Mi presento

Scrivere senza errori

Correggere l'errore

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Rivedere le proprie convinzioni, non dare risposte risolutive generalizzate, ma prendersi cura di ciascuno
</blockquote>

Il percorso didattico deve valorizzare i piccoli progressi di ognuno: dobbiamo superare l&rsquo;idea di un traguardo uguale per tutti in ragione di situazioni di partenza diversificate.

Testimoniare a ciascuno la nostra attenzione costante per il suo lavoro, accettare con valutazione positiva il suo operato, rassicurarlo e incoraggiarlo di fronte alle prime difficolt&agrave;, rivedere le nostre aspettative o convinzioni anche alla luce delle ultime ricerche di psicolinguistica evolutiva, ci aiuter&agrave; a considerare le problematicit&agrave; emergenti come valori e a mettere da parte risposte risolutive generalizzate attivando, invece, percorsi pi&ugrave; rispettosi dei processi di apprendimento di ciascuno.

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	<li>Frith, U. (1985). Beneath the surface of developmental dyslexia. In K. Patterson, J. Marshall, e M. Coltheart (a cura di), Surface dyslexia: Neurological and cognitive studies of phonological reading. Hillsdale, NJ: Lawrence Erlbaum.</li>
	<li>Stella, G. (a cura di), Siliprandi, E., Gorrieri, C. (2020). Lettoscrittura: come prevenire gli errori. Firenze: Giunti EDU.</li>
</ul>

Le attivit&agrave; devono essere &ldquo;calibrate&rdquo; sul livello di competenza per ridurre le esperienze frustranti che normalmente incontrano i bambini che si trovano a operare con richieste troppo complesse. Pertanto, una buona didattica dovrebbe essere:

<ul>
	<li style="text-align: justify;">graduale, proponiamo attivit&agrave; organizzate dalle pi&ugrave; facili alle pi&ugrave; complesse affrontando una sola difficolt&agrave; per volta;</li>
	<li style="text-align: justify;">progressiva, lavoriamo per tappe nell&rsquo;ambito del livello alfabetico in cui &egrave; rispettata una corrispondenza 1:1 tra fonemi e lettere;</li>
	<li style="text-align: justify;">lenta, non lasciamoci condizionare dalla fretta di procedere, sono necessari tempi adeguati per sperimentare con strutture fonotattiche a difficolt&agrave; crescente;</li>
	<li style="text-align: justify;">flessibile, monitoriamo periodicamente attraverso una valutazione qualitativa degli errori le reali competenze raggiunte per poter correggere il nostro iter;</li>
	<li style="text-align: justify;">motivante, forniamo materiali piacevoli e facili, strutturati come giochi linguistici per rendere fin da subito autonomi le bambine e i bambini nell&rsquo;esecuzione del compito.</li>
</ul>

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Come fare affinch&eacute; tale motivazione e voglia di apprendere non si traduca ben presto in frustrazione?

&ldquo;Spesso nella prima classe gli insegnanti si lasciano prendere dall&rsquo;ansia di dover insegnare presto agli alunni a leggere e a scrivere, ostacolando, per&ograve;, in questo modo, processi di apprendimento che dovrebbero essere graduali e personalizzati. Ogni bambino ha la propria storia, la propria personalit&agrave;, i propri ritmi di apprendimento e stili cognitivi.&rdquo; (Linee guida&nbsp;D.M. 12/7/2011).

La fretta &egrave; un ostacolo per una buona didattica e le ricerche di Emilia Ferreiro, Ana Teberosky e Uta Frith offrono un prezioso supporto teorico alla metodologia da utilizzare in classe.

Uta Frith ha distinto quattro fasi nell&rsquo;apprendimento della lettura e scrittura (logografica, alfabetica, ortografica e lessicale) che dovrebbero essere i pilastri di chi si appresta a insegnare la lettura e la scrittura. Il suo modello teorico offre, inoltre, un valido supporto per comprendere la natura degli errori che le bambine e i bambini commettono e fornisce una guida all&rsquo;individuazione della gradualit&agrave; con cui proporre le attivit&agrave; didattiche, in considerazione del livello raggiunto.

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La situazione di partenza

L&#39;apprendimento della lettoscrittura

All&rsquo;ingresso in classe prima tutti gli alunni mostrano entusiasmo e curiosit&agrave; per la consapevolezza dell&rsquo;inizio di una nuova fase della loro vita scolastica in cui si sentono &ldquo;grandi&rdquo;. L&rsquo;attrazione principale resta l&rsquo;imparare a scrivere con le sue diverse forme e forti sono le loro aspettative rispetto a questo.

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Il percorso didattico

Come fare una buona didattica

&ldquo;L&rsquo;elemento centrale per imparare a scrivere non &egrave; l&rsquo;esercizio grafomotorio e la capacit&agrave; di disegnare lettere, e nemmeno conoscere i significati delle parole, bens&igrave; la scoperta dei suoni che le compongono&rdquo; (Stella, 2020).

La capacit&agrave; grafomotoria &egrave; indispensabile nell&rsquo;atto della scrittura e non va trascurata, ma il nodo cruciale dell&rsquo;apprendimento della lettoscrittura sta nel rendere consapevoli della relazione tra i suoni del parlato e i segni scritti legati dalla fonologia.

Effettuiamo, attraverso una prova di scrittura spontanea un&rsquo;analisi della situazione della classe nelle prime settimane di scuola per rilevare le conoscenze individuali del codice scritto, estremamente variabili da un alunno all&rsquo;altro.

Gran parte delle bambine e dei bambini, inconsapevoli della relazione tra lettere e suoni, scriveranno in modo preconvenzionale, altri saranno in grado di rispettare almeno in parte il valore sonoro dei segni scritti (scrittura convenzionale), alcuni considereranno la parola come un tutt&rsquo;uno inscindibile dal suo significato.

&Egrave; pertanto di fondamentale importanza nelle primissime fasi di apprendimento, potenziare la competenza metafonologica, cio&egrave; la capacit&agrave; di analizzare la struttura fonologica della parola nelle sue componenti costitutive.

L&rsquo;abilit&agrave; di segmentare una parola nei suoni che la compongono non si sviluppa spontaneamente, quindi dobbiamo proporre esercizi di analisi e sintesi fonemica, individuazione fonema iniziale/finale di parola per poter poi stabilizzare con sicurezza le corrispondenze fonografiche per le singole lettere. Le competenze metafonologiche devono essere insegnate e costituiscono la base per acquisire la lettura e la scrittura.

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Quando si inizia a scrivere?

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