L'importanza del dialogo con i bambini - “Pillole” per cominciare bene

Bambini adottati in classe - “Pillole” per cominciare bene

Le paure dei bambini e l'importanza della famiglia - "Pillole" per cominciare bene

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

Uno dei disagi più spesso lamentati dai bambini nelle lunghe permanenze in casa cui sono stati costretti nell’ultimo anno è la noia (oltre un terzo dei soggetti, secondo alcuni studi); ma la noia è un problema anche in classe, per esempio quando un alunno deve riascoltare la spiegazione di qualcosa che ha già capito benissimo e quindi non suscita alcuna motivazione. Se a casa il rischio è quello di un ricorso eccessivo a videogiochi o TV, a scuola la noia può generare indisciplina e fastidio per gli altri. Sarebbe bello se gli alunni sapessero attendere con pazienza, impiegando quelli che per loro sono “tempi morti” con qualcosa di… silenziosamente creativo. Come organizzare il laboratorioIl laboratorio che presentiamo, messo in pratica da una di noi con una terza primaria di 20 alunni, è stato pensato per stimolare la capacità di usare solo il proprio pensiero o poco più (un foglio e una matita) per passare un po’ di tempo. L’attività può essere svolta con il disegno, la scrittura o entrambi; le consegne di lavoro possono andare da una sola fino a tre. Il laboratorio si presta anche a essere realizzato in più giorni, come un fil rouge di pensieri da portare con sé e sviluppare nel tempo. La scelta dei mezzi espressivi e delle durate si lega all’età degli alunni coinvolti: il nostro laboratorio si è svolto in due giorni (una consegna nel primo giorno, le altre due nel secondo).I materiali necessari sono minimi: agli alunni è sufficiente la normale dotazione scolastica per scrivere e disegnare; l’insegnante deve preparare solo dei mazzetti di cartoncini o di foglietti. Se vi sono alunni con disturbi quali ADHD o limitazioni intellettive, la presenza di un insegnante di sostegno potrebbe essere necessaria.Nel complesso tutti i partecipanti hanno accolto con entusiasmo le attività proposte, in questo caso, in presenza, ma il laboratorio si presta anche a poter essere svolto in remoto.

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Laboratorio “Che noia!”Lo stimolo di partenzaLo stimolo di partenza può essere questo: Bambini, sapete cosa vuol dire annoiarsi?Possiamo raccogliere qualche risposta, e poi riassumere con una buona definizione, eventualmente facendo ricorso al vocabolario. E cosa fate per non annoiarvi? Annotiamo queste strategie alla lavagna.Nella nostra esperienza, sono emersi passatempi di movimento (per esempio andare in bicicletta) o sedentari (lettura, costruzioni), talora in compagnia di coetanei o adulti. Nessuno ha menzionato i videogiochi, forse sapendo che l’insegnante ne scoraggia l’uso, o forse perché associati a una intrinseca motivazione, più che alla fuga dalla noia.La prima consegnaAdesso cercheremo di imparare come si fa a non annoiarsi quando non si può fare niente di tutto questo. Perché abbiamo sempre con noi il nostro pensiero! E con il pensiero possiamo anche sognare, non occorre dormire, basta chiudere gli occhi.Ora faremo un esercizio di sogni, ma per farlo bene dobbiamo stare tutti zitti, ma proprio zitti, altrimenti i sogni se ne vanno, ci scappano di mente.Con gli occhi chiusi ognuno di voi deve scegliere un posto che gli piace e immaginarlo nei particolari. Dopo una decina di secondi chiediamo: Ci state pensando?Se a qualcuno non è venuto in mente niente, alzi la mano e vengo vicino ad aiutarlo.Se qualcuno alza la mano, ci avviciniamo con un mazzetto di cartoncini su cui sono scritte parole come queste: riva del mare – prato – montagna – il mio letto – il divano davanti alla TV – campo sportivo – collina coperta di neve – giardino – bosco – capanna sotto gli alberi – barca nel marePesca una di queste carte e immagina come è fatto quello che trovi scritto.Lasciamo scorrere ancora qualche secondo e ripetiamo: Avete tutti pensato? Allora adesso (mi raccomando, sempre zitti zitti) prendete un foglio e disegnate quello che avete immaginato.Osserviamo gli alunni, eventualmente incoraggiando i più lenti a concludere, suggerendo che “non occorre fare un capolavoro”.Volendo, prima di concludere si può anche chiedere di descrivere per iscritto: Descrivete in poche parole quello che avete immaginato. Adesso vediamo insieme che cosa ci hanno regalato i vostri sogni.Nella nostra esperienza solo una bambina straniera ha avuto bisogno della carta per il suggerimento.Alcuni esempi di luoghi rappresentati nei disegni sono stati: mare, montagna, piazza con amici, costruzioni. Facciamo enunciare a ciascuno il tema del disegno o della descrizione; oppure appendiamo i disegni a un tabellone.Contiamo i temi ricorrenti, cerchiamo somiglianze e differenze. Teniamo sempre a disposizione il “mazzo di carte” per chi non riesce a calarsi da sé nell’attività immaginativa.La seconda e la terza consegnaPensate a un personaggio simpatico, vero o immaginario, e immaginate che sia nel posto che avete sognato. Disegnate/ Descrivete il personaggio. Entrate nel posto che avete immaginato e domandate qualcosa al personaggio. Scrivete la domanda. Immaginate la sua risposta e scrivetela.Il lavoro può svolgersi in coppie o gruppetti, chiedendo di confrontare il proprio sogno con quello di altri per individuare differenze e somiglianze.&nbsp;

Uno dei disagi più spesso lamentati dai bambini nelle lunghe permanenze in casa cui sono stati costretti nell’ultimo anno è
 
 la noia
 
 (oltre un terzo dei soggetti, secondo alcuni studi); ma la noia è
 
 un problema anche in classe
 
 , per esempio quando un alunno deve
 
 riascoltare la spiegazione
 
 di qualcosa che ha già capito benissimo e quindi non suscita alcuna motivazione.
 


 Se a casa il rischio è quello di un ricorso eccessivo a videogiochi o TV, a scuola la noia può generare indisciplina e fastidio per gli altri. Sarebbe bello se gli alunni sapessero attendere con pazienza, impiegando quelli che per loro sono “tempi morti” con qualcosa di… sile

Uno dei disagi più spesso lamentati dai bambini nelle lunghe permanenze in casa cui sono stati costretti nell’ultimo anno è la noia (oltre un terzo dei soggetti, secondo alcuni studi); ma la noia è un problema anche in classe, per esempio quando un alunno deve riascoltare la spiegazione di qualcosa che ha già capito benissimo e quindi non suscita alcuna motivazione. Se a casa il rischio è quello di un ricorso eccessivo a videogiochi o TV, a scuola la noia può generare indisciplina e fastidio per gli altri. Sarebbe bello se gli alunni sapessero attendere con pazienza, impiegando quelli che per loro sono “tempi morti” con qualcosa di… silenziosamente creativo.Come organizzare il laboratorioIl laboratorio che presentiamo, messo in pratica da una di noi con una terza primaria di 20 alunni, è stato pensato per stimolare la capacità di usare solo il proprio pensiero o poco più (un foglio e una matita) per passare un po’ di tempo. L’attività può essere svolta con il disegno, la scrittura o entrambi; le consegne di lavoro possono andare da una sola fino a tre. Il laboratorio si presta anche a essere realizzato in più giorni, come un fil rouge di pensieri da portare con sé e sviluppare nel tempo. La scelta dei mezzi espressivi e delle durate si lega all’età degli alunni coinvolti: il nostro laboratorio si è svolto in due giorni (una consegna nel primo giorno, le altre due nel secondo).I materiali necessari sono minimi: agli alunni è sufficiente la normale dotazione scolastica per scrivere e disegnare; l’insegnante deve preparare solo dei mazzetti di cartoncini o di foglietti.Se vi sono alunni con disturbi quali ADHD o limitazioni intellettive, la presenza di un insegnante di sostegno potrebbe essere necessaria.Nel complesso tutti i partecipanti hanno accolto con entusiasmo le attività proposte, in questo caso, in presenza, ma il laboratorio si presta anche a poter essere svolto in remoto.

Come sconfiggere la noia

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