Anticipo scolastico? Una novità vecchia

Buon anno, scuola!

Cara scuola, buongiorno! 

Alla scoperta di sogni ed emozioni

La Gioia di ricominciare

Rami per giocare e decorare

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 Il passaggio dalla scuola dell’infanzia a quella primaria è un’esperienza che lascia il segno nello sviluppo dei bambini. È un momento di crescita, pieno di trasformazioni cognitive, emotive e relazionali. Non si tratta semplicemente di un cambio d’edificio o di insegnante. Il corpo si adatta al banco, il gioco si confronta alla regola, il tempo soggettivo cede il passo all’orologio scolastico. È una vera metamorfosi, molto spesso sottovalutata. Ma com’è possibile accompagnare questo delicato momento di crescita senza affrettarlo e forzarlo, limitandoci a trasformarlo in un’opportunità di consapevolezza e di benessere per i singoli alunn
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Il passaggio dalla scuola dell’infanzia a quella primaria è un’esperienza che lascia il segno nello sviluppo dei bambini. È un momento di crescita, pieno di trasformazioni cognitive, emotive e relazionali. Non si tratta semplicemente di un cambio d’edificio o di insegnante. Il corpo si adatta al banco, il gioco si confronta alla regola, il tempo soggettivo cede il passo all’orologio scolastico. È una vera metamorfosi, molto spesso sottovalutata. Ma com’è possibile accompagnare questo delicato momento di crescita senza affrettarlo e forzarlo, limitandoci a trasformarlo in un’opportunità di consapevolezza e di benessere per i singoli alunni e, conseguentemente, per l’intera classe?
Il gioco, strumento di apprendimento
La risposta pedagogica più idonea è che questo passaggio non andrebbe vissuto come un salto improvviso e senza “reti di protezione”, ma dovrebbe rappresentare un ponte sicuro da costruire con cura, fatto di continuità affettiva, rituali condivisi, dialogo tra insegnanti di entrambi gli ordini scolastici e sguardi rispettosi al tempo individuale di ogni singolo individuo. Purtroppo, talvolta, la scuola dell’infanzia viene avvertita come “solo momento di gioco”, senza attribuire allo stesso l’importanza dovuta all’apprendimento. Il gioco strutturato insegna e attraverso di esso passano l’emotività, la crescita e l’attitudine a trovarsi sui banchi di scuola.
È uno sviluppo che non confonde i bambini, sminuendo le fasi trascorse all’infanzia, ma che accresce e non si vanifica. Questo passaggio aiuta a immettersi nella nuova scuola con fiducia, riconoscendo avallate le precedenti promesse, sicuri che affrontare le novità di apprendimento porterà a nuove conoscenze.
Emozioni da ascoltare
A cinque o sei anni, le emozioni sono già presenti e potenti, ma spesso non trovano le parole adatte per esprimersi. La difficoltà di verbalizzazione è legata a una naturale immaturità cerebrale: questo non significa che i bambini non sentano intensamente ma che a volte non sanno raccontare quel che accade dentro di loro. Così, dietro l’agitazione, la stanchezza o un improvviso bisogno di controllo, si nascondono spesso timori e pensieri che non riescono a emergere. È in questi momenti che l’adulto – genitore o insegnante – può diventare un ponte, offrendo ascolto e accompagnamento sicuro affinché paura, tristezza, gioia, rabbia, ecc. possano prendere forma e voce.


Un tempo che lascia il segno

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