La scuola che vogliamo

Bozza completa delle Indicazioni nazionali sul I ciclo di istruzione

"Indicazioni" per la scuola che guarda il futuro - Intervista a Mauro Ceruti

Gli ultimi dati sulla diffusione degli asili nido in Italia confermano il ritardo che nel nostro paese continuiamo ad avere nelle politiche per la prima infanzia. E' quanto emerge dal <a data-cke-saved-href="https://www.openpolis.it/wp-content/uploads/2021/04/Asili_nido_in_Italia.pdf" target="_blank" href="https://www.openpolis.it/wp-content/uploads/2021/04/Asili_nido_in_Italia.pdf">rapporto nazionale</a> che è stato diffuso dall'Osservatorio sulla povertà educativa, promosso dall'impresa sociale Con i bambini e Openpolis.La realtà italiana&nbsp; è&nbsp; caratterizzata da un notevole divario tra il Centro Nord e il Sud per quanto riguarda la presenza di nidi d'infanzia.&nbsp; Mentre il Centro Nord&nbsp; con il 32% si avvicina all'obiettivo europeo del 33%, il Sud ha una media del 13,5%.La frattura non è&nbsp; però solo a livelo regionale, ma anche nelle singole regioni a livello dei territori, c'è infatti una grande differenza nella presenza di asili nido tra i centri urbani e le realtà periferiche. Il nido non è&nbsp; pienamente riconosciuto come un diritto educativo per tutti i bambini, viene visto ancora prevalentemente come un servizio di conciliazione ed è&nbsp; questo che ne ha favorito&nbsp; la diffusione nelle aree dove l'occupazione femminile è più diffusa. L'impegno deve essere quello di invertire questa prospettiva per riconoscene l'dentità educativa e per mettere i primo piano i benefici che garantisce ai bambini.Un nido di qualità rappresenta una grande opportunità per tutti i bambini e soprattutto per quei bambini che nascono in situazioni di esclusione e di fragilità. La povertà educativa affonda le sue radici non nel periodo scolare, ma proprio nella prima infanzia. La frequenza a un nido di qualità è una condizione decisiva per rafforzare l'uguaglianza delle opportunità. C'è ancora un lavoro culturale da fare sui diritti dei bambini, per diffondere la consapevolezza nella società che&nbsp; il nido rappresenta prioritariamente&nbsp; un luogo educativo&nbsp; che apre possibilità alla crescita e al benessere.Ci sono volute molte battaglie per affermare una cultura a sostegno&nbsp; della prima infanzia e il riconoscimento dell'importanza dei primi anni di vita. Finalmente vediamo comparire il tema degli asili nido nell'agenda pubblica. Il Piano italiano di ripresa e resilienza, che è stato da giorni presentato dal Governo all'Europa,&nbsp;mette&nbsp; in valore l'obiettivo di estendere gli asili nido per raggiungere a livello nazionale il 33% entro il 2026 e prevede a questo fine un significativo impegno finanziario. È un aspetto molto importante perchè il nido deve&nbsp; contare su finanziamenti pubblici per poter&nbsp; essere accessibile e tendenzialmente gratuito. Questa opportunità di investimento&nbsp; deve essere colta per riequilibrare la diffusione dei servizi in tutto il territorio nazionale. Non deve trattarsi solo di costruire strutture, forse a questo proposito ci sono risorse che si liberano nelle scuole dell'infanzia per il calo demografico, ma di garantire anche un sostegno alla spesa corrente e agli aspetti che garantiscono servizi di qualità, accessibili e&nbsp; inclusivi.Parlare del nido non vuol dire solo affermare il diritto dei bambini all'educazione, significa occuparsi anche del sostegno alla genitorialità. Il nido è servizio che investe molto sull'alleanza con la famiglia, quindi può dare un grande contributo nell'accompagnare i genitori nelle loro responsabilità educative. Può entrare in una relazione costruttiva con la comunità intera e contribuire ad affermare i diritti dell'infanzia e l'uguaglianza delle opportunità a partire dai primi anni di vita.

Nidi e Pnrr, verso il diritto educativo per tutti i bambini