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Durante il blocco delle attività in presenza per la pandemia, scuole e università hanno dovuto spostare le loro attività dall’aula e dal campus a uno spazio virtuale, come unica alternativa all’impossibilità di svolgere le consuete attività. L’uso della Didattica a Distanza (DaD) come modalità esclusiva, e non più solo integrativa, è iniziato durante il secondo semestre 2019-2020 ed è perdurato di fatto, con sporadiche eccezioni, sino alla conclusione dell’anno scolastico 2020-2021.
 
 In realtà, da tempo l’
 
 e-learning
 
 era usato in molte istituzioni per migliorare l’apprendimento degli studenti e l’efficacia in termini di successo scolastico

Durante il blocco delle attività in presenza per la pandemia, scuole e università hanno dovuto spostare le loro attività dall’aula e dal campus a uno spazio virtuale, come unica alternativa all’impossibilità di svolgere le consuete attività. L’uso della Didattica a Distanza (DaD) come modalità esclusiva, e non più solo integrativa, è iniziato durante il secondo semestre 2019-2020 ed è perdurato di fatto, con sporadiche eccezioni, sino alla conclusione dell’anno scolastico 2020-2021.In realtà, da tempo l’e-learning era usato in molte istituzioni per migliorare l’apprendimento degli studenti e l’efficacia in termini di successo scolastico e accademico. Ma finora gli studi sperimentali non hanno portato a un consenso unanime sulla maggiore efficacia della DaD rispetto ai formati di apprendimento tradizionali.

Gli studenti più emotivamente sensibili sono quelli più soggetti a un calo di rendimento

I vantaggi della DaD

<ul><li>Abu Talib M. et al. (2021), «Analytical study on the impact of technology in higher education during the age of COVID-19: Systematic Literature Review», Educational and Information Technologies, 26, 1-28. doi:10.1007/s10639-021-10507-1 </li><li>Adedoyin O.B., Soykan E. (2020), «Covid-19 pandemic and online learning: the challenges and opportunities», Interactive Learning Environments, 1-13. </li></ul>doi:10.1080/10494820.2020.1813180 <ul><li>Mothibi G.A. (2015), «Meta-Analysis of the Relationship between E-Learning and Students’ Academic Achievement in Higher Education», Journal of Education and Practice, 6(9), 6-9. </li><li>Pokhrel S., Chhetri R. (2021), «A Literature Review on Impact of Covid-19 Pandemic on Teaching and Learning», Higher Education for the Future, 8(3) 133-141. doi:10.1177/2347631120983481 </li></ul>

Conclusioni: la Dad non è uguale per tutti…

Gli aspetti negativi

Tra gli aspetti negativi della DaD, primari sono quelli riferiti alla minore possibilità di interazioni sociali dirette, di peer-learning, e in generale di sfruttare gli aspetti sociali indispensabili nei processi di apprendimento: sviluppo delle capacità di comunicare, di avvalersi di supporti e feedback mediante segnali non verbali o osservando le interazioni degli altri, del coinvolgimento – anche emotivo – degli insegnanti. Pesa inoltre la mancanza delle esperienze dirette di laboratorio e di attività pratiche. La DaD richiede negli studenti maggiore motivazione intrinseca, per contrastare le condizioni di isolamento sociale e la mancanza di interazione sociale diretta, superando anche gli ostacoli tecnici come distrazioni e difficoltà di concentrazione, prolungamento dei tempi davanti allo schermo, carenza di attrezzature adeguate, ambienti di apprendimento non adeguati in casa. Riguardo gli aspetti emotivi della DaD, è stata rilevata un’influenza generale dell’ansia, legata in particolare all’insoddisfazione per la valutazione a distanza. Inoltre, altre variabili possono influenzare gli effetti dell’apprendimento online: fattori di personalità, intelligenza emotiva, fattori demografici come il luogo di residenza e il genere. Riguardo a quest’ultima variabile, è noto che la letteratura riporta costanti differenze tra i sessi nel gestire le conseguenze dello stress. Anche durante il periodo della pandemia di Covid-19, i primi dati raccolti evidenziavano questa tendenza, rilevando più ansia e depressione nelle donne; ma il perdurare della condizione di lockdown dovuta al Covid-19 sembra aver ridotto queste differenze: è aumentata nei maschi la percezione di solitudine rispetto alla condizione pre-pandemia, per cui i dati più recenti mostrano che uomini e donne hanno punteggi di ansia e depressione più simili rispetto alla condizione pre-pandemia.

Il perdurare della condizione di lockdown ha mostrato che maschi e femmine manifestano livelli di ansia e depressione più simili rispetto alla condizione pre-pandemia

In conclusione, gli effetti della DaD sul rendimento non sono generalizzabili in modo univoco, ma dipendono da specifici fattori cognitivi ed emotivi. Un calo nel profitto va collegato soprattutto alla percezione di peggioramento nella condizione di studente, che si associa ad aumento della tensione e a scarse possibilità di provare emozioni positive. Ne risentono maggiormente non solo gli studenti che manifestano sintomi di ansia e depressione – senza rilevanti differenze di genere – ma anche quelli con maggiore intelligenza emotiva, più portati ai rapporti amicali e più aperti mentalmente, e che vivono quindi come più penalizzante le conseguenze della pandemia sulla loro vita da studenti. Al pari dei sintomi dello stress, anche caratteristiche di personalità – in genere favorevoli per l’apprendimento ma compresse dall’isolamento – hanno conseguenze negative sul profitto scolastico che le attività di apprendimento a distanza non possono compensare adeguatamente.

Durante il blocco delle attività in presenza per la pandemia, scuole e università hanno dovuto spostare le loro attività dall’aula e dal campus a uno spazio virtuale, come unica alternativa all’impossibilità di svolgere le consuete attività. L’uso della Didattica a Distanza (DaD) come modalità esclusiva, e non più solo integrativa, è iniziato durante il secondo semestre 2019-2020 ed è perdurato di fatto, con sporadiche eccezioni, sino alla conclusione dell’anno scolastico 2020-2021. In realtà, da tempo l’e-learning era usato in molte istituzioni per migliorare l’apprendimento degli studenti e l’efficacia in termini di successo scolastico e accademico. Ma finora gli studi sperimentali non hanno portato a un consenso unanime sulla maggiore efficacia della DaD rispetto ai formati di apprendimento tradizionali.

Abbiamo voluto verificare empiricamente quanto gli aspetti psicologici della DaD si riflettano sul profitto, e in particolare quali variabili influenzino maggiormente il rendimento scolastico e le sue variazioni a seguito della DaD durante la pandemia e il conseguente isolamento forzato. Per la sperimentazione è stata scelta la scuola secondaria di secondo grado, dove la DaD è stata introdotta in maniera generalizzata e mantenuta più a lungo degli altri livelli durante le fasi della pandemia. Lo studio ha mirato a verificare alcuni possibili predittori del rendimento scolastico degli studenti delle scuole secondarie superiori, a seguito dell’introduzione della DaD, valutando due fasi: il periodo successivo alla prima fase di lockdown (marzo-giugno 2020), in cui la prima parte dell’anno scolastico 2019-2020 si era svolta in presenza; e il primo semestre dell’anno scolastico 2020-2021, svolto interamente in DaD. La differenza nel profitto scolastico tra le due fasi è stata valutata per ogni studente, calcolando la media dei voti ottenuti nei due periodi nelle principali materie di studio (italiano, matematica, scienze). L’ipotesi generale era che le variazioni di rendimento, rilevate seguendo longitudinalmente la coorte di studenti esaminati, potessero mostrare un miglioramento con l’adattamento alla DaD e quindi con l’acquisizione progressiva di competenze più adeguate per trarne beneficio. Le variazioni del rendimento sono state anche correlate con le variabili demografiche (genere, luogo di residenza: città o comune di provincia), il tipo di scuola frequentata. Come possibili predittori delle variazioni di profitto nel tempo a seguito dell’uso prolungato della didattica a distanza, abbiamo considerato:<ul><li>l’atteggiamento dell’alunno nei confronti della DaD;</li><li>la percezione che la propria situazione di studente si è modificata (e in che direzione) a seguito di cambiamenti didattici;</li><li>le componenti di personalità valutate secondo il modello dei Big-Five Factors;</li><li>l’intelligenza emotiva;</li><li>la percezione dello stress legato al contesto scolastico;</li><li>i sintomi di ansia e di depressione legati in generale alla situazione pandemica.</li></ul>Il campione era costituito da 312 studenti di scuola secondaria superiore, 175 maschi e 137 femmine, di cui 132 residenti in una grande città e 180 in paesi e cittadine di provincia; 65 frequentavano il liceo scientifico, 247 istituti tecnico-professionali di varia tipologia. Le analisi sono state effettuate sul campione complessivo, in quanto l’accettazione della DaD e la percezione del cambiamento della propria condizione di studente non hanno evidenziato differenze per genere, residenza, tipo di scuola frequentata. I risultati sono stati abbastanza sorprendenti rispetto alle ipotesi.<ul><li>Il profitto è peggiorato nel secondo periodo rispetto al precedente nel 65% degli studenti.</li><li>Il peggioramento dei voti scolastici è stato maggiore nei licei scientifici e nelle piccole città, mentre non sembrano incidere né il genere, né le specifiche discipline (lingua italiana, matematica, scienze).</li><li>Non si sono riscontrate le attese differenze nel profitto scolastico legate all’atteggiamento verso la DaD, mentre esse sono evidenti e statisticamente significative nella percezione del cambiamento nella situazione complessiva di vita e di studio.</li></ul>Dunque i cali di rendimento nel periodo svolto interamente in DaD non sono legati tanto al “mezzo tecnico” attraverso cui la didattica viene svolta, quanto alla percezione che la propria condizione complessiva di studente sia peggiorata sostanzialmente con il prolungarsi dell’isolamento, non più vissuto come contingente e temporaneo come si pensava all’inizio della pandemia. Le altre variabili considerate aggiungono altre interessanti informazioni. Anche per quanto riguarda l’intelligenza emotiva, la differenza è nella direzione opposta a quella attesa: il punteggio medio più alto si riscontra nel gruppo il cui rendimento scolastico peggiora. La differenza non raggiunge la significatività statistica (p = 0,08, prossimo alla soglia di 0,05), ma la tendenza indica che sono gli studenti più emotivamente sensibili quelli più soggetti al calo di rendimento. Ulteriore conferma di questa tendenza viene dai risultati del confronto relativo ai fattori di personalità: il rendimento scolastico peggiora negli studenti con maggiore amicalità e apertura mentale. Incidono invece negativamente sulle variazioni del profitto la percezione di stress e gli stati di ansia e depressione conseguenti al lockdown prolungato (peraltro poco correlati con i tratti di personalità). Questi aspetti – legati al modo generale di gestire il comportamento da stress della pandemia – sembrano avere un impatto decisivo sul generale peggioramento del rendimento scolastico.

I vantaggi più frequentemente riscontrati – oltre l’ovvia riduzione dei tempi e dei costi di viaggio per molti studenti – sono la maggiore flessibilità, il più facile accesso ai materiali didattici e la possibilità di usufruirne per tempi più lunghi, una maggiore possibilità di apprendimento personalizzato secondo le esigenze specifiche dell’alunno. Diversi studi riportano che gli ambienti online migliorano l’apprendimento centrato sullo studente e l’elaborazione attiva, e aprono nuovi modi di vivere la scuola, pur riducendo una partecipazione diretta e stimolante a discussioni e lavori di gruppo. Infatti, la didattica in presenza è preferibile per obiettivi più legati alla comunicazione, mentre quella online lo è quando si richiede un lavoro autonomo e autoregolato.

Didattica a distanza e profitto scolastico

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