Prima del contare: le liste

Avventure in città

Scuola dell'infanzia di ottobre. Dentro i campi dell'esperienza:

Pezzi di puzzle

I numeri nelle storie

Per tutti: dove sono?

Usare lo spazio come contesto di apprendimento significa prima di tutto avere consapevolezza della propria posizione. Sappiamo che per i bambini muoversi intenzionalmente in uno spazio non &egrave; particolarmente difficile, ma lo &egrave; vederlo mentalmente.

Ragionando sul &ldquo;come&rdquo; e sul &ldquo;cosa&rdquo; faccio &egrave; possibile avviare idee di locazione e percorribilit&agrave; che nel passaggio successivo portano a punto (posizione/dove mi trovo) e segmento (direzione/dove vado) con le prime astrazioni.

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	<li>In salone o in giardino organizziamo un percorso e quando lo riteniamo opportuno fermiamo l&rsquo;esecuzione chiedendo ai bambini di spiegare agli altri in che punto del percorso si trovano.</li>
	<li>Aiutiamo i pi&ugrave; piccoli a dare voce agli sguardi e ai gesti, mentre ai grandi chiediamo precisione e ricchezza di particolari stimolando la discussione con domande specifiche. Rappresentiamo con il disegno noi stessi durante il gioco.</li>
	<li>In salone muoviamoci cercando di occupare tutto lo spazio a disposizione. Al comando blocchiamo il movimento e osserviamo: che cosa vedo davanti a me&hellip; dietro, di fianco? Rispetto a che cosa sono vicino o lontano?</li>
	<li>Ripetiamo pi&ugrave; volte il gioco coinvolgendo tutti, poi evidenziamo le singole posizioni con dei piccoli bollini neri (punti) attaccati con nastro adesivo al pavimento. Allontaniamoci per osservare i punti sparsi sul pavimento. Ritorniamo a muoverci nello spazio occupando a comando il punto, segnato a terra, pi&ugrave; vicino. Completiamo con la rappresentazione grafica.</li>
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Usare lo spazio come contesto di apprendimento significa prima di tutto avere consapevolezza della propria posizione. Sappiamo che per i bambini muoversi intenzionalmente in uno spazio non è particolarmente difficile, ma lo è vederlo mentalmente.
Ragionando sul “come” e sul “cosa” faccio è possibile avviare idee di locazione e percorribilità che nel passaggio successivo portano a punto (posizione/dove mi trovo) e segmento (direzione/dove vado) con le prime astrazioni.

In salone o in giardino organizziamo un percorso e quando lo riteniamo opportuno fermiamo l’esecuzione chiedendo ai bambini di spiegare agli altri in che punto del percorso si trovano.
Aiutiamo i più piccoli a dare voce agli sguardi e ai gesti, mentre ai grandi chiediamo precisione e ricchezza di particolari stimolando la discussione con domande specifiche. Rappresentiamo con il disegno noi stessi durante il gioco.
In salone muoviamoci cercando di occupare tutto lo spazio a disposizione. Al comando blocchiamo il movimento e osserviamo: che cosa vedo davanti a me… dietro, di fianco? Rispetto a che cosa sono vicino o lontano?
Ripetiamo più volte il gioco coinvolgendo tutti, poi evidenziamo le singole posizioni con dei piccoli bollini neri (punti) attaccati con nastro adesivo al pavimento. Allontaniamoci per osservare i punti sparsi sul pavimento. Ritorniamo a muoverci nello spazio occupando a comando il punto, segnato a terra, più vicino. Completiamo con la rappresentazione grafica.



Usiamo i fili tesi per costruire un modello di rettilineit&agrave; da discutere e sperimentare in situazioni diverse: condividiamo caratteristiche e variabili.

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Usiamo i fili tesi per costruire un modello di rettilineità da discutere e sperimentare in situazioni diverse: condividiamo caratteristiche e variabili.
 


Sperimentiamo la rettilineità

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