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Alunni fragili e scuole secondarie

Per descrivere i percorsi didattici degli adolescenti “più deboli” ecco una metafora e uno strumento: il piano personalizzato. Di Giovanna Masiero e Maria Arici

di Redazione GiuntiScuola28 novembre 20184 minuti di lettura
Alunni fragili e scuole secondarie | Giunti Scuola

Scarica, cliccando qui , il pdf del percorso didattico personalizzato.

Come la pasta frolla

La pagina di Wikipedia recita: “La pasta frolla è un impasto (…) di una consistenza abbastanza compatta che può variare a seconda della ricetta , della quantità degli ingredienti che saranno aggiunti e dell' uso che se ne farà”. La pasta frolla è una buona metafora per descrivere le classi che compongono gran parte degli istituti di scuola secondaria. Si tratta di un impasto che “dopo la cottura assume un aspetto piuttosto friabile”, e “friabile” è un bell’aggettivo per descrivere gli studenti adolescenti. Tutti già ben lavorati dall’esperienza scolastica precedente, sbriciolati in successi e insuccessi, pronti a sgretolarsi se messi davanti alle proprie fragilità. Ma desiderosi di trasfigurarsi, di prendere altre forme.

Abbiamo detto come prima variabile la ricetta, innanzitutto: di tutti gli ingredienti quello “più importante è il burro”. Importante perché difficilmente sostituibile e perché la sua quantità e la sua temperatura sono determinanti per l’esito finale. Qual è il burro per una scuola secondaria? La literacy disciplinare o scientifica, vale a dire il raggiungimento delle competenze e delle conoscenze richieste per affrontare in maniera autonoma e consapevole le sfide della società della conoscenza (vedi PISA 2012 Assessment and Analytical Framework ).

La padronanza di queste competenze per lo studio è connessa al successo scolastico. Gli studenti provenienti da percorsi o storie familiari di immigrazione rientrano nella categoria di “pubblico vulnerabile” per questo tema.

Ingredienti extra: risorse e dispositivi aggiuntivi

La seconda variabile deriva dalla quantità degli ingredienti, o meglio dal rapporto quantitativo che c’è tra l’uno e l’altro. Quanta farina e quanto burro? Si necessita di qualche ingrediente extra da aggiungere? Tutto ciò dipende dalla visione della destinazione finale. Come sostenuto dalle politiche europee, insegnanti e educatori dovrebbero ricevere maggior supporto per poter garantire a ciascuno studente le competenze di cui ha bisogno, innovando i curricoli, il materiale didattico per l’insegnamento e le prove di valutazione (vedi About school policy, Commissione Europea ). .

L’occasione viene offerta dalla messa in opera di progetti finanziati, per esempio il FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione), utilizzato proficuamente anche in Trentino, che permette la messa in rete di scuole e insegnanti per rispondere a quei fabbisogni che richiedono momenti di formazione, studio e sperimentazione guidata. Infine l’ uso: “di paste frolle ne esistono di diversi tipi e per diversi utilizzi”.

Dalla relazione tra le competenze linguistiche di uno studente in un dato momento del proprio percorso di acquisizione e le competenze richieste nelle diverse aree disciplinari (in termini di abilità e conoscenze) fuoriescono modelli di Declinazione delle competenze essenziali o curriculi disciplinari e di Sillabi Morfo-Sintattici rispettosi della salienza delle strutture linguistiche durante l’apprendimento dell’italiano. L’unione di questi due modelli aiuta la scrittura dei Percorsi Didattici Individualizzati per lo Studio, a sostegno e tutela del percorso scolastico degli studenti che ne necessitano. A seguire, la scelta del materiale didattizzato adeguato o la rielaborazione e trasformazione di materiale di studio attraverso tecniche di riscrittura.

Di certo, una cosa ci aspettiamo tutti dalla pastafrolla: che sia un impasto dolce, che evoca buone sensazioni, e che sia  base per creazioni diverse ma ben riuscite!

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