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Dalla meraviglia alla conoscenza scientifica

A partire dalla naturale curiosità di bambine e bambini, l’osservazione del cielo può aiutare a comprendere in modo più profondo il tempo e lo spazio. I luoghi aperti, il disegno, l’esplorazione sensoriale sono strumenti significativi da utilizzare.

di Marta Carli20 marzo 20241 minuto di lettura
Dalla meraviglia alla conoscenza scientifica | Giunti Scuola

Il gioco nella natura è un’attività molto “seria”: bambine e bambini dedicano impegno nell’osservazione, nel porsi domande e nella discussione.

A scuola portano idee ed esperienze sul mondo naturale e concetti come causa ed effetto, struttura e funzione, stabilità e cambiamento. Questo, unito al senso di meraviglia che accompagna le loro scoperte, li pone nell’atteggiamento giusto per “fare scienza”.

A noi adulti, quindi, è affidato il compito di nutrire questo interesse strutturando un ambiente di apprendimento che faciliti interazioni significative sia con gli oggetti osservati che con i compagni, insieme ai quali costruire le prime conoscenze scientifiche.

 

Fisica e astronomia offrono innumerevoli opportunità di esplorazioni e scoperte affascinanti e vicine all’esperienza quotidiana

 

FARE FISICA E ASTRONOMIA

Quando si parla di scienze alla scuola dell’infanzia si pensa spesso all’osservazione e alle prime classificazioni di piante o piccoli animali, mentre risulta più difficile immaginare attività legate alla fisica o all’astronomia, percepite come più complesse o astratte.

Prendiamo ad esempio alcune esperienze di astronomia, il cielo è un immenso laboratorio a disposizione di tutti: basta alzare gli occhi per assistere a fenomeni scientifici, dall’alternarsi del dì e della notte, alle fasi lunari.

L’osservazione del cielo offre l’opportunità di stare nel tempo e nello spazio in maniera significativa. Nell’epoca in cui tutto corre veloce, l’astronomia richiede di “stare” nel tempo dei fenomeni, aspettare lo scorrere delle ore e delle stagioni, prendere punti di riferimento, individuare posizioni, imparare a descrivere e rappresentare, drammatizzare per comprendere e interiorizzare. Sono traguardi di competenza contenuti nelle Indicazioni Nazionali, che i percorsi di astronomia possono valorizzare e contribuire a raggiungere.

 

VALORIZZARE I GIARDINI E I LUOGHI APERTI

Se abbiamo a disposizione un giardino o un terrazzo è facile allestire uno spazio adatto a osservare i fenomeni astronomici ed entrare in relazione con il cielo.

Per esempio, possiamo prendere confidenza con la linea dell’orizzonte seguendo il movimento del Sole:

  • rafforziamo le descrizioni spaziali, “Dove si trova ora il Sole? Sopra un albero; a destra di una casa. E dove si sposterà? Più in alto, più in basso, a destra o a sinistra?”;
  • accompagniamo le osservazioni con fotografie per confrontare il percorso del Sole in giorni diversi. Poi, possiamo passare all’osservazione della nostra ombra: “È piatta o occupa uno spazio? Ha sempre la stessa lunghezza? Dove si trova rispetto al Sole? Proviamo a prevedere: dove si troverà tra un’ora, sarà più lunga o più corta?”.

Un’altra attività realizzabile è l’orologio solare (Fig. 1). Questo strumento si presta a innumerevoli scopi, soprattutto se utilizzato con regolarità per un periodo lungo. Possiamo usarlo:

  • per rafforzare le routine che accompagnano la nostra giornata, tracciando l’ombra dello gnomone in orari significativi e disegnando le attività che tipicamente svolgiamo in quei momenti;
  • per mettere in relazione nella stessa giornata la lunghezza e la posizione dell’ombra con l’altezza e la posizione del Sole sull’orizzonte;
  • per osservare giorno dopo giorno come cambia la lunghezza dell’ombra al variare delle stagioni.
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Fig. 1

UN ESEMPIO DI PERCORSO

Tra i tanti percorsi sviluppati dalle laureande in Scienze della Formazione Primaria all’Università di Padova, raccontiamo quello di Sara Rosa (2016), svolto con bambine e bambini di 5 anni. Le scelte pedagogiche e didattiche sono state molteplici, qui per brevità ne mettiamo in luce due: la valorizzazione del disegno e l’esplorazione sensoriale.

Nei disegni, il cielo è spesso rappresentato come una striscia azzurra nella parte alta del foglio (Fig. 2a), ma questa rappresentazione non rispecchia la realtà in cui la Terra è “immersa” nel cielo (Fig. 2b). Proprio su questo aspetto soffermiamoci come primo passo per comprendere la relazione tra Terra e cielo.

 

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Fig. 2a

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Fig. 2b

 

Il percorso è iniziato con un’uscita in un parco vicino alla scuola. Dopo aver osservato il cielo in silenzio per alcuni minuti, bambine e bambini sono stati incoraggiati a disegnarne una porzione ciascuno, scegliendo il proprio punto di vista. I disegni sono serviti come base per creare un cartellone (Fig. 3) in cui sono state incollate le sagome di ciò che era stato osservato (uccelli, nuvole, Sole), riflettendo sulla loro distanza dalla Terra e arrivando a chiedersi: “Oltre il cielo cosa c’è?”.

 

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Fig. 3

 

Questa domanda ha fatto da stimolo per la fase successiva del percorso, in cui bambine e bambini hanno esplorato i pianeti del Sistema Solare attraverso un percorso sensoriale. Per ciascun pianeta è stato scelto un elemento caratterizzante da sperimentare, per esempio (Fig. 4):

  • uno spazio molto piccolo in cui stare “stretti stretti” per rappresentare Mercurio;
  • un sacchetto di ghiaccio da toccare con le mani al buio, con suoni di tempeste e vento forte, per rappresentare i pianeti più lontani dal Sole.

Il compito finale consisteva nel rappresentare con un disegno almeno un pianeta.

 

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Fig. 4

Scuola dell'infanzia

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