Come fare per fare scuola?

“Cara scuola, non ti dimenticheremo”

Insegnanti "a distanza", quattro buone pratiche da condividere

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Risponde Cesare Cornoldi, Universit&agrave; degli Studi di Padova

Gentile insegnante, sono d&#39;accordo con lei. La sua domanda solleva una serie di delicate questioni interconnesse, meritevoli di un approfondimento, di cui in questa mia breve risposta le offro alcuni elementi di base.

In primo luogo, colgo dalla sua lettera che lei assegna una implicita importanza alle strategie (altrimenti non solleverebbe il problema) associata per&ograve; a una difficolt&agrave; a fare un lavoro su di esse. Dunque, non &egrave; che lei metta in dubbio il fatto che lo studente deve superare passivit&agrave; e ripetitivit&agrave; nello studio e affrontarlo da protagonista, mettendo in atto &ndash; a seconda dei casi &ndash; le strategie pi&ugrave; appropriate.

Questo &egrave; un passaggio importante che mette l&rsquo;insegnante nella disposizione d&rsquo;animo di valorizzare la strategicit&agrave; che l&rsquo;alunno gi&agrave; possiede.

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Valorizzare la strategicit&agrave; dell&#39;allievo

Le mie osservazioni mi hanno permesso di vedere che le bambine e i bambini che iniziano la scuola primaria hanno gi&agrave; un repertorio di strategie e un atteggiamento volto a valorizzarle, anche perch&eacute; in questo modo l&rsquo;apprendimento &egrave; pi&ugrave; divertente e costa meno fatica.

Si pu&ograve; notare questo nella memorizzazione di una filastrocca, quando il bambino se la divide in parti e se la ripete; in piccoli calcoli mentali, quando usa le dita o si basa su fatti noti; nell&rsquo;organizzazione di un lavoretto, quando si predispone i materiali e decide da che cosa cominciare. Quindi l&rsquo;insegnante pu&ograve; in questo caso rilevare le strategie gi&agrave; esistenti, valorizzarle, condividerle con tutti gli alunni facendo emergere strategie alternative. Tutto questo non richiederebbe un impegno sistematico, n&eacute; un&rsquo;eccessiva quantit&agrave; di tempo, ma pu&ograve; rientrare nella normale attivit&agrave; scolastica.

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&Egrave; importante valorizzare le strategie gi&agrave; esistenti di bambine/i, condividerle in classe facendo emergere strategie alternative

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Spunti strategici nei libri di testo

Le osservazioni compiute da ricercatori di varie parti del mondo durante la normale pratica didattica rivelano che &egrave; invece poco frequente che l&rsquo;insegnante valorizzi le strategie che gi&agrave; gli alunni possiedono o che espliciti la possibilit&agrave; di usare strategie. Una ragione di ci&ograve; pu&ograve; essere dovuta al fatto che l&rsquo;insegnante, anche perch&eacute; preso da tutte le cose che deve fare e dalla gestione della classe, non ha tempo, n&eacute; stato d&rsquo;animo, per dare sollecitazioni che, se pur importanti, prevedono una focalizzazione e una sottigliezza che richiedono una mente sgombra e un atteggiamento metacognitivo. &Egrave; per questo che noi abbiamo suggerito che siano gli stessi libri di testo a fornire degli spunti strategici in una serie di testi (intitolati Il Nuovo VIVA) pubblicati dall&#39;editore di questa rivista, in modo da richiamare allo studente la possibilit&agrave; di usare delle strategie ed esplicitarne i termini e far fare mente locale, agli stessi insegnanti, su questa opportunit&agrave;.

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Mettersi alla prova

La strategia forse pi&ugrave; importante per lo studio &egrave; quella di mettersi alla prova e vedere che cosa si ricorda, senza l&rsquo;aiuto del testo davanti agli occhi o di qualcuno che suggerisce. Ebbene, questa strategia &egrave; nota al bambino gi&agrave; nel momento in cui va a vedere se si ricorda la filastrocca imparata, ma poi non viene quasi mai esplicitata e generalizzata per lo studio a senso, n&eacute; utilizzata sistematicamente: un piccolo spunto che gliene ricorda l&rsquo;utilit&agrave; pu&ograve; essergli di aiuto. E cos&igrave; per tante altre strategie che accompagnano il lavoro scolastico e l&rsquo;apprendimento.

Sono d&rsquo;accordo con l&rsquo;insegnante anche sul timore dell&rsquo;effetto boomerang, ove una troppo esplicita sollecitazione (se non proprio una coercizione) pu&ograve; mettere lo studente in una cattiva disposizione.

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Gli aspetti della strategicit&agrave;

Come ho cercato di mettere in luce pi&ugrave; volte, la vera strategicit&agrave; &egrave; metacognitiva, flessibile, autodeterminata, motivata. Vediamo meglio questi aspetti.

<ul>
	<li style="text-align:justify">&ldquo;Metacognitiva&rdquo; sta a significare che il bambino usa una strategia in associazione con una intuizione sul funzionamento della mente e su come la strategia interviene nel migliorarlo.</li>
	<li style="text-align:justify">&ldquo;Flessibile&rdquo; significa che non esiste una strategia che vale per tutti i casi, ma - a seconda delle richieste del compito e delle caratteristiche dello studente - una strategia pu&ograve; essere pi&ugrave; valida di un&rsquo;altra.</li>
	<li style="text-align:justify">&ldquo;Autodeterminata&rdquo; implica che &egrave; lo studente a scegliersi la strategia da usare o che, almeno, ha l&rsquo;impressione di averla usata per sua iniziativa, senza il vincolo di doverla per forza usare.</li>
	<li style="text-align:justify">&ldquo;Motivata&rdquo; si riferisce al fatto che lo studente &egrave; felice di scegliere e usare la strategia, perch&eacute; la cosa lo diverte, &egrave; convinto della sua utilit&agrave;, ne tocca con mano l&rsquo;efficacia.</li>
</ul>

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Come sviluppare metacognitivit&agrave;

Dette queste cose, vorrei per&ograve; tranquillizzarla sulla fattibilit&agrave; di un lavoro pi&ugrave; esplicito e organizzato sul metodo di studio e sulle strategie. &Egrave; vero, noi (e altri) abbiamo proposto dei programmi organizzati che richiedono di destinare spazi precisi, e prolungati nel tempo, per l&rsquo;insegnamento di strategie e di un metodo flessibile di studio, ma l&rsquo;insegnante pu&ograve; semplicemente prendere spunto da essi (o anche da situazioni scolastiche concrete) per creare una anche piccola situazione didattica. Per esempio, pu&ograve; chiedere di imparare a memoria una breve poesia (un caso di odiato apprendimento mnemonico, che in realt&agrave; pu&ograve; essere utile e piacevole) facendo scegliere fra due poesie: qual &egrave; la pi&ugrave; scelta? Perch&eacute;? Quanto influisce il giudizio sulla facilit&agrave; di memorizzazione? Quale pu&ograve; essere il modo migliore per memorizzarla? Che cosa si &egrave; poi effettivamente fatto?

Una discussione su questi punti pu&ograve; sfruttare il momento della condivisione e offrire la possibilit&agrave; di &ldquo;entrare nella testa degli altri&rdquo;, due momenti altamente motivanti propizi per lo sviluppo metacognitivo. La metacognitivit&agrave; non &egrave; un insieme di nozioni insegnate, ma nasce dalla interiorizzazione di riflessioni e osservazioni condotte sulla mente propria e altrui. Lo stimolo e l&rsquo;esempio dei compagni costituiscono sicuramente un aiuto fondamentale.

Voi esperti insistete sull&rsquo;importanza delle strategie di studio, ma io ho difficolt&agrave; a capire come insegnarle. Inoltre, faccio fatica a inserire nella mia attivit&agrave; didattica momenti specifici da dedicare al metodo di studio. Oltre a tutto ho il timore che insistere troppo sull&rsquo;uso delle strategie possa avere l&rsquo;effetto boomerang: temo che in seguito alla mia insistente sollecitazione, gli alunni poi abbiano meno voglia di usarle, come a volte accade quando noi insegnanti insistiamo troppo su alcune richieste agli allievi. Che cosa consiglia a riguardo?

Silvia, Firenze

Strategie per apprendere bene

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