Scuola dell'infanzia di aprile: La didattica del fare

Insegnare Geografia oggi

Le regole del gioco e il gioco delle regole

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 Devo la metafora del titolo ad Ermanno Puricelli. Due metafore dell’insegnamento e della condizione dei nostri studenti. Da un lato l’insegnamento disciplinare, con le materie separate, come canne d’organo. Direte: “… ma io da sempre insegno in modo multi-, pluri-, inter-, trans-, co-disciplinare”. Finanche co-disciplinare, quando nel team tutti hanno familiarità con le competenze altrui.
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 Mi auguro che sia così, perché è una scelta che ben si confà con “l’estuario a delta” rappresentato dai nostri studenti. Il loro apprendere non va dritto al mare – come vorremmo – ma si slarga in foce in cui gli ostacoli, le correnti, l’acqua dolce e sa
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Devo la metafora del titolo ad Ermanno Puricelli. Due metafore dell’insegnamento e della condizione dei nostri studenti. Da un lato l’insegnamento disciplinare, con le materie separate, come canne d’organo. Direte: “… ma io da sempre insegno in modo multi-, pluri-, inter-, trans-, co-disciplinare”. Finanche co-disciplinare, quando nel team tutti hanno familiarità con le competenze altrui.
Mi auguro che sia così, perché è una scelta che ben si confà con “l’estuario a delta” rappresentato dai nostri studenti. Il loro apprendere non va dritto al mare – come vorremmo – ma si slarga in foce in cui gli ostacoli, le correnti, l’acqua dolce e salata – cioè la frammentazione dell’apprendimento, dell’attenzione, dei contesti sociali – mal convivono con le lezioni disciplinari. Gli apprendimenti di base restano centrali, ma gli approdi, le oasi offerte dall’incontro con le altre discipline, costituiscono un gancio per non farsi trascinare dalla corrente.
 
Un sapere nuovo
“La metafora dell’amore non è in gioco anche in tutto quello che concerne la pratica didattica? Trasformare l’allievo come oggetto sul quale si applica un sapere – testa o bocca vuota (recipiente) da riempire, vite storta da raddrizzare – in un soggetto che ricerca attivamente quello di cui manca, che si sente trasportato, attirato, catturato verso un sapere nuovo” (Recalcati, 2014)
Ecco, riscoprire un sapere nuovo dalla contaminazione disciplinare. Poi, in base alle condizioni e alle proprie competenze, puntare sul “multi-, pluri-, inter-, trans-, co-, ma intanto superare le canne d’organo, almeno in una percentuale importante della programmazione annuale.
Questa natura multidisciplinare, presente nella didattica della primaria dagli anni ’70 in poi, si è persa nel tempo un po’ per il venir meno delle compresenze, un po’ per una disciplinarizzazione spinta, aspetto poco studiato ma evidente in molte realtà scolastiche.
 
La sceneggiatura
Come entrare in questo spirito di incontro tra le discipline? Uno strumento molto utile è la sceneggiatura. Dimenticate la scheda per obiettivi e finalità. Propongo, invece, un modello che si ispira al cinema. Cosa fa il docente, lo studente, dove, con quali strumenti, quali i vari passi di ognuno, con quale prodotto, verifica, valutazione finale. La particolarità è che riproduciamo lo scorrere della vita e, quindi, i compiti o le fasi sono in parallelo.
Ovviamente non può esser fatto per ogni unità didattica, ma la sua impostazione le può guidare tutte. Può anche essere il viatico a scelte di sistema. Un grado zero? A fine anno ogni docente offre un sito o un’app cui è fidelizzato. Unica regola: no ai doppioni. Un collegio di 100 docenti condividerà una selezione aggiornabile di 100 siti o app utili. Un primo passo per condividere e sceneggiare insieme!
 


Canne d’organo ed estuari a delta

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