La scuola che vogliamo

Bozza completa delle Indicazioni nazionali sul I ciclo di istruzione

"Indicazioni" per la scuola che guarda il futuro - Intervista a Mauro Ceruti

&ldquo;Pronto, Houston? Abbiamo un problema a bordo!&rdquo;

&ldquo;Che tipo di problema?&rdquo;

&ldquo;Dai radar &egrave; scomparsa la scuola dell&rsquo;infanzia&rdquo;

&ldquo;Procedete tranquilli. &Egrave; la solita dimenticanza del gestore del sistema&rdquo;.

Potrebbe essere sintetizzata con questo immaginario dialogo interspaziale la situazione della scuola dell&rsquo;infanzia in questo periodo di pandemia. Infatti, il recente decreto-legge 7/01/2022 n.1, all&rsquo;art. 4, comma 1, lett. a), nel prevedere la sospensione delle attivit&agrave; didattiche nel settore 0-6 per una durata di 10 giorni in caso di presenza di un caso di positivit&agrave; in sezione o gruppo-classe, dimentica di aggiungere che in quel frangente si debba ricorrere alla DaD, come invece fa in riferimento alle scuole del 1&deg; e 2&deg; ciclo. 

Probabilmente il &ldquo;gestore del sistema&rdquo; (in questo caso il Governo) ha dimenticato che il Ministero dell&rsquo;Istruzione in data 13/05/2020 aveva diramato la nota n. 667 che trasmetteva il documento di lavoro &ldquo;Orientamenti pedagogici sui Legami educativi a Distanza. Un modo diverso per &lsquo;fare&rsquo; nido e scuola dell&rsquo;infanzia&rdquo; (LEaD), elaborato dalla Commissione nazionale per il sistema integrato zerosei, con l&rsquo;obiettivo di &ldquo;valorizzare il lavoro svolto, di stimolare consapevolezze professionali, di prefigurare un pensiero positivo volto alla riapertura delle strutture educative per i pi&ugrave; piccoli&rdquo;. 

E in effetti i LEaD rilanciavano e proponevano delle &ldquo;buone pratiche realizzate nel mondo zerosei per instaurare e mantenere relazioni educative a distanza, con bambini e genitori, in una situazione di grande difficolt&agrave; e di interruzione temporanea del funzionamento in presenza di nidi e scuole dell&rsquo;infanzia&rdquo;. 

Quel documento, fortemente voluto dal compianto amico e collega Giancarlo Cerini, coordinatore della Commissione nazionale, si proponeva come un &ldquo;supporto agli operatori per rinforzare (o riallacciare) il filo delle relazioni, mantenere o ricostruire quel contatto fatto di emozioni, sguardi, voci, vicinanza, condivisione, complicit&agrave;, che per il personale educativo, i bambini e le loro famiglie rappresentava il vissuto quotidiano fino a poco tempo fa&rdquo;. 

Queste dimenticanze non sono una novit&agrave;, ma la dicono lunga sul grado di sensibilit&agrave; e di attenzione che la classe politica dimostra nei confronti del settore zero-sei, nei fatti. Forse si pensa che in fondo &ldquo;perdere&rdquo; 10 giorni di scuola in questo settore non &egrave; poi un dramma: non c&rsquo;&egrave; un &ldquo;programma&rdquo; da svolgere, non vi sono valutazioni degli apprendimenti da effettuare. Il concetto di &ldquo;legame educativo&rdquo; appare troppo sofisticato per la classe dirigente per poter essere compreso nella sua valenza formativa.

Nulla impedisce ovviamente alle scuole, nell&rsquo;ambito della loro autonomia, di allestire comunque esperienze di LEaD in caso di sospensione delle normali attivit&agrave; didattiche e magari di &ldquo;notiziare&rdquo; il Superiore Ministero riguardo all&rsquo;avvio delle stesse. Sarebbe un gesto ad alta valenza simbolica e civile in quanto darebbe voce a chi, etimologicamente, non ce l&rsquo;ha (infante, dal latino infans, &ldquo;che non pu&ograve; parlare&rdquo;). Probabilmente non tutti si stracceranno le vesti per questa &ldquo;svista&rdquo; del legislatore: in fondo &egrave; pi&ugrave; comodo non fare nulla che progettare dei LEaD. &Egrave; comprensibile. Ma non ci si lamenti poi se la scuola dell&rsquo;infanzia continua a scomparire dai radar del gestore di sistema.

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