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Dalle didascalie alle prime forme di racconto

Prime forme di racconto

Dal resoconto al racconto

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 La vita quotidiana è ricca di narrazione: testimonianze, discorsi, ricordi di esperienze vissute, rievocazione di episodi particolari o fiabe lette ai bambini (Becchi, Ferrari, Scibilia, 1990). Ancora di più, a scuola, è strumento potente per la trasmissione di contenuti, per la condivisione di vissuti e per l’espressione della propria identità.
 
 La psicologia si è occupata di narrazione in tempi relativamente recenti: a partire dagli anni Settanta del Novecento alcuni studiosi hanno iniziato a interessarsi all’analisi dei testi narrativi, con l’obiettivo di indagarne gli aspetti chiave. La narrazione ha un r

La vita quotidiana è ricca di narrazione: testimonianze, discorsi, ricordi di esperienze vissute, rievocazione di episodi particolari o fiabe lette ai bambini (Becchi, Ferrari, Scibilia, 1990). Ancora di più, a scuola, è strumento potente per la trasmissione di contenuti, per la condivisione di vissuti e per l’espressione della propria identità. La psicologia si è occupata di narrazione in tempi relativamente recenti: a partire dagli anni Settanta del Novecento alcuni studiosi hanno iniziato a interessarsi all’analisi dei testi narrativi, con l’obiettivo di indagarne gli aspetti chiave. La narrazione ha un ruolo centrale in relazione alle emozioni in quanto essa è, allo stesso tempo, causa e contenuto di esperienze emotive rilevanti per la persona (Ciceri, 2005). Può infatti educare alla sperimentazione, all’elaborazione e al controllo delle proprie emozioni attraverso il coinvolgimento all’interno della vicenda descritta.Molti studiosi hanno anche sottolineato la possibilità di usare la narrazione come strumento di intervento psicologico, nel counseling o nella psicoterapia, nel rapporto educativo, nella didattica, nell’orientamento scolastico-professionale o nell’intervento sociale (per una rassegna si veda Antonietti, Rota, 2004).

<img filer_id="232530" src="/d/filer/sharing/1618552969/232530/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" style="height: 217px; width: 300px; margin: 10px 15px; float: right;" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1618552969/232530/">La vita quotidiana è ricca di narrazione: testimonianze, discorsi, ricordi di esperienze vissute, rievocazione di episodi particolari o fiabe lette ai bambini (Becchi, Ferrari, Scibilia, 1990). Ancora di più, a scuola, è strumento potente per la trasmissione di contenuti, per la condivisione di vissuti e per l’espressione della propria identità. La psicologia si è occupata di narrazione in tempi relativamente recenti: a partire dagli anni Settanta del Novecento alcuni studiosi hanno iniziato a interessarsi all’analisi dei testi narrativi, con l’obiettivo di indagarne gli aspetti chiave. La narrazione ha un ruolo centrale in relazione alle emozioni in quanto essa è, allo stesso tempo, causa e contenuto di esperienze emotive rilevanti per la persona (Ciceri, 2005). Può infatti educare alla sperimentazione, all’elaborazione e al controllo delle proprie emozioni attraverso il coinvolgimento all’interno della vicenda descritta. Molti studiosi hanno anche sottolineato la possibilità di usare la narrazione come strumento di intervento psicologico, nel counseling o nella psicoterapia, nel rapporto educativo, nella didattica, nell’orientamento scolastico-professionale o nell’intervento sociale (per una rassegna si veda Antonietti, Rota, 2004).

L’infanzia è un periodo fondamentale per lo sviluppo del pensiero creativo: possono emergere e consolidarsi le naturali predisposizioni alla creatività di ogni individuo

Creatività e narrazione alla Scuola primaria: quali vantaggi?

Il contributo di Bruner Un autore, in particolare, ha indagato in profondità le caratteristiche della narrazione: è J.S. Bruner, che ha definito il pensiero narrativo come strumento di conoscenza primario e, insieme, mezzo di trasmissione culturale ed educativo. Bruner (2002) identifica, inoltre, alcuni importanti motivi che rendono conto della centralità della narrazione nella vita di ogni essere umano; essi sono particolarmente interessanti per coglierne a pieno i legami con la creatività e il pensiero creativo. In primo luogo, attraverso il racconto, è possibile provare a dare un senso a tutto ciò che accade, soprattutto quando le cause sono difficili da comprendere. La narrazione permette quindi di dare forma ai fenomeni e agli eventi, di creare una struttura a tutto ciò di cui si fa esperienza, di guardare il mondo da una determinata prospettiva, di rendere strano ciò che è familiare, di stimolare a immaginare che cosa potrebbe succedere se il mondo funzionasse in maniera diversa, di cercare interpretazioni verosimili per quanto in realtà è imprevisto e di immedesimarsi nella storia. Riprendendo le parole dello stesso Bruner, le narrazioni hanno il potere di «trasformare l’indicativo in congiuntivo» (si veda anche l’articolo <a data-cke-saved-href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/i-libri-game" target="_blank" href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/i-libri-game">I libri-game</a>), aiutando l’individuo a comprendere che ogni lettura della realtà è soltanto una tra le tante possibili, grazie all’assunzione di una determinata prospettiva.

Di seguito si descriveranno due esempi di training, da noi costruti e validati, che hanno utilizzato proprio narrazione, creatività e metacognizione per il potenziamento di specifiche abilità negli studenti della scuola primaria.

Il ruolo della narrazione

<img filer_id="232531" src="/d/filer/sharing/1618553405/232531/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" style="height: 201px; width: 300px; margin: 10px 15px; float: right;" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1618553405/232531/">Queste ultime affermazioni mostrano forti collegamenti con la creatività, un costrutto complesso che richiama alcune specifiche operazioni mentali, recentemente raggruppate in una cornice teorica unitaria da Antonietti, Colombo, Pizzingrilli (2011). Il modello ACR (in inglese WCR), prendendo spunto dalle posizioni teoriche delle principali scuole psicologiche in merito alla creatività, la definisce come il risultato di tre principali abilità.<ol><li style="text-align: justify;">Ampliare: abilità di ampliare la propria prospettiva, rompendo i legami che spesso ne limitano gli orizzonti. La produzione di intuizioni originali è possibile soltanto se il pensiero può assumere nuove direzioni, con l’obiettivo di trovare il maggior numero di idee possibili, aumentando la probabilità che, tra queste, ve ne siano di interessanti per i propri scopi. </li><li style="text-align: justify;">Collegare: abilità di mettere in connessione elementi che apparentemente non hanno nulla in comune, andando oltre le differenze e le somiglianze superficiali e cercando tutte le altre possibilità nascoste. Un ottimo metodo per incrementare questa abilità è proporre delle analogie, trovando appunto collegamenti tra elementi diversi tra loro (Antonietti, 2001).</li><li style="text-align: justify;">Riorganizzare: abilità di assumere una nuova prospettiva e un differente punto di vista per dare risposte originali e non scontate.</li></ol>

Strumenti e percorsi

La scuola promotrice del processo creativo Come può allora la scuola divenire promotrice del processo creativo?<ul><li style="text-align: justify;">In primo luogo è indispensabile lavorare sul clima della classe, facendo in modo che i bambini abbiano molte possibilità di esprimersi e di sperimentarsi, anche in modi originali e “fuori dagli schemi”; di poter fare domande anche quando sono bizzarre; di apprendere basandosi sull’esperienza in condizioni non necessariamente legate alla valutazione. </li><li style="text-align: justify;">In secondo luogo, per potenziare la creatività a scuola è importante proporre anche percorsi strutturati, dei veri e propri training, che siano in grado di operare su tutte le abilità tipiche del pensiero creativo. Se a questi aspetti si accompagna una cornice narrativa, l’effetto sarà ancora migliore perché consentirà ai bambini di immedesimarsi, di coinvolgersi a livello emotivo e di riflettere sul proprio sé, attraverso l’assunzione di prospettive e punti di vista diversi e, a volte, inusuali.</li><li style="text-align: justify;">Un terzo aspetto molto importante per la costruzione di training efficaci è l’elemento metacognitivo. La metacognizione è utile per riflettere sulle abilità mentali che occorrono in specifiche situazioni e per selezionare e monitorare l’applicazione delle strategie creative apprese a seconda delle situazioni che si presentano che devono ricordare quelle della vita reale.</li></ul>

Il training creatività e Surrealismo Il presente training utilizza narrazione, creatività e stimoli artistici, in particolare legati all’arte surrealista. Si è scelto di concentrarsi su questa corrente artistica in quanto presenta stretti nessi con il pensiero divergente; entrambi lasciano spazio all’immaginazione, cercano di superare la logica e la razionalità per ottenere risultati innovativi, originali e prima impensati. Si tratta di un training molto breve, che può essere realizzato nel corso di una singola lezione e che ha l’obiettivo di potenziare la creatività. In primo luogo si fornisce ai bambini una spiegazione semplice di che cos’è il Surrealismo e si dice loro che, per questa attività, si utilizzeranno dei quadri appartenenti a tale corrente. Si formano quattro gruppi; a ciascuno viene consegnata una stampa colorata in formato A3 di un paesaggio surrealista. Per esempio si possono utilizzare le seguenti opere: René Magritte, La bella prigioniera, 1947, olio su tela, collezione privata; René Magritte, L’impero delle luci, 1954, olio su tela, Venezia, Peggy Guggenheim Collection; Salvador Dalí, Figure paranoiche, 1934-35, olio su tela, Figueras, Fondazione Dalí; Salvador Dalí, Cigni riflessi in elefanti, 1937, olio su tela, Ginevra, collezione privata. Si chiede poi a ogni componente del gruppo di disegnare un personaggio (utilizzando diversi materiali: pastelli, pennarelli, tempere, cartoncini colorati, stoffe, lana, cotone, carta crespa e velina di vari colori, alluminio, pasta, riso, palloncini...) che possa popolare il paesaggio e di spiegare il suo ruolo. Si domanda anche di provare a inventare una breve narrazione, inserendo i personaggi creati nell’ambiente di partenza, e di raccontarla. L’applicazione di questo training a un gruppo di bambini della quar- ta e della quinta classe della scuola primaria ha permesso di rilevare, attraverso la somministrazione del “Torrance Test Of Creative Think- ing” (TTCT), livelli di creatività più elevati nel gruppo a cui è stato pro- posta l’attività rispetto a un gruppo, paragonabile per caratteristiche socio-demografiche, cui non è stato presentato questo breve training.

Il training Ecopower: creatività per imparare Il principale obiettivo del percorso è quello di promuovere l’adozione di un atteggiamento ecosostenibile da parte dei bambini della scuola primaria (idealmente del secondo e terzo anno), attraverso il potenziamento delle abilità creative sopra descritte e l’utilizzo di una cornice narrativa, presentata tramite video creati ad hoc, all’interno della quale sono inserite attività incentrate sullo sviluppo del pensiero creativo e di un atteggiamento ecosostenibile. La storia racconta le avventure di Greenny, un alieno pasticcione finito per errore sulla Terra, il cui compito è acquisire conoscenze e competenze per salvare il suo pianeta, Smeraldo, vittima di Smoggy, un mostro che vi ha portato inquinamento e smog. Il protagonista sarà aiutato dal Grillo Parlante, i cui consigli costituiscono l’espediente narrativo per fornire ai partecipanti importanti spunti metacognitivi. Gli stessi bambini saranno invitati ad aiutare Greenny a sconfiggere Smoggy e a salvare il suo pianeta. Al termine di ogni video i protagonisti lanciano l’attività che vedrà coinvolti i bambini, i quali si troveranno a ragionare, in maniera creativa e cooperativa, sulle tematiche legate all’ecologia. Il percorso è stato proposto a due classi del secondo anno della scuola primaria e i risultati si sono rivelati molto positivi. In particolare, si è riscontrato un oggettivo miglioramento in tutti i fattori del pensiero creativo, indagati tramite il “Torrance Test of Creative Thinking”. Anche per quanto riguarda lo sviluppo di un atteggiamento ecosostenibile, i bambini hanno acquisito consapevolezza e maggiori competenze circa i comportamenti ecologici su cui si è focalizzato il training. Un ruolo chiave nel raggiungimento di tali importanti obiettivi è sicuramente quello giocato dalla narrazione video, creata ad hoc a partire dalle basi teoriche sopra illustrate, che ha permesso un coinvolgimento attivo dei bambini, un innalzamento del gradimento del percorso e una maggiore immedesimazione. Il training prevede anche una forma di applicazione che comprende l’utilizzo del blog come strumento di promozione di una migliore comprensione dei contenuti narrativi e soprattutto di una maggiore collaborazione da parte dei bambini. Il blog vuole essere garante di una continuità di base tra un incontro e l’altro, attraverso l’inserimento di brevi attività o la richiesta di alcune riflessioni.

Se ci si focalizza, nello specifico, sui bambini in età scolare, quali sono i vantaggi che il connubio tra creatività e narrazione può apportare per il loro sviluppo cognitivo ed emotivo e, in generale, per il potenziamento del loro benessere? Bruner e Kalmar (1998) ritengono che i bambini preferiscano conoscere la realtà attraverso la narrazione, in quanto permette di interiorizzare più facilmente i concetti e di costruire la propria identità, facendo riferimento agli aspetti sociali, riflessivi e alla capacità di far fronte agli eventi. La narrazione consente al bambino di immedesimarsi nelle storie che ascolta, provando a comprenderle, ad attribuire un senso a ciò che viene raccontato, coinvolgendosi emotivamente. Per quanto riguarda il processo creativo, diversi studiosi hanno messo in luce come l’infanzia sia un periodo fondamentale per il suo sviluppo; se il contesto è favorevole, possono infatti emergere e consolidarsi le naturali predisposizioni alla creatività presenti in ogni individuo. Di conseguenza, diviene fondamentale offrire al bambino la possibilità di mettere in gioco le proprie abilità creative (Cesa-Bianchi, Antonietti, 2003).

Riprendendo gli aspetti messi in luce da Bruner in merito alla narrazione, guardare il mondo da un particolare punto di vista, rendere insolito ciò che è noto, provare a immaginare che cosa potrebbe succedere se il mondo funzionasse in un modo differente, cercare interpretazioni verosimili per quanto in realtà è imprevisto, sono tutti punti che richiedono proprio di mettere in campo le competenze evidenziate dal modello ACR. Diviene così evidente lo stretto legame esistente tra le operazioni creative e i processi implicati nella narrazione.

Antonietti A. (2001), Analogical discoveries. Identifying similarities to solve problems, Carocci, Roma. Antonietti A., Colombo B., Pizzingrilli P. (2011), «The WCR Model of Creativity. From Concept to Application», The Open Education Journal, 4, 80-89. Antonietti A., Giorgetti M., Pizzingrilli P. (2011), Io penso creativo. Valutare e potenziare gli aspetti creativi del pensiero, Giunti, Firenze. Antonietti A., Rota S. (2004), Raccontare l’apprendimento. Il diario narrativo: come ricostruire e monitorare percorsi formativi, Raffaello Cortina Editore, Milano. Becchi E., Ferrari M., Scibilia G. (1990), Autobiografie ed infanzia tra letteratura e film, FrancoAngeli, Milano. Bruner J.S. (2002), La fabbrica delle storie. Diritto, letteratura, vita (trad. it.), Laterza, Roma. Bruner J.S., Kalmar D.A. (1998), «Narrative and metanarrative in the construction of Self», in Ferrari M.D., Sternberg R.J. (eds.), Self-Awareness. Its Nature and Development, 308-331, The Guilford Press, New York. Cesa-Bianchi M., Antonietti A. (2003), Creatività nella vita e nella scuola, Mondadori Università, Milano. Ciceri M.R. (2005), Mente interattiva. Linguaggi, media e competenze, Omega Edizioni, Torino. Pizzingrilli P., Valenti C., Cerioli L., Antonietti A. (2015), Sviluppare il pensiero flessibile. Percorsi interdisciplinari per la scuola primaria, Erickson, Trento. Torrance E.P. (1962), Guiding Creative Talent, Prentice Hall, Englewood Cliffs (NJ). <a data-cke-saved-href="https://content.apa.org/PsycBOOKS/toc/13134" target="_blank" href="https://content.apa.org/PsycBOOKS/toc/13134">https://doi.org/10.1037/13134-000</a>

Il costrutto della creatività

Creatività e narrazione

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