Nel momento in cui scrivo la scuola viene considerata quasi un “bene rifugio”. Le mura dell’aula sono percepite come contesto piuttosto sicuro, con regole stabilite, con protocolli operativi. Mai come in questo periodo è risaltato il valore della scuola come comunità di riferimento per bambini e genitori, un luogo amico per realizzare insostituibili esperienze di vita, di relazione, di apprendimento. Questi compiti sono sempre stati riconosciuti alla scuola dei piccoli e anche nelle Indicazioni più recenti si riconducono le finalità della scuola primaria all’imparare a im parare, ma soprattutto apprendere a stare al mondo. La presenza a scuola, a tal fine, è indispensabile e non può essere surrogata dall’uso di qualche piattaforma a distanza. La scuola dei piccoli (la nostra primaria) cerca di resistere in presenza, fidando in una maggiore immunità dei bambini, e in un’organizzazione che può anche scegliere i piccoli gruppi, le bolle protettive, gli spazi insoliti (da areare bene). In fondo le tante scuole primarie italiane (sono ben 14 842 nell’intero territorio nazionale), di dimensioni spesso medio-piccole (mediamente accolgono 160 alunni e 8 classi per ogni sede), con sezioni che hanno numeri medi attorno ai 19 alunni (è ovvio poi che ci siano le eccezioni delle classi numerose) sembrano nelle condizioni di resistere, scoprendo la proprie virtù di piccole scuole della comunità, ove accogliere in&nbsp; luoghi&nbsp; protettivi i bambini, costruire un rapporto di fiducia con i genitori, applicare le regole più restrittive senza snaturare l’idea di una scuola che accoglie, aperta a tutti. E verranno tempi migliori, quando “Scuola della comunità” non sarà sinonimo di bolla chiusa, impermeabile al virus, in una ottica del tutto difensiva, ma scuola che si apre all’esterno, al contesto, alla città, alle sue occasioni di conoscenza. Anche oggi, ci dicono i virologi, l’elemento preventivo decisivo è una frequente aerazione dei locali scolastici troppo spesso ermeticamente chiusi. Allora curiamo con attenzione le nostre piccole bolle anti-virus, ma prepariamoci a farle scoppiare al momento opportuno per strappare un sorriso “liberi tutti” ai nostri bambini.

Bolle di comunità