La mamma, su Skype

Scuola-famiglia: quale alleanza?

Tempo di adozioni. Con gli occhi dei bambini

<blockquote>I genitori di un bambino di tre anni che frequenta la nostra scuola dell'infanzia riferiscono a noi insegnanti che non riescono a "farsi ascoltare" dal figlio, né a casa né fuori. Che cosa possiamo suggerire loro?</blockquote>

<blockquote>Mio figlio ha 9 anni e frequenta la classe quarta: perché devo sempre “ricattarlo” per fare compiti o leggere?</blockquote>

“Il&nbsp; momento dei compiti a casa è uno dei 'luoghi'&nbsp;ordinariamente attraversati dalle fatiche relazionali tra genitori e figli.I bambini, stanchi anche della frequenza scolastica, tendono a rimandare i compiti e a farli in maniera approssimativa; i genitori si ritrovano a richiamare e invitare magari utilizzando come arma premi e punizioni&nbsp;che tuttavia non risultano efficaci&nbsp; e consumano&nbsp;la disponibilità personale.Dobbiamo ricordarci che nel loro cammino di crescita i bambini vanno accompagnati all'assunzione delle proprie responsabilità: come genitore mi affianco e ti sostengo ma non posso sostituirmi a te. Dare un tempo preciso non negoziabile per svolgere i compiti aiuta, così come essere coerenti tra i messaggi offerti e le azioni. Se hai bisogno ci sono ora, dopo ho altre cose da fare...; se non vuoi leggere lo spiegherai tu domani alla maestra...: siamo disposti ad accettare che nostro figlio vada a scuola senza i compiti fatti? Di solito i voti dei bambini vengono visti come voti alle capacità genitoriali. La sfida più difficile è rompere questo schema: lasciare che i bambini possano in prima persona fare esperienza di esporsi e di vivere le conseguenze delle proprie azioni, affiancandoli nella promozione della loro autonomia”.

<a data-cke-saved-href="https://www.giuntiscuola.it/autori/serena-gaiani-72/faq" target="_blank" href="https://www.giuntiscuola.it/autori/serena-gaiani-72/faq">Invia la tua domanda</a> allo&nbsp;Sportello genitori per ricevere una risposta personalizzata.

Allo <a data-cke-saved-href="https://www.giuntiscuola.it/autori/serena-gaiani-72/faq" target="_blank" href="https://www.giuntiscuola.it/autori/serena-gaiani-72/faq">Sportello genitori di Giunti Scuola</a> arrivano domande di ogni genere: di insegnanti che chiedono supporto nel rapporo con le famiglie, o che vogliono dare indicazioni efficaci ai genitori; di genitori che hanno difficoltà con i figli. Serena Gaiani, pedagogista, risponde privatamente a ogni domanda. Ecco alcune richieste di consulenza e le sue risposte.&nbsp;

“Per i bambini la capacità di accogliere quello che dicono gli altri, ma soprattutto gli adulti, fa parte di un cammino di crescita che li porta dall’essere concentrati unicamente su di sé alla scoperta che ogni contesto offre dei limiti e che esistono anche gli altri con i loro bisogni.Per farsi ascoltare bisogna prima essere capaci di ascolto autentico: capire e custodire i messaggi che i bambini ci mandano permette di creare quell’empatia che è la base di ogni relazione Su questo terreno relazionale possiamo poi allora entrare in scena con autorevolezza e per farci ascoltare&nbsp;dobbiamo essere certi di avere l’attenzione del bambino, usare parole semplici in frasi brevi e soprattutto praticare la coerenza tra quello che diciamo e quello che facciamo.Partiamo a irrobustire queste buone pratiche&nbsp;tra le mura di casa, perché nei contesti in cui si è socialmente esposti è sempre più complicato”.

FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

Compiti a casa, rapporti scuola-famiglia: domande e risposte dello Sportello Genitori