Accoglienza a scuola e intercultura: buone pratiche per cominciare

Il compagno “accogliente”

Feste di primavera: è tempo di Mărţişor

Ripensiamo l'accoglienza

Alla scoperta di sogni ed emozioni

La Gioia di ricominciare

Per questo, la cura educativa e le attenzioni precoci nei confronti dell’infanzia sono decisive, perché “se cambiamo l’inizio della storia, cambiamo tutta la storia”. Se ciò è vero per tutti, lo è ancor di più per bambini che vivono in condizioni di povertà educativa e provvisorietà; che possono contare su reti famigliari ridotte e isolate e su una scarsità di stimoli e sollecitazioni.

Per questo, la cura educativa e le attenzioni precoci nei confronti dell’infanzia sono decisive, perché “se cambiamo l’inizio della storia, cambiamo tutta la storia”. Se ciò è vero per tutti, lo è ancor di più per bambini che vivono in condizioni di povertà educativa e provvisorietà; che possono contare su reti famigliari ridotte e isolate e su una scarsità di stimoli e sollecitazioni.

<ul><li><a data-cke-saved-href="https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/download/13763/12895/40802#:~:text=PICCOLO%20MANIFESTO%20DELLA%20LINGUA%20MADRE&amp;text=Attraverso%20i%20suoi%20suoni%20e,Appelfeld)." target="_blank" href="https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/download/13763/12895/40802#:~:text=PICCOLO%20MANIFESTO%20DELLA%20LINGUA%20MADRE&amp;text=Attraverso%20i%20suoi%20suoni%20e,Appelfeld).">Piccolo manifesto della lingua madre</a></li></ul>

UN’ACCOGLIENZA DA RINNOVARE SEMPRE

L’INTERCULTURA DIVENTA METODO

Un contesto multiculturale esprime un progetto consapevole che definisce e ridefinisce, grazie all’esperienza e all’ascolto attento, le regole dello stare insieme, la legittimità delle opzioni culturali, il loro diritto di espressione.Nell’ambiente educativo che accoglie i piccoli, temi grandi e cruciali si trovano messi a confronto: la concezione di bambino, le idee di cura e di educazione, lo stile educativo, il rapporto tra i generi, il rapporto tra le generazioni…Tutti temi sui quali trovare, strada facendo, modi, occasioni e tempi per un confronto, per l’espressione di idee e posizioni che possono essere differenti, che talvolta agiscono implicitamente e sullo sfondo e che invece è importante rendere espliciti.L’intercultura, che diventa metodo del progetto educativo, richiede un lavoro di osservazione di noi stessi, delle relazioni e delle pratiche messe in atto, delle ragioni che hanno portato a scelte e regole. Talvolta l’agire rischia di diventare routine data per scontato ed è difficile interrogarsi e mettersi in discussione.

Nidi e scuola dell’infanzia, in certi casi, possono davvero fare la differenza e cambiare la qualità e il colore della vita e delle storie dei bambini. Possono dare loro parole per dire il mondo, proporre esperienze vitali di scoperta e di gioco, rendere possibili incontri felici con coetanei e altri adulti. Per fare questo, il contesto deve potenziare alcune attenzioni:<ul><li>essere aperto a tutti i bambini. Una parte consistente di bambini di nazionalità non italiana oggi non frequenta per esempio la scuola dell’infanzia. I dati del MIUR per l’anno scolastico 2019/2020 hanno rilevato una percentuale di bambini stranieri frequentanti, pari al 79%, mentre fra i bambini italiani la percentuale è superiore al 96%. Negli ultimi due anni scolastici, la crisi economica, i timori, la mobilità e le difficoltà delle famiglie hanno ulteriormente ridotto l’inserimento;</li><li>accompagnare lo sviluppo linguistico dei non italofoni. Una parte dei bambini di origine straniera entra nei servizi educativi senza poter capire e parlare l’italiano. Con il tempo, diventeranno italofoni in grado di comprendere, esprimersi, raccontare. Si tratta di accompagnare le tappe di sviluppo e di acquisizione della nuova lingua con attenzioni, attività dirette e coinvolgenti, osservazione costante dei progressi e degli impacci;</li><li>valorizzare la diversità linguistica e la lingua madre. Quale lingua parla il bambino a casa? Quali scelte linguistiche hanno fatto i genitori nei confronti del figlio? Sono domande da porsi nella fase dell’inserimento consapevoli che nella testa dei bambini c’è posto per due lingue e che ogni lingua ha valore, tanto più la lingua madre, codice degli affetti e parte importante della nostra identità;</li><li>facilitare la relazione con le famiglie. Succede spesso di vedere davanti alle scuole, in attesa dei figli, gruppi di genitori che sostano separati: italiani da un lato e stranieri dall’altro. Nidi e scuola dell’infanzia rappresentano un’occasione privilegiata per costruire legami, momenti di scambio, azioni condivise fra genitori, come laboratori per genitori, occasioni di incontro e auto aiuto;</li></ul>

Nidi e scuola dell’infanzia hanno una lunga tradizione di accoglienza e manifestano in vario modo, attraverso attenzioni, segni, tempi, attività, questa disposizione nei confronti dei bambini. Questa si intreccia con il bisogno di essere accolti da parte dei genitori, tanto più se essi sono stranieri.Ma anche l’accoglienza, nelle modalità, nei tempi, nella comunicazione, nei vincoli, talvolta va ripensata e riorganizzata alla luce di nuove domande, di circostanze e storie che cambiano. L’intercultura che diventa metodo, pone domande, ricerca risposte di volta in volta più efficaci e coerenti, indirizza le scelte in nome di un’inclusione più larga, di uno sguardo più attento ai bambini e ai genitori che sono parte di una comunità diventata plurale, multilingue, mescolata.

Per molti bambini e famiglie immigrate, i servizi educativi rappresentano il primo luogo di contatto, quotidiano e continuativo, con i luoghi comuni e i servizi per tutti. Sono uno spazio di prossimità nel quale sentirsi a casa, un luogo sicuro al quale affidare il benessere dei piccoli.Per il bambino non (ancora) italofono, rappresentano il mondo nuovo, un tuffo in una dimensione sconosciuta, che può essere in discontinuità con la lingua, gli oggetti, le regole, i messaggi presenti fino a quel momento nello spazio della casa.Si tratta dunque di un viaggio nel viaggio, un cammino importante e fecondo che può cambiare tutta la storia.

<ul><li>dare visibilità alle storie di tutti. I muri e gli spazi della scuola comunicano in maniera immediata e auto evidente. Dare visibilità alla pluralità, attraverso messaggi, indicazioni multilingui, immagini, storie di qui e d’altrove è un modo per comunicare a tutti la normalità delle differenze;</li><li>seminare storie. Nidi e scuole per l’infanzia sono la scuola delle storie, il luogo in cui l’attenzione alla narrazione è attività costante e centrale. Il raccordo con la biblioteca di zona e l’implementazione della biblioteca scolastica sono due azioni che aiutano a seminare storie.</li></ul>

PER UNA SCUOLA CHE…

Per molti bambini e famiglie immigrate, i servizi educativi rappresentano il primo luogo di contatto, quotidiano e continuativo, con i luoghi comuni e i servizi per tutti. Sono uno spazio di prossimità nel quale sentirsi a casa, un luo

Per molti bambini e famiglie immigrate, i servizi educativi rappresentano il primo luogo di contatto, quotidiano e continuativo, con i luoghi comuni e i servizi per tutti. Sono uno spazio di prossimità nel quale sentirsi a casa, un luogo sicuro al quale affidare il benessere dei piccoli.Per il bambino non (ancora) italofono, rappresentano il mondo nuovo, un tuffo in una dimensione sconosciuta, che può essere in discontinuità con la lingua, gli oggetti, le regole, i messaggi presenti fino a quel momento nello spazio della casa.Si tratta dunque di un viaggio nel viaggio, un cammino importante e fecondo che può cambiare tutta la storia.

UN VIAGGIO NEL VIAGGIO

Se cambiamo l’inizio della storia

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