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“Se sono felice i miei occhi brillano”, anche con la mascherina

Per riflettere assieme ai bambini sui mille modi di esprimere emozioni attraverso gli sguardi

di Angela Maltoni01 dicembre 20201 minuto di lettura
“Se sono felice i miei occhi brillano”, anche con la mascherina | Giunti Scuola

In questo periodo il tema della comunicazione è molto attuale. Con una parte del viso coperta dalla mascherina, le parole sono solo parzialmente accompagnate e mediate dalla mimica facciale. Ho preso spunto proprio da questa limitazione forzata per riflettere assieme ai bambini sui mille modi di esprimere emozioni attraverso gli occhi.

“Se sono felice i miei occhi brillano come il sole”

Dopo aver parlato di comunicazione non verbale ed esaminato i vari modi di esprimere i propri pensieri attraverso segni o gesti, è stato naturale passare a riflettere su quanto gli occhi possano rivelare emozioni. L’uso della mascherina – oltre alla consapevolezza di essere responsabili della protezione di sé stessi e degli altri – mi ha fornito lo spunto per affrontare e riflettere su tematiche che in tempi normali difficilmente sarebbero emerse.

La domanda è stata: “Con il viso parzialmente coperto posso comunque far capire quel che voglio esprimere?”

I bambini hanno manifestato il loro disappunto per il fatto che con la bocca coperta molte volte le opinioni espresse, ma anche la felicità o il disappunto, risultano meno incisive rispetto a prima, convenendo che la mimica facciale è fondamentale per farsi capire e meglio interpretare il pensiero espresso con le parole.

A questo punto ho pensato di farli giocare a coppie, uno di fronte all’altro, chiedendo loro di esprimere emozioni utilizzando esclusivamente lo sguardo, senza emettere parola.

Inizialmente non è stato semplice ma una volta stabilita la giusta concentrazione tutti sono riusciti a comunicare qualcosa ai compagni.

L’attività successiva è consistita nello scrivere le principali emozioni – rabbia, felicità, gioia, noia, paura, disappunto – e come gli occhi e le sopracciglia riescono a esprimerle e soprattutto a renderle comprensibili agli altri.

Ecco alcune frasi:

“Quando sei felice i tuoi occhi brillano di luce come il sole”

“Quando mi arrabbio i miei occhi sono quasi socchiusi e le sopracciglia vanno in giù”,

“Quando guardo qualcuno spalancando gli occhi vuol dire che sono senza parole” oppure “Se ho paura gli occhi sono super mega spalancati mentre se mi annoio quasi si chiudono”.

I disegni si sono rivelati ancora più chiari dei concetti espressi per iscritto.



I bambini hanno diritto ad essere ascoltati

In conclusione ho proposto la lettura dell’albo illustrato Acchiappasguardi, di Marina Nύñez e illustrato da Avi Ofer per Kalandraka, che affronta le difficoltà di comunicazione di una bambina in un mondo in cui tutti – papà e mamma compresi – sono costantemente connessi alla rete o utilizzano in modo compulsivo il cellulare. Il libro è stato un prezioso aiuto per farli riflettere sull’importanza dell’ascolto anche attraverso gli sguardi. Parlare guardandosi in viso risulta indispensabile per stabilire una relazione e questo è stato ben compreso dai bambini che hanno iniziato a raccontare episodi personali dove hanno riscontrato difficoltà a farsi capire da adulti spesso distratti o troppo assorbiti dai loro pensieri. Al termine del lavoro abbiamo ricordato come anche la Convenzione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza sottolinei l’importanza dell’ascolto partecipato.

Scuola primaria

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