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La specie umana evolve

Non &egrave; facile dare una definizione alla Storia. In generale, si tratta di una sintesi cronologica ordinata di eventi che hanno interessato la presenza umana sulla Terra. All&rsquo;interno di questa definizione possiamo individuare una serie di connessioni, conoscenze e saperi che si intrecciano e che hanno dato vita alle cosiddette storie settoriali, di cui fa parte anche la Storia di genere.

 
Questione di punti di vista

Se la Storia &egrave; un insieme di accadimenti e persone, la storiografia &egrave; il racconto e la narrazione giunta fino a noi di quegli eventi. Da ci&ograve; si comprende che la narrazione storica &egrave; soggettiva, perch&eacute; viene filtrata dal soggetto che la racconta secondo il suo personale punto di vista, le proprie ideologie e il suo pensiero. Erodoto, con le sue Storie, ne &egrave; un esempio: &ldquo;&hellip; io mi sono proposto in tutta la mia storia di scrivere, come le ho sentite, le cose narrate dagli uni e dagli altri&hellip;&rdquo; (II, 123), &ldquo;&hellip; non sono in dovere di credervi in tutto&hellip;&rdquo; (VII, 152), &ldquo;A me pareva che dicessero la verit&agrave;&hellip;&rdquo; (II, 5).

&Egrave; parziale perch&eacute; non riporta tutti i punti di vista, ma solo quelli funzionali alla sua narrazione.

&Egrave; parziale perch&eacute; chi racconta &egrave; un uomo che riporta le vicende di altri uomini.

Manca in effetti un punto di vista nelle narrazioni: quello delle donne. Come possiamo includere questo punto di vista nella nostra didattica?

Non si tratta di individuare un percorso alternativo o aggiuntivo, ma di amalgamare altri punti di vista all&rsquo;interno della nostra quotidiana azione didattica. Per questo sono stati pubblicati anche strumenti operativi a supporto dei docenti, cos&igrave; come alcuni manuali propongono un approfondimento circa una figura femminile, permettendone specifici percorsi.

 
Alcuni suggerimenti

Nel biennio si possono proporre percorsi circa una riflessione sugli stereotipi di genere, per esempio sui giochi e sui lavori da maschio e da femmina nel passato e nel presente, oppure chiedendosi se esistono colori, sport o attivit&agrave; varie che consentano una classificazione, partendo dalle storie e dalle esperienze personali.

Nel triennio possiamo addentrarci nello specifico di periodi storici e quadri di civilt&agrave;, scoprendo che le donne hanno avuto un ruolo attivo sin dalla Preistoria e questo lo possiamo intuire osservando, per esempio, le impronte di mani presso la grotta di Pech Merle in Francia i cui studi hanno permesso di affermare che oltre la met&agrave; di quelle mani sono femminili.

Esattamente come non possiamo escludere che le pitture rupestri, raffiguranti scene di caccia, all&rsquo;interno delle caverne rappresentino esclusivamente uomini. I manuali spesso riportano che il corredo che accompagna le prime sepolture sono indicative di un defunto uomo o donna. Ma se lo scheletro &egrave; ben conservato, permettendone uno studio approfondito, &egrave; possibile ricostruire storie diverse, di donne che hanno avuto un ruolo attivo nella caccia tale da essere poi sepolte con alcuni strumenti e utensili da loro utilizzati.

Progredendo, potremmo scoprire che la prima scrittrice di cui si ha notizia &egrave; una donna sumera, Enheduanna, di cui gli storici hanno azzardato affermare che con lei &egrave; nata la letteratura mondiale dal momento che prima di lei nessuno ha scritto opere narrative diverse da preghiere o inni sacri. Senza allontanarci troppo geograficamente, possiamo incontrare anche la prima chimica-profumiera della storia, Tapputi-Belatekallim.

Il percorso potrebbe concludersi con Cinisca di Sparta, la prima donna a vincere una competizione tipicamente maschile durante le Olimpiadi del 396 a.C. (la corsa dei carri trainati da quattro cavalli), di fronte alla quale le malelingue non mancarono, in quanto figlia del re Archidamo II.

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La metodologia pi&ugrave; adatta

Uno dei maggiori ostacoli nell&rsquo;insegnamento della Storia &egrave; quello di creare motivazione e interesse verso una disciplina considerata poco adatta a un carattere operativo e interdisciplinare.

La metodologia laboratoriale rappresenta l&rsquo;approccio pi&ugrave; attento alla motivazione e al coinvolgimento. Si tratta di mettere i bambini e le bambine al centro dell&rsquo;apprendimento con le loro esperienze e conoscenze, anche quelle maturate in un contesto extra-scolastico. Le stesse Indicazioni nazionali incoraggiano tale metodologia, specificando che il laboratorio &ldquo;&egrave; un tempo e uno spazio dove i ragazzi possono lavorare su argomenti e progetti che li hanno coinvolti&rdquo;.

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Spunti di attivit&agrave;

Affinch&eacute; la Storia possa diventare davvero inclusiva senza distinzioni di genere n&eacute; pregiudizi, possiamo incominciare ad abituare i ragazzi e le ragazze a una lettura attenta dei manuali in uso e chiedere se le donne sono presenti nei brani che si stanno leggendo. Le informazioni presenti nel testo sono sufficienti per ricostruirne la vita quotidiana? Chiediamo loro perch&eacute; non sono presenti e proviamo a lavorare di immaginazione in modo contestualizzato: dove sono? Che cosa staranno facendo? Suggestioni che possono diventare il punto di partenza per la scrittura di una storia. Ci&ograve; dar&agrave; a tutti e a tutte la possibilit&agrave; di identificarsi empaticamente con un personaggio. Continuando a lavorare con i manuali, osserviamo le immagini e i disegni dei personaggi, focalizziamo l&rsquo;attenzione sull&rsquo;abbigliamento e confrontiamolo con il nostro. Possiamo individuare delle differenze in base al genere, sia nel passato che nel presente?

Lavorando con le fonti, presentiamone una selezione con lo scopo di individuare le molteplici attivit&agrave; femminili da confrontare e integrare con ci&ograve; che i nostri testi propongono. Punto di partenza per lavorare anche sul lessico dei mestieri al maschile e al femminile.

Ancora, possiamo costruire una lunga linea del tempo dove andremo a collocare i nomi dei personaggi, maschili e femminili, che si incontreranno durante l&rsquo;anno. Uomini e donne sono presenti in ugual misura?

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Per saperne di pi&ugrave;

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La Storia di genere permette alle bambine di identificarsi con le donne che hanno ricoperto un ruolo 
da protagonista 
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</blockquote>

Per approfondire, proponiamo la <a href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/le-donne-nella-storia-antica" target="_blank">LEZIONE Le donne nella storia antica, La Vita Scolastica n. 43, Storia cl. V</a> e guardiamo il VIDEO Le donne nella didattica della Storia.

<ul>
	<li>Patou-Mathis, M. (2021). La Preistoria &egrave; donna. Una storia dell&rsquo;invisibilit&agrave; delle donne. Firenze: Giunti.</li>
	<li>Collana &ldquo;Storie nella Storia. Altri sguardi, nuovi racconti&rdquo;, Cagli (PU): Settenove.</li>
</ul>

Le immagini sono di Susy Zanella, tratte da Sulle Alpi, Editoriale Scienza.

Una Storia motivante e coinvolgente

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