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La lingua polacca

Giochi e competenza interculturale

Ripensiamo l'accoglienza

Quando si impara una nuova lingua, seconda o straniera, gli errori sono certamente la norma. Ma, più che deviazioni da estirpare, sono  soprattutto  segnali  e luci accese lungo il cammino che ci raccontano molte cose e che possono indirizzare in maniera più efficace la nostra azione glottodidattica. Gli errori rendono palese il lavorio di immagazzinamento che sta avvenendo nella testa dell’apprendente, ci dicono a che punto è; che cosa è stato già interiorizzato e che cosa invece dovremo proporre o riproporre nell’input successivo.


 Tre tipi di errori


 C’è errore ed errore. Se osserviamo il cammino dei bambini e dei ragazzi che imparano l’i

Quando si impara una nuova lingua, seconda o straniera, gli errori sono certamente la norma. Ma, più che deviazioni da estirpare, sono  soprattutto  segnali  e luci accese lungo il cammino che ci raccontano molte cose e che possono indirizzare in maniera più efficace la nostra azione glottodidattica. Gli errori rendono palese il lavorio di immagazzinamento che sta avvenendo nella testa dell’apprendente, ci dicono a che punto è; che cosa è stato già interiorizzato e che cosa invece dovremo proporre o riproporre nell’input successivo.Tre tipi di erroriC’è errore ed errore. Se osserviamo il cammino dei bambini e dei ragazzi che imparano l’italiano come seconda lingua, possiamo individuare grosso modo tre tipologie.Vi sono gli errori creativi, vere e proprie invenzioni di chi non ha ancora la parola per dire e che talvolta produce metafore inedite e lessico colorato. Elencando i nomi dei cuccioli di animali, appresi il giorno prima, dopo aver indicato il gattino e il cagnolino, Karim guarda la mucca e nomina con convinzione anche il muccolino.Ci sono errori che svelano strategie di ipercorrettismo, volte a regolarizzare una realtà nuova e sconosciuta e quindi ad applicare una norma appresa in maniera diffusa e costante. Seguendo questa modalità, Li Li racconta, per esempio, che ieri ha piangiuto tanto.E ci sono naturalmente errori che segnalano incertezze e necessità di ulteriori informazioni e stimoli. Essi ci dicono che la richiesta che facciamo all’apprendente è troppo al di là della sua situazione attuale o che l’input che abbiamo proposto non è ancora stato interiorizzato. Errori dunque che chiedono di procedere con maggiore gradualità e attenzione alle tappe di interlingua.Prima di tutto: osservarePiù che correggere – o meglio insieme alla correzione/riformulazione – è importante allora prendersi il tempo per osservare il cammino. La misurazione dei risultati è sicuramente un momento delicato, in particolare se viene riferita ad alunni non italofoni e definita rispetto a ipotetici standard di prestazioni linguistiche.La valutazione, nella sua accezione diagnostica e formativa, è un’importante occasione per riconoscere i progressi e identificare le necessità e gli spazi di miglioramento. Questo soprattutto se l’osservazione viene condotta con la consapevolezza delle diverse fasi che un apprendente attraversa nel suo processo di acquisizione, fasi che nel linguaggio specialistico vengono definite con il termine di interlingua.Strumenti e materiali per l’osservazione dell’interlinguaPer analizzare le produzioni degli alunni è utile perciò predisporre una griglia di osservazione sistematica che permetta di organizzare l’osservazione su più aspetti, quali la competenza comunicativa (fluenza, efficacia) e la competenza linguistica (testualità, lessico, uso delle strutture linguistiche, sintassi, ...). Segnaliamo a questo proposito il ricco repertorio di materiali presente sul sito Osservare l’interlingua, a cura di Gabriele Pallotti e Stefania Ferrari (https://interlingua.comune.re.it/). Oltre a una descrizione dell’interlingua e delle sue tappe, a un’articolata griglia di osservazione, nel sito sono presenti molti esempi di materiali e attività inclusive per lo sviluppo delle competenze linguistiche.Ricordiamo che in ogni errore vi è la possibilità di una storia – come scriveva Gianni Rodari – e l’occasione per raccogliere informazioni sul cammino per ripartire con maggiore efficacia.

Quando si impara una nuova lingua, seconda o straniera, gli errori sono certamente la norma. Ma, più che deviazioni da estirpare, sono&nbsp; soprattutto&nbsp; segnali&nbsp; e luci accese lungo il cammino che ci raccontano molte cose e che possono indirizzare in maniera più efficace la nostra azione glottodidattica. Gli errori rendono palese il lavorio di immagazzinamento che sta avvenendo nella testa dell’apprendente, ci dicono a che punto è; che cosa è stato già interiorizzato e che cosa invece dovremo proporre o riproporre nell’input successivo.Tre tipi di erroriC’è errore ed errore. Se osserviamo il cammino dei bambini e dei ragazzi che imparano l’italiano come seconda lingua, possiamo individuare grosso modo tre tipologie.<ol><li>Vi sono gli errori creativi, vere e proprie invenzioni di chi non ha ancora la parola per dire e che talvolta produce metafore inedite e lessico colorato. Elencando i nomi dei cuccioli di animali, appresi il giorno prima, dopo aver indicato il gattino e il cagnolino, Karim guarda la mucca e nomina con convinzione anche il muccolino.</li><li>Ci sono errori che svelano strategie di ipercorrettismo, volte a regolarizzare una realtà nuova e sconosciuta e quindi ad applicare una norma appresa in maniera diffusa e costante. Seguendo questa modalità, Li Li racconta, per esempio, che ieri ha piangiuto tanto.</li><li>E ci sono naturalmente errori che segnalano incertezze e necessità di ulteriori informazioni e stimoli. Essi ci dicono che la richiesta che facciamo all’apprendente è troppo al di là della sua situazione attuale o che l’input che abbiamo proposto non è ancora stato interiorizzato. Errori dunque che chiedono di procedere con maggiore gradualità e attenzione alle tappe di interlingua.</li></ol>Prima di tutto: osservarePiù che correggere – o meglio insieme alla correzione/riformulazione – è importante allora prendersi il tempo per osservare il cammino. La misurazione dei risultati è sicuramente un momento delicato, in particolare se viene riferita ad alunni non italofoni e definita rispetto a ipotetici standard di prestazioni linguistiche.La valutazione, nella sua accezione diagnostica e formativa, è un’importante occasione per riconoscere i progressi e identificare le necessità e gli spazi di miglioramento. Questo soprattutto se l’osservazione viene condotta con la consapevolezza delle diverse fasi che un apprendente attraversa nel suo processo di acquisizione, fasi che nel linguaggio specialistico vengono definite con il termine di interlingua.Strumenti e materiali per l’osservazione dell’interlinguaPer analizzare le produzioni degli alunni è utile perciò predisporre una griglia di osservazione sistematica che permetta di organizzare l’osservazione su più aspetti, quali la competenza comunicativa (fluenza, efficacia) e la competenza linguistica (testualità, lessico, uso delle strutture linguistiche, sintassi, ...). Segnaliamo a questo proposito il ricco repertorio di materiali presente sul sito Osservare l’interlingua, a cura di Gabriele Pallotti e Stefania Ferrari (<a data-cke-saved-href="https://interlingua.comune.re.it/" target="_blank" href="https://interlingua.comune.re.it/">https://interlingua.comune.re.it/</a>). Oltre a una descrizione dell’interlingua e delle sue tappe, a un’articolata griglia di osservazione, nel sito sono presenti molti esempi di materiali e attività inclusive per lo sviluppo delle competenze linguistiche.Ricordiamo che in ogni errore vi è la possibilità di una storia – come scriveva Gianni Rodari – e l’occasione per raccogliere informazioni sul cammino per ripartire con maggiore efficacia.

Quello che gli errori ci dicono

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