Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

Nel momento in cui sto scrivendo questo pezzo, è appena uscito, senza clamore, il documento Linee pedagogiche per il sistema “zero-sei” a cura della Commissione nazionale competente (Miur, regioni e comuni) per realizzare il sistema integrato 0-6, previsto dal d.l. 65 del 13.04.2017, in applicazione della Legge 107 del 13.07.2015. Sei anni dopo! Si tratta di un lungo documento presentato però solo come “bozza” (quindi solo oggetto di studio e speriamo di discussione) e inteso come “cornice” di tutte le condizioni per rendere efficace ed effettivo il cosiddetto “sistema integrato 0-6”. Una bozza che non è sostanza, una cornice senza quadro. Non ho mai pensato che sarebbe stato facile realizzare un buon sistema integrato tra asili nido e scuole dell’infanzia, mantenendo insieme identità e continuità nello sviluppo educativo dei bambini. Ma dopo sei anni essere ancora a “bozze” e a “cornici” addolora chi crede nell’educazione come capace di innovazione. Non c’è luogo, partito politico, associazione culturale o economica che non ripeta ogni giorno continuamente il mantra “cambiare/migliorare il sistema formativo lungo tutto l’arco della vita”. Lo dicono tutti. Ma si fa? Vien da augurarci, a questo punto, che la pandemia del coronavirus, con le profonde crisi non solo sanitarie ma anche sociali, familiari, economiche, scuota con forza il Paese per uno scatto poderoso di coraggio senza alibi a “prendere per le corna” &nbsp;l’intero sistema educativo italiano, a partire in primis dai bambini. È giunta l’ora di decisioni forti e complesse e la condizione dell’infanzia appare a me un’assoluta priorità. Ci aspettano mesi intensi, ci si ricorderà dell’infanzia? In un’epoca in cui due altri fenomeni rendono urgente un passo avanti sul sistema integrato 0-6. In primis, il calo demografico che mette in discussione la presenza di molte scuole dell’infanzia e servizi asili nido, soprattutto nelle zone periferiche del Paese. Se non ci sarà una nuova visione (integrata appunto) del territorio educativo come valore da preservare avremo una regressione dell’offerta. Accompagna la crisi demografica la crisi del lavoro, che rischia di espellere in primo luogo le donne dal sistema &nbsp;produttivo, diminuendo per effetto diretto anche la natalità. Ci sono dunque condizioni storiche importanti perché si passi dalla cornice al quadro. Sarà una primavera di spine, nulla è facile e non solo nella scuola, ma è finito il tempo delle bozze.

Nel momento in cui sto scrivendo questo pezzo, è appena uscito, senza clamore, il documento Linee pedagogiche per il sistema “zero-sei” a cura della Commissione nazionale competente (Miur, regioni e comuni) per realizzare il sistema integrato 0-6, previsto dal d.l. 65 del 13.04.2017, in applicazione della Legge 107 del 13.07.2015. Sei anni dopo!Si tratta di un lungo documento presentato però solo come “bozza” (quindi solo oggetto di studio e speriamo di discussione) e inteso come “cornice” di tutte le condizioni per rendere efficace ed effettivo il cosiddetto “sistema integrato 0-6”. Una bozza che non è sostanza, una cornice senza quadro.Non ho mai pensato che sarebbe stato facile realizzare un buon sistema integrato tra asili nido e scuole dell’infanzia, mantenendo insieme identità e continuità nello sviluppo educativo dei bambini. Ma dopo sei anni essere ancora a “bozze” e a “cornici” addolora chi crede nell’educazione come capace di innovazione.Non c’è luogo, partito politico, associazione culturale o economica che non ripeta ogni giorno continuamente il mantra “cambiare/migliorare il sistema formativo lungo tutto l’arco della vita”. Lo dicono tutti. Ma si fa?Vien da augurarci, a questo punto, che la pandemia del coronavirus, con le profonde crisi non solo sanitarie ma anche sociali, familiari, economiche, scuota con forza il Paese per uno scatto poderoso di coraggio senza alibi a “prendere per le corna”  l’intero sistema educativo italiano, a partire in primis dai bambini.È giunta l’ora di decisioni forti e complesse e la condizione dell’infanzia appare a me un’assoluta priorità. Ci aspettano mesi intensi, ci si ricorderà dell’infanzia?In un’epoca in cui due altri fenomeni rendono urgente un passo avanti sul sistema integrato 0-6.In primis, il calo demografico che mette in discussione la presenza di molte scuole dell’infanzia e servizi asili nido, soprattutto nelle zone periferiche del Paese. Se non ci sarà una nuova visione (integrata appunto) del territorio educativo come valore da preservare avremo una regressione dell’offerta.Accompagna la crisi demografica la crisi del lavoro, che rischia di espellere in primo luogo le donne dal sistema  produttivo, diminuendo per effetto diretto anche la natalità.Ci sono dunque condizioni storiche importanti perché si passi dalla cornice al quadro. Sarà una primavera di spine, nulla è facile e non solo nella scuola, ma è finito il tempo delle bozze.

Spine di primavera

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