Come valutare? 

Sarà l’anno della (auto)valutazione?

Arrivano i nostri (valutatori)

Com&rsquo;&egrave; noto, quest&rsquo;anno i docenti di scuola primaria sono stati coinvolti, ancora una volta e loro malgrado, in un nuovo sistema di valutazione che, in base a quanto stabilito dall&rsquo;OM 3/2025, ha introdotto i giudizi sintetici al posto dei precedenti giudizi descrittivi. Questa novit&agrave;, intervenuta a met&agrave; anno scolastico, non ha consentito alle scuole di &ldquo;attrezzarsi&rdquo; in modo soddisfacente per far fronte al cambiamento, tanto che la stessa OM ha stabilito che tali norme venissero applicate a partire dall&rsquo;ultimo periodo in cui &egrave; suddiviso l&rsquo;anno scolastico ai fini della valutazione. Ma anche questa dilazione &egrave; apparsa insoddisfacente per elaborare &ldquo;i criteri di valutazione, da inserire nel PTOF, declinando, altres&igrave;, per ciascun anno di corso e per ogni disciplina del curricolo la descrizione dei livelli di apprendimento correlati ai giudizi sintetici riportati nell&rsquo;Allegato A&rdquo; dell&rsquo;OM.

Per arrivare all&rsquo;appuntamento della valutazione di fine anno scolastico, le scuole hanno fatto quello che hanno potuto, ma appare alquanto irrealistico pensare che siano riuscite ad effettuare quelle &ldquo;declinazioni&rdquo; richiamate dall&rsquo;ordinanza.

Due aspetti vanno considerati, a questo proposito, anche in vista del prossimo anno scolastico:

1. i criteri definiti dall&rsquo;Allegato A dell&rsquo;ordinanza (riguardanti i sei livelli di apprendimento previsti: ottimo, distinto, buono, discreto, sufficiente, non sufficiente) rivestono carattere generale e non sono contestualizzati per ciascun anno scolastico e per ciascuna disciplina. Questa operazione compete alle singole scuole e richiede un attento lavoro di approfondimento e di confronto tra i docenti. Si tratta, in sostanza, di definire per ogni disciplina delle Indicazioni Nazionali il significato che si attribuisce ad ogni livello di apprendimento in riferimento all&rsquo;anno di corso (classe prima, seconda, terza, quarta, quinta).

Il lavoro pu&ograve; essere svolto istituendo all&rsquo;interno del collegio dei docenti dei gruppi di lavoro che elaborano questi significati adottando due possibili modalit&agrave;: ogni gruppo si interessa di esplorare i significati dei diversi livelli per una determinata classe e in riferimento a tutte le discipline; oppure ogni gruppo esplora i significati di una specifica disciplina per le cinque annualit&agrave;. Questa seconda modalit&agrave; &egrave; da preferire in quanto consente di considerare ogni disciplina in senso evolutivo (dalla prima alla quinta classe) e dunque di elaborare criteri pi&ugrave; coerenti e armonici;

2. l&rsquo;introduzione dei giudizi sintetici &egrave; stata giustificata dall&rsquo;esigenza di rendere pi&ugrave; comprensibile la valutazione anche da parte dei genitori degli alunni. In realt&agrave; il giudizio sintetico di per s&eacute; non si traduce in una maggiore comprensibilit&agrave; della valutazione. Infatti, come detto sopra, si tratta di esplicitare cosa c&rsquo;&egrave; dietro un &ldquo;distinto&rdquo; assegnato in italiano ad un bambino di classe prima o a uno di classe quarta. Se non si fa questa traduzione, i giudizi sintetici rimangono mere etichette che ognuno pu&ograve; interpretare come meglio crede, anche se intuitivamente si comprende che il livello &ldquo;ottimo&rdquo; appare pi&ugrave; positivo di &ldquo;sufficiente&rdquo;.

E infatti, la CM 2867/2025 ricorda che, per rendere trasparente e comprensibile la valutazione degli apprendimenti, i giudizi sintetici debbono essere elaborati tenendo conto di quattro diversi aspetti: 
a) la padronanza e l&rsquo;utilizzo dei contenuti disciplinari, delle abilit&agrave; e delle competenze maturate; 
b) l&rsquo;uso del linguaggio specifico; 
c) l&rsquo;autonomia e la continuit&agrave; nello svolgimento delle attivit&agrave; anche in relazione al grado di difficolt&agrave; delle stesse; d) la capacit&agrave; di espressione e rielaborazione personale.

Una comunicazione corretta ed efficace in merito ai livelli di apprendimento conseguiti dagli alunni non pu&ograve; prescindere da quanto detto fin qui. Se pu&ograve; essere comprensibile, almeno in parte, che alcuni genitori vogliano andare subito &ldquo;al sodo&rdquo; e sapere &ldquo;cosa ha preso&rdquo; il proprio figlio, ci&ograve; non esime i docenti dal dare una comunicazione adeguata e motivata sulla valutazione attribuita, e questo anche in relazione alla valenza formativa che la valutazione dovrebbe assumere in vista del miglioramento degli apprendimenti.

Le nuove Indicazioni per la VALUTAZIONE

FAQ 18. Si possono somministrare prove di valutazione diverse da quelle dei compagni (facilitate, semplificate, abbreviate...) nelle normali prove di verifica durante l'anno e nelle prove INVALSI? (ed. PLUS)

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