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La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

L&rsquo;Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP, cyberbullismo), in collaborazione col portale Skuola.net, ha condotto di recente un sondaggio dal titolo &ldquo;La salute mentale dei giovani tra pandemia e guerra&rdquo;. Hanno partecipato ben 4935 persone di et&agrave; compresa tra gli 8 e i 19 anni. Il quadro che viene a delinearsi non &egrave; affatto rassicurante. Proprio negli anni in cui esplode il bisogno di esplorare vari tipi di relazioni, di limiti e di esperienze, i nostri giovani si sono ritrovati minacciati da molteplici &ldquo;bombardamenti&rdquo;.&nbsp;

Che rabbia

La responsabilit&agrave; di noi adulti&nbsp;

Non lasciamo che i giovani cerchino su Internet la soluzione al malessere che sentono. Non alimentiamo ulteriori lockdown interiori. Il sondaggio mette in luce un dato confortante: i ragazzi, e soprattutto le ragazze, sanno di avere bisogno di aiuto. Ci&ograve; significa che hanno ancora fiducia nella possibilit&agrave; di scambio interpersonale e di trasformazione.

Come adulti possiamo fare molto, offrendo loro spazi di ascolto dedicati (penso ovviamente agli sportelli psicologici nelle scuole, ma anche a un semplice e gradito &ldquo;come stai?&rdquo;), lavori da fare in squadra, spiegazioni relative a ci&ograve; che sta avvenendo, attivit&agrave; espressive compatibili con i programmi curricolari.

Per fare questo forse dovremmo essere noi i primi ad ammettere di avere bisogno di aiuto, perch&eacute; questi anni hanno messo a dura prova tutti: se crolliamo noi gli adolescenti non possono restare in piedi. Siamo la matrioska che ha il compito di contenerli, in modo che a loro volta possano contenere la complessit&agrave; degli eventi.

Con senso di responsabilit&agrave; dovremmo quindi fare un sondaggio anche su noi stessi e chiederci che impatto ha avuto sulla nostra salute mentale ci&ograve; che &egrave; avvenuto e ancora sta avvenendo, in modo da trovare l&rsquo;aiuto che ci serve e poter essere di aiuto a nostra volta.

Avere fiducia nel futuro, nei rapporti umani e nelle proprie capacit&agrave; costruttive adesso non &egrave; un&rsquo;impresa facile. Non a caso, dal sondaggio emerge che l&rsquo;emozione dominante di ragazzi e ragazze &egrave; la rabbia. Di per s&eacute; questo dato non dovrebbe spaventarci, anzi, non c&rsquo;&egrave; niente di pi&ugrave; fisiologico della sperimentazione della rabbia dinnanzi alla frustrazione di bisogni.

Di pi&ugrave;: nella maggior parte dei casi la rabbia sta a indicare che dentro di noi c&rsquo;&egrave; una ferita, e tutti questi avvenimenti recenti ne hanno certo comportate molte. Il punto &egrave; che cosa se ne fanno i giovani di questa rabbia. Perch&eacute; la rabbia pu&ograve; essere sinonimo di autolesionismo (sempre pi&ugrave; frequente), perdita di speranza e di voglia di stare al mondo, disinvestimento affettivo e distruzione. Ma pu&ograve; anche diventare una forza motrice, spingere al confronto, all&rsquo;autoconoscenza e al cambiamento. Sta a noi adulti cercare di guidare ragazzi e ragazze verso quest&rsquo;ultima direzione.

Adolescenti tra guerra e pandemia