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Continuità tra scuola dell’infanzia e primaria: tre modi per facilitare i passaggi

La continuità tra scuola dell’infanzia e scuola primaria può essere una opportunità per valorizzare il bilinguismo? Ecco una serie di iniziative che possono facilitare il passaggio alla scuola primaria di bambini con bisogni linguistici specifici. Di Catia Gaiba 

di Catia Gaiba09 aprile 20196 minuti di lettura
Continuità tra scuola dell’infanzia e primaria: tre modi per facilitare i passaggi | Giunti Scuola

Il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria è un momento delicato che necessita di attenzione e cura. I bambini si trovano in un nuovo ambiente, con nuovi compagni e devono trovare punti di riferimento. Garantire la continuità del percorso educativo-formativo serve per dare la giusta importanza agli aspetti relazionali, sociali e psicologici di questa fase. In una scuola multiculturale e plurilingue, l’attenzione e cura dei passaggi dovrebbe riservare uno spazio dedicato agli alunni con esigenze linguistiche specifiche .

Nella scuola dell’infanzia dove lavoro abbiamo sperimentato pratiche e iniziative volte a favorire l’apprendimento dell’italiano come L2 per prevenire le difficoltà scolastiche e potenziare le capacità espressive e comunicative. Queste pratiche sono state condivise nel Collegio docenti con gli insegnanti degli altri ordini di scuola seguendo l’orientamento dell’istituto comprensivo (Grazie-Tavernelle di Ancona) che promuove la continuità e l’inclusione. Il Piano triennale dell’offerta formativa prevede momenti di incontro tra insegnanti dei vari ordini di scuola per realizzare: laboratori ponte tematici, unità didattiche interdisciplinari e verticali, collaborazioni su progetti. La scuola dell’infanzia è impegnata in un sistematico lavoro di documentazione: raccoglie e trasmette dati significativi sullo sviluppo linguistico di bambini NAI o italofoni bilingui o con bisogni linguistici specifici.

Una documentazione preziosa

Fornire una documentazione precisa del percorso linguistico fatto alla scuola dell’infanzi a serve alla scuola primaria per conoscere l’alunno e costruire un progetto educativo coerente e consapevole. Quando gli insegnanti conoscono le competenze in uscita del bambino possono rafforzarle, in questo modo il percorso fatto alla scuola dell’infanzia viene valorizzato e non disperso. In una fase di passaggio, è importante dare valore alla lingua materna, riconoscere quello che un bambino ha imparato a fare in L2 e sfruttare le potenzialità.

La documentazione alla scuola dell’infanzia viene raccolta dal primo anno. Si inizia compilando un questionario sulla situazione linguistica familiare , per conoscere i flussi comunicativi all’interno del nucleo familiare e altre informazioni rintracciabili. Durante l’anno si propongono sistematicamente ai bambini attività di potenziamento linguistico e laboratori narrativi ( vedi l'articolo uscito su Sesamo ad aprile 2018 ). All’inizio dell’anno si stabiliscono i momenti in cui trascrivere le produzioni dei bambini per avere una fotografia della situazione presente e confrontarla con quella futura. È importante fermarsi a capire i progressi, le incertezze e i fattori determinanti lo sviluppo linguistico. Per i bambini osservati abbiamo un piccolo archivio con le prime parole, le interviste, le descrizioni, le narrazioni.

L’ultimo anno si compila una scheda per l’osservazione delle produzioni linguistiche sulla base delle trascrizioni fatte. Questi strumenti sono stati proposti e utilizzati nella nostra scuola grazie al percorso di ricerca-azione “ Lo sviluppo linguistico nella scuola dell’infanzia ” coordinato da Graziella Favaro e Gilberto Bettinelli. Oggi lo utilizziamo come strumento di passaggio e continuità con la scuola primaria a completamento del profilo in uscita del bambino.

Un filo conduttore che unisce

Ogni anno l’Istituto, guidato dalla dirigente Elisabetta Micciarelli, adotta un tema, un valore trasversale su cui si impegnano gli insegnanti di tutti gli ordini di scuola. Un filo conduttore che unisce tutte le scuole nell’intento comune di educare ai principi del rispetto, benessere, dell’accoglienza e dell’inclusione. Questo valore viene poi declinato dalla scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado in base alle esigenze specifiche degli alunni.

Quest’anno il tema scelto è la Gentilezza : i ragazzi della scuola secondaria portano le loro creazioni, storie, drammatizzazioni alla scuola dell’infanzia e contemporaneamente i bambini più piccoli raccontano le loro esperienze. I bambini dell’infanzia visitando la scuola primaria ritrovano immagini familiari, parole sentite, significati conosciuti. Gli insegnanti interagiscono con varie scuole dell’istituto per progetti e iniziative inerenti il filo conduttore e così hanno l’opportunità di conoscere e farsi conoscere dai futuri alunni. Si crea una familiarità tra ordini di scuola , si parla di argomenti che uniscono e realtà diverse si sentono più vicine.

Il laboratorio ponte

Ogni anno gli insegnanti dei tre ordini di scuola collaborano inoltre per la progettazione di un laboratorio/ponte . L’obiettivo è quello di far vivere ai bambini dell’ultimo anno una esperienza didattica-educativa nella scuola futura. Anche quest’anno il laboratorio ha richiamato il filo conduttore dell’Istituto. È stata scelta una storia “ Il Mostro Peloso ” di Henriette Bichonnier e il suo proseguo “ Il ritorno del mostro peloso ”. Le “parole”, in questo libro, diventano uno strumento per sconfiggere le paure e affermarsi nelle situazioni nuove e difficili. Una storia divertente per esorcizzare le ansie, riflettere su come sostituire la violenza con le parole e affrontare la diversità.

Gli insegnanti dell’infanzia e della primaria si sono scambiati per raccontare la storia nelle rispettive classi. I bambini hanno avuto tempo per rielaborare la storia, comprenderla in tutte le sue parti e ri-raccontarla. È seguito un laboratorio creativo che ha visto lavorare insieme i bambini delle due scuole. Gli alunni dell’ultimo anno dell’infanzia hanno visitato la futura scuola, conosciuto le insegnanti e rivisto vecchi compagni.

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