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“Cinema a rotoli”: giocando con una storia popolare
"Petruzzo" è una storia popolare con parole da toccare e che può essere raccontata dai bambini con una messa in scena davvero particolare. Di Antonio Di Pietro
“ Petruzzo” è una fiaba toscana “cumulativa”, cioè ogni volta che si narra una nuova cosa si ripete anche quanto raccontato precedentemente. Un dispositivo che possiamo incontrare in molte storie e canti popolari.
La propongo perché, grazie alla ripetizione delle stesse parole, può essere narrata in autonomia anche dai bambini che non padroneggiano la lingua italiana.
Ecco la storia.
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Petruzzo Una mattina il papà di Petruzzo si svegliò con un po' di mal testa e mal di pancia. Aveva la febbre e non poteva andare a lavorare nel suo orto. Allora, la mamma chiese a suo figlio: «Petruzzo vai nell'orto a cogliere il cavolo per tuo papà che si sente male».
Petruzzo rispose: «No, non ci voglio andare!».
E la mamma: «Allora dirò all'acqua che ti spenga. Acqua, spegni il fuoco che non vuole bruciare il bastone, che non vuole picchiare Petruzzo che non vuole andare nell'orto a cogliere il cavolo per il papà che sta male».
Ma la corda: «No, io non voglio legare!».
Disse il gatto: «Mangio, mangio!».
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Parole da toccare
Per accertarmi che tutta la storia sia realmente compresa, metto le parole in un contenitore di latta: un cavolino di Bruxelles, un pezzo di legno raccolto sulla spiaggia, alcuni fiammiferi, un barattolino con l'acqua, una piccola mucca (giocattolo), una corda, un giocattolo a molla a forma di topo, un gatto (giocattolo).
Così quando nomino una “parola cumulativa”, tiro fuori dal contenitore l'oggetto corrispondente e il più delle volte lo utilizzo come tramite relazionale: passando di mano in mano il cavolino, battendo (per finta) il bastone sulla testa dei bambini, accendendo un fiammifero, schizzando i bambini con l'acqua, facendo il solletico con la corda, facendo partire il topo! E chi riceve il topo è invitato a raccontare la storia.
Dopo aver detto «Mangio, mangio!», metto prima il gatto nel contenitore di latta, poi il topo, la corda... e, quando è tutto rimesso a posto, apro e chiudo il coperchio muovendolo come una bocca che dice: «Vado! Vado!».
Cinema a rotoli
Invito i bambini a disegnare (con le matite) gli elementi della storia: il fuoco, il topo, il bastone... Poi, chiedo di ritagliare i disegni.
In un secondo momento, srotolo una striscia di carta da pacchi marrone e invito i bambini a disporci sopra i disegni seguendo la sequenza della storia.
Incollati i disegni prendo una scatola da scarpe e la taglio in modo da creare la struttura: fori tondi laterali dove mettere tubi di cartone sui quali scocciare la striscia di carta e un'apertura per vedere i disegni.
Poi racconto la storia con il “cinema rotoli”. Il video si riferisce all'anno scolastico 2018-19.
Il “cinema a rotoli” resta disposizione dei bambini che in modo autonomo lo utilizzano per raccontare la storia fra di loro.
Da parte mia, la prossima volta racconterò “Petruzzo” in fiorentino.
Questa esperienza si è svolta all'interno del progetto “Conoscersi... per stare bene insieme” del Comune di Prato .
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