Liliana Segre: “L’indifferenza uccide”

La Vita Scolastica di ottobre: dentro le discipline

La Vita Scolastica di novembre: dentro le discipline

I momenti della giornata

Capire le foto

La specie umana evolve

L'insegnamento trasversale dell’Educazione civica nel primo e secondo ciclo di istruzione è stato istituito dal 1° settembre dell’anno scolastico 2020/2021, per 33 ore annue, per ciascun anno di corso. L’innovazione riguarda senza dubbio la trasversalità della materia che, attraverso un approccio olistico in grado di valorizzare la dimensione relazionale, emotiva e sociale del processo di apprendimento, si orienta sull’individuazione di temi sociali e culturali portanti per la promozione del pensiero critico e la formazione globale del cittadino.Risulta dunque fondamentale indagare sulla realtà circostante e sull’attualità per coglierne caratteri distintivi e &nbsp; entitari e i cambiamenti in atto e per incidervi positivamente esercitando – nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri – un’effettiva cittadinanza attiva che valorizzi le connessioni territoriali tra le &nbsp;stituzioni, le realtà associative e le famiglie. Percorsi di Educazione civica che siano in grado di sviluppare nelle istituzioni scolastiche “la conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell’Unione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei princìpi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale, diritto alla salute e al benessere della persona”. L’INTRECCIO TRA DISCIPLINE Per l’insegnamento e apprendimento della Storia, occorre fare alcune brevi considerazioni.&nbsp;<ol><li style="text-align: justify;">La disciplina è prevalentemente (non sempre e dipende anche dagli ordini e gradi scolastici) appresa attraverso l’ausilio del libro di testo. La Storia presentata è ricchissima, ma siamo pienamente quelle pagine quella Storia è parziale; perché il suo racconto non restituisce, ancora, la complessità della storia di genere, l’evoluzione dei rapporti tra uomini e donne e perché è, sempre, in ritardo rispetto agli apporti della storiografia.</li><li style="text-align: justify;">Esiste la necessità, direi l’urgenza, di sviluppare una didattica attenta al genere attraverso percorsi esperienziali che superino la persistente visione stereotipata e silente della presenza delle donne nella storia. L’attenzione ai generi dei soggetti femminili e maschili nelle loro molteplici identità è essenziale per una didattica della Storia volta a un’educazione alla cittadinanza attiva e democratica, dato che il tema dell’identità di genere risulta determinante per la formazione di ogni persona. Perciò va affrontato in tutti gli ambiti del sapere; in particolare in quello storico attraverso un coerente impegno teso a riconsiderare l’interpretazione storiografica attraverso l’effettiva pluralità dei soggetti della storia.&nbsp;In sintesi, è importante restituire e costruire insieme ad alunne e alunni la ricchezza, la complessità e l’articolazione del nostro passato, sapendo interrogare le fonti con modalità, prospettive e cronologie diverse.</li></ol>

IN UN MONDO CHE CAMBIAIl mondo sta cambiando rapidamente inducendo tutti i soggetti e tutte le comunità ad affrontare un tornante della storia in cui ogni scelta è destinata a ripercuotersi sulla qualità di vita delle generazioni attuali e future e rischia di divenire irreversibile.&nbsp;In considerazione di queste continue e veloci trasformazioni è essenziale che nel percorso curricolare della formazione scolastica l’apprendimento della Storia abbia un ruolo di rilievo finalizzato a fornire: • maggiori possibilità di orientamento; • una fondata coscienza delle origini e delle premesse delle realtà e delle dinamiche odierne; • un’effettiva capacità di percezione, di critica e di incidenza nei confronti dei processi evolutivi in atto con le conseguenti opportunità di progettare quanto più consapevolmente il proprio futuro individuale e collettivo. LA COMPRENSIONE DEL PRESENTE Oggi pertanto l’insegnamento della Storia non può più limitarsi a perseguire una sterile conoscenza nozionistica degli eventi del passato, ma deve essere finalizzato soprattutto alla comprensione del presente e all’assunzione di consapevolezza e di responsabilità con capacità di impegno motivato e proficuo rispetto a:<ul><li>il cambiamento climatico;</li><li>i limiti e gli squilibri dello sviluppo economico e dei conseguenti flussi migratori;</li><li>la convivenza sia a livello locale che internazionale;</li><li>le pari opportunità di genere e delle componenti sociali e culturali minoritarie;</li><li>la legalità basata sui codici costituzionali e normativi che sono stati promulgati a livello nazionale e internazionale.</li></ul>L’educazione alla cittadinanza in quest’ottica è parte dell’insegnamento della Storia e deve essere esercitata e praticata all’interno della scuola, anzitutto, e non solo. La scuola è uno dei primi luoghi educativi di consapevole vita associata, di solidarietà sociale, di relazioni e spazi di confronto; essa è una polis dalla quale prendono avvio e trovano conferma i principi di legalità e solidarietà. Attraverso l’apprendimento della Storia possiamo essere veri costruttori di conoscenza e partecipi attivi della rappresentazione collettiva della storia, di tutta la sua effettiva pluralità di soggetti. È soltanto attraverso l’esperienza della partecipazione che i giovani apprendono a vivere concretamente la democrazia.

Non una Storia di genere come “oggetto” esclusivo di studio, ma come “soggetto” del corso della Storia, che sappia aprire osservatori sul presente, dando spazi alla quotidianità di storie e tracce locali dell’universo di genere tradizionalmente trascurate

Storia e Civica per tutte e tutti

Dove trovi questo contenuto