nuove abilità linguistiche e modellare le parole e i suoni gradino per gradino verso forme sempre più mature.

Con l’integrazione di alcuni aspetti tecnici relativi alla lingua, ogni attività può essere preziosa per educare all’ascolto, favorire il riconoscimento dei suoni percepiti, insegnare nuove abilità linguistiche e modellare le parole e i suoni gradino per gradino verso forme sempre più mature.

AUMENTARE L’ATTENZIONE ALL’ASCOLTO

Il primo passo è aiutare i bambini a prestare maggiore attenzione al linguaggio che li circonda attraverso l’uso dell’intonazione e la presentazione di parole e suoni che il bambino possa ripetere.I bambini sono naturalmente attratti dalle variazioni nell’intonazione e dai contenuti emotivi: un esempio è l’uso di vocali con intonazione ascendente (che sale) prima di fare qualcosa di divertente all’interno di un gioco.È utile usare parole e suoni che accompagnino i momenti importanti delle attività di gioco svolte insieme ai bambini: i suoni possono essere vocali e sillabe usate come onomatopeiche, per esempio in un gioco motorio si può presentare la parola “salta” e subito dopo dire “ta ta ta” mentre si salta.

FAVORIRE LA PERCEZIONE DEI SUONI

Ogni parola ha un suo ritmo, un suo accento. Per aiutare i bambini a produrre parole più lunghe è possibile sottolineare il ritmo di queste parole con la voce. L’accento è un aspetto scollegato dai suoni: le tre parole papà, pappa e papa hanno gli stessi suoni, ma accento diverso. Ci sono parole piane (pane), tronche (cucù), piane con doppia (palla).Quando le parole si allungano e diventano di tre sillabe o di quattro sillabe, abbiamo anche le parole con accento sdrucciolo: la parola matita (l’accento è su TI) è una parola di tre sillabe con accento piano, mentre macchina è una parola di tre sillabe con accento sdrucciolo (l’accento è su MA).Per aumentare la percezione dell’accento nei bambini possiamo sottolineare con la voce la sillaba accentata.

STIMOLAZIONE DEL LINGUAGGIO

Ogni suono dell’italiano ha una propria carta di identità con tutte le caratteristiche che lo rendono diverso dagli altri suoni della lingua. Usare consapevolmente queste caratteristiche permette di percepire meglio di quale suono si tratta. Una caratteristica fondamentale è quella dei suoni “allungabili”:<ul><li>suoni come S, F, V, M, N possono essere pronunciati per un tempo prolungato;</li><li>mentre P, B, T, C finiscono subito, perché prodotti con una piccola esplosione di aria.</li></ul>Per esempio, si può dire la parola “via” allungando il suono V “vvvia”, ma non si può dire “pppronti” allungando il suono P.Un’altra caratteristica è quella dei suoni che vibrano:<ul><li>suoni come B, D, V, G hanno la caratteristica di vibrare;</li><li>mentre P, T, F, C sono suoni molto simili, ma che non vibrano.</li></ul>

MODELLAMENTO DEL RITMO DELLE PAROLE

<ul><li>Caligari, C. e altri (2018). <a data-cke-saved-href="https://www.scuolastore.it/it/book/prima-partenza" target="_blank" href="https://www.scuolastore.it/it/book/prima-partenza">Prima, partenza... via!</a>. Firenze: Giunti EDU.</li><li>Stella, G. (a cura di) (2020). <a data-cke-saved-href="https://www.scuolastore.it/it/book/pappagallo-lallo-blister-con-3-titoli-cd-0" target="_blank" href="https://www.scuolastore.it/it/book/pappagallo-lallo-blister-con-3-titoli-cd-0">Pappagallo Lallo. Identificazione precoce di difficoltà fonologiche e laboratori per lo sviluppo linguistico da 3 a 5 anni</a>. Firenze: Giunti EDU.</li></ul>

Disturbi e difficoltà di linguaggio

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