Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

Il problema del trattenimento dei bambini che compiono i sei anni presso la scuola dell&rsquo;infanzia non &egrave; nuovo. Gi&agrave; la CM n. 235 del 05/09/1975 prevedeva questa possibilit&agrave; per i bambini &ldquo;handicappati&rdquo;, come erano definiti allora. Nel tempo questa opportunit&agrave; &egrave; stata estesa anche ai minori adottati (nota min 547 del 21/02/2014). Il trattenimento ha carattere eccezionale ed &egrave; limitato ad un solo anno scolastico, come ci ricorda la recente nota ministeriale 40055 del 12/12/2023 dedicata alle iscrizioni degli alunni per l&rsquo;a.s. 2024/2025.

L&rsquo;obiettivo del trattenimento &egrave; quello di consentire ai bambini in difficolt&agrave; o in una particolare situazione familiare (adozione) di permettere loro di conseguire un equilibrio psicologico e un livello di apprendimento adeguato per poter frequentare positivamente la scuola primaria. Ma proprio per il suo carattere di eccezionalit&agrave;, la decisione richiede un iter particolare per evitare abusi o scelte non ponderate. Alla base vi deve essere una richiesta formale della famiglia del bambino in quanto responsabile dell&rsquo;obbligo scolastico del minore; &egrave; richiesta inoltre l&rsquo;acquisizione della documentazione dei servizi sanitari o sociali che attesti la necessit&agrave; del trattenimento soprattutto in relazione ai vantaggi che potrebbero derivarne a fronte di possibili problematicit&agrave; in caso di passaggio alla scuola primaria.

Anche ai docenti di scuola dell&rsquo;infanzia &egrave; richiesta una relazione in cui siano esplicitati gli interventi educativi e didattici personalizzati previsti per l&rsquo;anno scolastico di trattenimento e le opportunit&agrave; che possono derivarne per l&rsquo;alunno. A conclusione di questo iter, il dirigente scolastico, in accordo con la famiglia, assume la decisione di &ldquo;trattenere&rdquo; il bambino nella scuola dell&rsquo;infanzia per un ulteriore anno scolastico.

La sottolineatura del carattere di eccezionalit&agrave; della decisione &egrave; importante in quanto, come ricorda la legge-quadro sull&rsquo;handicap, n. 104/1992, l&#39;esercizio del diritto all&#39;educazione non pu&ograve; essere impedito da difficolt&agrave; di apprendimento n&eacute; da altre difficolt&agrave; derivanti dalla disabilit&agrave;. In altre parole, si pu&ograve; affermare che ogni scuola primaria dovrebbe trovarsi nelle condizioni di poter garantire l&rsquo;accesso ai bambini con disabilit&agrave; e, laddove queste condizioni vengono dichiarate non sussistenti, la scuola, nell&rsquo;ambito dell&rsquo;autonomia organizzativa di cui gode, dovrebbe attrezzarsi (sia strumentalmente che professionalmente) per attivarle in modo da allestire percorsi educativi e didattici idonei a garantire il raggiungimento del successo formativo per tutti gli alunni e quindi anche per i disabili.

Sotto questo profilo, non sono giustificate espressioni (da parte dei docenti di scuola dell&rsquo;infanzia o primaria) che tendono a motivare la proposta di trattenimento dei bambini per una supposta incapacit&agrave; o difficolt&agrave; della scuola primaria a gestire i bambini disabili, soprattutto quelli gravi. In realt&agrave;, l&rsquo;educazione &egrave; il regno del possibile, anche se ci&ograve;, come ci ricorda J. Dewey, pone sempre nuovi problemi che richiedono ulteriori studi, che si ripercuotono sul processo educativo e in tal modo esigono maggior approfondimento intellettuale, scientifico e cosi via.

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Scuola dell’infanzia, trattenimento dei bambini di 6 anni; chi decide e con quali criteri?